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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 15 Agosto.

Accadde che:

778 (1243 anni fa): nella Battaglia di Roncisvalle la retroguardia dell’esercito di Carlo Magno è attaccata e sconfitta dai Baschi. Nello scontro restano uccisi tre dignitari dei Franchi: Anselmo, Eggiardo e Orlando, duca della Marca di Bretagna. Carlo Magno, re dei Franchi, era andato in soccorso ai governatori di Barcellona e Saragozza, alleatisi contro l’ambizioso emiro di Cordoba. Una rivolta dei Sassoni, scoppiata proprio durante la spedizione in terra iberica, costrinse però Carlo a rientrare frettolosamente. Una banda di baschi assalì nella gola di Roncisvalle la retroguardia dell’esercito franco. Li uccisero tutti, come testimoniano gli Annali del Regno franco e il biografo di Carlo, Eginardo. In questa circostanza aiutarono i Baschi l’armamento leggero e la conformazione del luogo dove avvenne la battaglia; al contrario invece l’armamento pesante e l’impraticabilità del terreno resero i Franchi inferiori ai Baschi. Il racconto epico enfatizzò questo episodio e trasformò i montanari baschi (per altro cristiani) in uno sterminato esercito di Saraceni. Poggia, inoltre, sul paladino Rolando, che quel giorno comandava la retroguardia franca. Il prode Oliviero lo incita a suonare il corno d’avorio, l’olifante, per chiamare in soccorso il re. Rolando però esita, temendo per la vita stessa di Carlo. Si decide solo quando è ormai troppo tardi. I Franchi cadono uno ad uno. Carlo ritorna in tempo per vedere il fedele e coraggioso paladino spirare tra le sue braccia. Intorno a quell’evento, ruota la Chanson de Roland, dominata dalla figura del paladino epico Rolando. L’episodio di Roncisvalle è stata tramandato come una delle più famose battaglie di Carlo Magno, quando in realtà molti storici sono propensi a ritenere che non possa nemmeno essere definita una vera battaglia, quanto piuttosto una studiata ed efficiente imboscata, trasformatasi in una carneficina per l’esercito franco. Sicuramente non dovrebbe essere considerata un evento parte della Reconquista, giacché la cacciata dei mori musulmani fu un’impresa condotta e portata a termine da popolazioni iberiche di religione cristiana, mentre Roncisvalle è da annoverarsi all’interno di quel filone di operazioni belliche con cui il re dei franchi voleva ampliare i confini del suo vasto impero.

1877 (144 anni fa):  Thomas Edison effettua la prima registrazione sonora  con “Mary had a little lamb”, una filastrocca inglese inventata nel XIX secolo in America del Nord. La canzone è, quindi, la prima frase registrata della storia. La macchina era costituita da un rullo d’ottone sostenuto da un asse filettato. Una puntina tracciava dei solchi sul foglio di carta stagnola che ricopriva il cilindro, permettendo l’incisione e la successiva riproduzione del suono. Egli aveva realizzato un ripetitore telegrafico in grado di incidere i punti e le linee del codice morse su un disco, disegnando una traccia a spirale con una piccola punta, in modo che un messaggio potesse essere ripetuto senza l’intervento dell’operatore. Il 17 luglio di quell’anno si accorse che se il disco ruotava ad una velocità sufficientemente alta, la puntina emetteva vibrazioni che ricordavano il timbro della voce umana. Fu l’idea che fece accendere nell’inventore il desiderio di applicare un principio simile per registrare la voce umana. Ne diede una dimostrazione pratica ai propri collaboratori e per nulla scoraggiato dallo scetticismo dei collaboratori, iniziò così a girare la manovella che metteva in moto il sistema e parlando in direzione del diaframma canticchiò Mary had a little lamb. Una volta riportato il cilindro al punto di partenza, sistemò l’ago sulla seconda membrana nel solco impresso nella stagnola dalla prima, riprese a girare la manovella e il fonografo ripeté un suono vagamente simile alla frase pronunciata poco prima. La qualità era pessima, ma le basi erano state poste. Il 19 febbraio 1878 Edison ottenne il brevetto della propria invenzione e insieme ad alcuni finanziatori creò la “Edison Speaking Phonograph Company”, per installarlo nelle fiere di paese e nei luna park, dove il pubblico avrebbe potuto farlo funzionare utilizzando dei gettoni. Questa scelta fu fatta alla luce della necessità di migliorare ancora molto la qualità della registrazione prima che questa potesse diventare realmente utile per gli uffici, per i quali Edison l’aveva pensata. Senza saperlo, aveva ipotizzato la prima segreteria telefonica, di seguito un suo pensiero: “Un abbonato del telefono può installare su un apparecchio un Fonografo che, a ogni chiamata, comunicherà all’ufficio centrale che è uscito, e che sarà di ritorno ad una certa ora. Allo stesso modo un abbonato, chiamandone un altro e non trovandolo a casa, potrà fare la sua comunicazione e registrarla sul Fonografo della persona chiamata”.

