Una sentenza che è arrivata proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al termine di un processo durato 13 udienze e iniziato a gennaio. Il giudice ha dato l’ergastolo ad Alessandro Impagnatiello è stato condannato al massimo della pena per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, che era tra l’altro, incinta di sette mesi del loro bimbo Thiago.
Mario Murdolo
Il pianto dei familiari della ventinovenne Giulia Tramontana uccisa brutalmente con 37 coltellate ha accompagnato la lettura della sentenza che nel giorno della giornata contro la violenza sulle donne che per l’efferatezza e crudeltà del crimine ha condannato Impagnatiello alla massima pena dell’ergastolo. Il fatto che ha scosso e turbato tutti è stato di una crudeltà, bestialità inaudita e riluttante anche perchè commesso su una compagna indifesa e al settimo mese di gravidanza. La sua irrefrenabile follia, il suo incomprensibile odio e disprezzo della vita umana gli hanno fatto perdere la testa e non è riuscita la sua mano omicida neanche al pensiero che con Giulia moriva pure il loro piccolo bimbo, vittima innocente che da li sarebbe nato. Neanche le bestie più feroci della giungla arrivano a fare cose così atroci e crudeli. Ed è per questo che la mano dei giudici è stata così pesante e giusta aggiungendo all’ergastolo la pena di 3 mesi di isolamento diurno altri 7 anni di reclusione e il risarcimento di 200 mila euro ciascuno per i genitori e 150 mila euro a testa per il fratello e la sorella, considerando l’aggravante di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza. Sperando che il sacrificio e la morte di Giulia servano a tante altre donne per capire che alla minima avvisaglia di violenza devono denunciare e così evitare di fare la fine di questa povera ragazza. Esiste il numero apposito 1522 creato apposta per prevenire atti di questo genere.