Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 1° Novembre.
Accadde che:
1897 (127 anni fa): un gruppo di studenti torinesi del Liceo Classico Massimo d’Azeglio fonda lo “Sport-Club Juventus”, conseguenza dei pomeriggi post-scolastici trascorsi a giocare al “football”. I ragazzi, dapprima 13 e diventati poi 18, scelgono come prima sede il retrobottega di un’officina ciclistica e, durante una delle prime riunioni, mettono ai voti il nome della neonata società: dopo aver pensato a “Società Via Fort” e “Società Sportiva Massimo d’Azeglio”, propendono per un nome più neutro, “Sport-Club Juventus”, che possa avere un richiamo latineggiante ma anche internazionale, così da renderne più semplice l’eventuale diffusione all’estero. La prima divisa sociale, già adottata nel 1897, è bianca con pantaloni alla zuava, ma viene modificata l’anno successivo con l’adozione di una camicia rosa con cravattino (o papillon) e pantaloni neri: il rosa e il nero sono infatti i colori sportivi del Liceo d’Azeglio. La maglia a strisce verticali bianconere viene introdotta soltanto nel 1903 per iniziativa di Gordon Thomas Savage, il primo calciatore straniero a militare nel club: di ritorno dall’Inghilterra, Savage porta a Torino una muta di maglie del Notts County, più moderne e performanti e le dona alla Juventus. Da quel giorno, il bianco e il nero, simboli di purezza e autorità, diventano i colori ufficiali del club.
1962 (62 anni fa): esce, in Italia, il primo numero di “Diabolik”, il personaggio creato da Angela Giussani, che fu anche l’autrice delle prime sceneggiature e che dal numero 14 fu affiancata dalla sorella Luciana. Costa 150 lire e si intitola “Il re del terrore”. Nel primo numero c’è anche il suo alter ego, l’ispettore Ginko: integerrimo e professionale. La bellissima Eva Kant, comparirà invece nel terzo episodio del fumetto dal titolo “L’arresto di Diabolik”. Eva è fredda e sensuale, ha un carattere determinato e volitivo, è spietata ed è capace di apprendere dal suo compagno ogni tecnica di travestimento. Innovativo, inoltre, anche il formato dell’albo: tascabile. Pare che le sorelle Giussani scelsero questa misura pensando in modo particolare ai viaggiatori in treno, che vedevano affrettarsi tutti i giorni sotto la loro finestra, in zona stazione centrale a Milano. Diabolik è un ladro di professione, si lancia in furti di preziose e ingenti somme di denaro. A fronte dell’attività criminosa, è ligio ad un codice d’onore molto ferreo che premia amicizia, riconoscenza e tutela dei più deboli a sfavore, invece, di mafiosi e malavitosi. La grande notorietà del personaggio ha fatto sì che non vivesse più esclusivamente nel regno dei fumetti. Diabolik, infatti, è apparso per tre volte come protagonista sul grande schermo, poi in una serie tv, infine, in spot pubblicitari, nel radiofumetto di RaiRadio2, ed al centro di alcuni videogames.
Scomparsa oggi:
2009 (15 anni fa): muore, a Milano, Alda Merini, all’anagrafe Alda Giuseppina Angela Merini, poetessa e scrittrice. Nata, a Milano, il 21 marzo 1931 è stata una delle poche star della poesia italiana e ha avuto una vita romanzesca, da poetessa maledetta, con internamento in manicomio e un rapporto così stretto con la follia da renderla invidiabile. Alle elementari è la prima della classe e a dieci anni vince il premio Giovani Poetesse Italiane, premio che le fu consegnato nientemeno che dalla regina d’Italia, Maria José. A quindici anni esordisce come autrice spinta da Giacinto Spagnoletti e intanto studia anche pianoforte. Nel 1947 ha una relazione molto passionale con lo scrittore Giorgio Manganelli, una storia tanto bella quanto impossibile (Manganelli era già sposato e con figlia). Nello stesso anno c’è il suo primo internamento psichiatrico: Alda le chiama «le prime ombre della mente». Una personalità così sopra le righe sembrava fatalmente destinata al disturbo bipolare. In questo, Alda sembra ripercorrere le orme di Tasso e Campana. La poesia è l’amante di Alda Merini, che trascura tutte le altre incombenze quotidiane. Nel 1961, a seguito di violente crisi depressive, viene internata in manicomio fino al 1972. Sono anni in cui salute e malattia mentale si avvicendano vertiginosamente, ma sono anche gli anni in cui la sua vocazione poetica viene temprata nella carne dell’anima, per usare una metafora a lei cara. Gli ultimi anni sono, finalmente, sereni, compone libri come “Delirio amoroso” e “Il tormento delle figure”. Nel 1993 le viene assegnato il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale. Nella poesia di Alda è possibile leggere le trame oscure di un mondo che è sempre sul punto di rivelarsi, in modo tremendo, un mondo che si affaccia dalla lacerazione dell’anima. Da qui l’immagine di una poesia che sgorga inesauribile, così come era inesauribile il suo parlare, fumare, parlare, scrivere, telefonare, mangiare, bere, fumare.