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venerdì, Novembre 22, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 23 Ottobre.

Accadde che:

1915 (109 anni fa): a New York, più di 30.000 donne marciano lungo la Quinta Strada per chiedere il suffragio universale. La lotta del movimento delle suffragette per l’emancipazione femminile e l’ottenimento del diritto di voto per le donne, attivo in diversi Paesi, era presieduto negli Stati Uniti dall’attivista Alice Paul. La battaglia fu attuata attraverso manifestazioni, marce, pressioni alle istituzioni, scioperi fiscali, picchetti davanti alla Casa Bianca, con le militanti per l’eguaglianza femminile che si incatenavano ai cancelli o si stendevano sul selciato. Nel 1920, il movimento femminista americano raggiungerà il suo principale obiettivo: l’approvazione e la ratifica del XIX emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America, che garantisce il diritto di voto alle donne in tutto il territorio della Federazione.

1958 (66 anni fa): viene pubblicato la serie a fumetti I Puffi di Peyo.  I Puffi erano pensati come personaggi secondari della storia “La flûte à six schtroumpfs” (Il flauto a sei puffi), ma il successo delle piccole creature nella striscia fu talmente grande che Peyo decise di continuare a scrivere delle avventure dei piccoli folletti blu. Il nome originario pensato da Peyo, Schtroumpf, era troppo complicato per essere esportato. Così viene trasformato prima in Strunfi. Esportato in diverse nazioni straniere, il nome cambiò a seconda delle lingue. Quando arrivarono in Italia, nel 1963, si optò per Puffi, evitando l’assonanza con una parolaccia. Iniziano ad affermarsi, nel nostro paese, grazie alla collaborazione con il “Corriere dei Piccoli”, che ne pubblica le storie e ne sceglie il nome italiano per la sua assonanza con l’aggettivo “buffo”. I Puffi vivono tutti insieme nella foresta di Pufflandia, dentro funghi adibiti a case, ognuno di loro fa un mestiere. Sono molto golosi di bacche, di cui vanno a caccia fuori dai confini del villaggio, rischiando di finire nelle mani del perfido Gargamella.

Scomparso oggi:

2011 (13 anni fa): muore, in Malesia, all’età di 24 anni, Marco Simoncelli pilota motociclistico, campione del mondo della classe 250 nel 2008. Nato, a Cattolica (Rimini), il 20 gennaio 1987 è morto durante il Gran Premio della Malesia, sul circuito di Sepang. Comincia a correre in tenerissima età, quando ha solo sette anni, in sella alle minimoto. A dodici anni è già campione italiano; l’anno dopo, nel 2000, gareggia per il titolo europeo conquistando arrivando secondo. A quattordici anni prende parte al Trofeo Honda NR (salendo in due occasioni sul podio) ed al campionato italiano 125 GP. Nel 2002 si laurea campione europeo classe 125cc e lo stesso anno, dopo un buon apprendistato a livello nazionale ed europeo, debutta nel Motomondiale classe 125. È il 2003 l’anno che vede Marco impegnato per un’intera stagione del motomondiale: corre in squadra con Mirko Giansanti, terminando la stagione al 21º posto. Dopo un altro gran premio vinto a Jerez e alti sei podi nel 2005, coglie l’opportunità di passare alla classe superiore e correre con le moto 250. Nel 2006 sale in sella alla Gilera RSV con capotecnico Rossano Brazzi, già tecnico in passato di campioni come Valentino Rossi e Marco Melandri, il quale però si ammala dopo le prime gare lasciandolo senza una vera “guida” durante tutta la stagione. Simoncelli si classifica decimo senza ottenere risultati eclatanti. All’età di 21 anni, si laurea campione del mondo della 250. Il 23 ottobre 2011, si corre il Gran Premio della Malesia: nel corso del secondo giro, la moto del pilota romagnolo perde aderenza alla ruota posteriore, cade e taglia trasversalmente la pista; i piloti che lo seguono da brevissima distanza non possono in alcun modo evitarlo: l’impatto delle moto con il corpo del pilota è di intensità tale che gli fa addirittura perdere il casco. Marco Simoncelli muore a causa del terribile colpo, che gli procura traumi a testa, collo e torace. Di lui Valentino Rossi, che gli aprì le porte della sua preparazione facendone le basi per la sua futura Rider’s Academy, disse: “Era tanto duro in pista, quanto dolce nella vita”. Seguiranno il rientro della salma in Italia, i funerali pubblici nel suo paese, Coriano, con una partecipazione emotiva impressionante, parliamo di migliaia di persone e inimmaginabile solo per chi non aveva ancora capito quanto quel ragazzo riccioluto si fosse già fatto amare. E poi ancora, la chiesa di Santa Maria Assunta avvolta nel dolore; la sua moto accanto al feretro; le note di “Siamo solo noi”, la canzone di Vasco che il Sic amava più di ogni altra; il cordoglio dei campioni della moto e degli appassionati, ma pure di tante semplici persone; i palloncini a forma di ’58’ portati dai bambini; la sua casa di Coriano pellegrinaggio di addetti ai lavori e conoscenti qualsiasi, desiderosi di mostrare vicinanza ai genitori Paolo e Rossella.

 

 

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