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venerdì, Ottobre 18, 2024
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Facoltà di Medicina: cosa cambia la nuova legge per i test di ingresso

Lega e Fratelli d’Italia hanno presentato il nuovo disegno di legge in Senato. Il progetto prevede l’abolizione del test di ingresso alle facoltà di medicina, odontoiatria e medicina veterinaria. Non ci sarà il test di ingresso ma per il secondo semestre si avrà una graduatoria nazionale che permetterà solo al alcuni di accedere al resto del corso.

Mercoledì 16 ottobre è stato approvato in Senato il testo definitivo del disegno di legge con cui il governo intende riformare i test di ingresso alla Facoltà di Medicina. In breve, con la nuova riforma ci sarà sempre e comunque il numero chiuso per entrare nel corso studi medico, ma questo numero chiuso scatterà in un secondo momento.

Questa riforma, non è ancora diventata legge, ma il progetto è quello di permettere a tutti gli studenti di cimentarsi in medicina e di avere accesso libero ai corsi del primo semestre, quindi tutti potranno partecipare alle lezioni e sostenere gli esami dei primi sei mesi dell’anno accademico. Al termine di questo, scatterà la selezione. Proprio alla fine del semestre quindi verrà stilata una graduatoria nazionale, per coloro che chiaramente avranno passato gli esami, e chi rientrerà nei posti disponibili potrà accedere al secondo semestre di medicina mentre gli altri no.  Gli studenti però non perderanno un intero anno universitario, perché in base a questa riforma lo studente potrà comunque proseguire il proprio corso in un’altra facoltà simile, come ad esempio biologia, biotecnologie o farmacia, che convaliderà gli esami di questi primi sei mesi. Ci sarà un’ulteriore agevolazione, sempre allo scopo di non penalizzare gli studenti che non riusciranno ad entrare in graduatoria, ovvero la tempistica. Perché chi si iscrive ai primi sei mesi di medicina, potrà indicare fin da subito quale facoltà frequentare qualora non riuscisse a rientrare in graduatoria, in questo modo così il passaggio sarà automatico e diretto.

Ad esempio, se la Facoltà di Medicina mette a disposizione 25.000 posti nella graduatoria nazionale, potranno comunque iscriversi tutti gli studenti che vogliono – ipotizzando che siano 30.000 – e permettendo a tutti e 30.000 gli studenti di avere il diritto a seguire i primi sei mesi di lezioni, e fare i relativi esami. Terminati gli esami gli studenti saranno inseriti nella graduatoria, ma essendoci solo 25.000 posti per le Facoltà in tutta Italia, vuol dire che solo 25.000 verranno presi, e gli altri 5.000 verranno smistati nelle altre Facoltà, già preventivamente scelte come seconda opzione.

Il decreto resta in pausa per un quesito, ovvero nell’ipotesi che uno studente non rientri in graduatoria entro i 25.000 ma vuole comunque tentare di nuovo medicina. Il decreto su questo non si è ancora mosso e il nodo è da sciogliere, e anche in fretta, perché il sistema sanitario sta cadendo a pezzi ed è sul tracollo per il punto di non ritorno. Non si parla solo di malasanità ma di una carenza di medici che lavorano molto più nel sistema privato, a scapito del sistema nazionale sanitario pubblico. Inoltre un’altra grave insufficienza è rappresentata ancora di più sul fronte infermieristico. Perché su questo fronte l’Italia è drammaticamente sotto la media Europea come numero di infermieri negli ospedali pubblici. In Italia non ci sono infermieri e il governo per invertire la rotta dei medici nel settore pubblico e dell’aumento degli infermieri deve partire dalle basi, e come sempre le basi risiedono nell’istruzione e nella specializzazione dei futuri medici.

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