Nato oggi:

1769 (252 anni fa): nasce ad Ajaccio (Corsica) Napoleone Bonaparte politico e generale, fondatore del Primo Impero francese e protagonista della prima fase della storia contemporanea europea detta età napoleonica. «Chi ha paura d’essere battuto sia certo della sconfitta». Queste sue parole dimostrano, perché seppe conquistare il potere in Francia e sottomettere buona parte d’Europa, creando una leggenda che non si è spenta nemmeno dopo la sua morte. Dopo aver frequentato la scuola militare di Parigi, divenne tenente d’artiglieria nel 1794. Di sentimenti repubblicani e divenuto generale, nel 1796 sposò Giuseppina, donna di sei anni più grande e già madre di due figli. Era un uomo desideroso di potere, dotato di uno spiccato senso dell’opportunità, che spesso si tramutava in vero e proprio opportunismo. Nel settembre del 1797 aiutò il Direttorio ad eliminare dalle assemblee i membri eletti più di recente, compiendo un vero e proprio colpo di stato. Nel 1798 gli fu affidato il comando di una spedizione in Egitto, per isolare la Gran Bretagna dall’India e dagli altri suoi possedimenti asiatici. Nel giugno di quell’anno espugnò l’isola di Malta, il mese seguente Alessandria e cominciò ad avanzare verso la Siria. Vinse contro i Mamelucchi, dominatori di fatto del paese, ma in agosto, la flotta francese fu distrutta dalla flotta dell’ammiraglio inglese Nelson nella baia di Abukir. Non solo: l’esercito francese fu colpito dalla peste nel maggio 1799, al punto che Napoleone fu costretto ad abbandonare l’Egitto, salpando da Alessandria in agosto e sbarcando in ottobre in Francia, mentre il paese era sotto la minaccia dell’invasione. Il 9 novembre 1799 Napoleone, insieme a Barras e Sieyes, mise in atto un colpo di stato che avrebbe portato la concentrazione del potere politico nelle sue mani. Contando sulla propria popolarità, era convinto di poter essere nominato capo dello stato per acclamazione. Tuttavia, la maggioranza dei deputati respinse le sue proposte e  si trovò a far ricorso all’esercito. Realizzò una riforma costituzionale per la quale il potere veniva affidato a tre consoli, di cui il primo e più importante era proprio lui stesso. Quando fu eletto primo console, Napoleone aveva solo 30 anni. Costrinse alla pace l’Austria nel 1801 e l’Inghilterra nel 1802, e si dedicò alla riorganizzazione interna della Francia. Nel 1804 fece il passo decisivo verso il titolo di imperatore, incoronato dal Papa nella Chiesa di Notre Dame. Nel 1805 e 1806 una lunga serie di vittorie gli permise di frantumare la terza coalizione, formata da Gran Bretagna, Austria e Russia. Nel 1805 si proclamò re d’Italia. Quando nel 1812 Gran Bretagna, Russia e Svezia si allearono ad altre nazioni, dando vita alla quarta coalizione, Napoleone tentò di invadere la Russia con 600.000 uomini, ma subì una pesantissima sconfitta. Le nazioni della coalizione invasero la Francia, il cui esercito era ormai distrutto e il 7 luglio 1814 Napoleone abdicò e fu esiliato all’isola d’Elba. Nel marzo 1815 fuggì, sbarcando nella Francia meridionale; riorganizzò un esercito ma, dopo quelli che passarono alla storia come i cento giorni, subì la pesante disfatta di Waterloo (18 giugno 1815). Questa volta l’abdicazione fu definitiva. Confinato nell’isola di Sant’Elena, vi morì il 5 maggio del 1821. Napoleone è stato anche definito innovatore: fu durante le campagne napoleoniche che si cominciò a sperimentare il cibo in scatola: merito del pasticciere Nicolas François Appert che ideò un metodo di cottura del cibo in vasetti di vetro a chiusura ermetica.  Fu storico: la più grande conquista della spedizione in Egitto non è militare o politica, ma scientifica: la scoperta da parte di un ufficiale francese della Stele di Rosetta, una tavola di granito dove accanto ai geroglifici c’è il testo tradotto in greco. Infine, legislatore: il più importante lascito dell’età napoleonica sono le riforme attuate fra il 1800 e il 1804, anni durante i quali fu redatto il Codice civile, detto anche Codice Napoleone.

 

 

 

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