Francesco Marini, Avvocato cassazionista, Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” componente e Vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti è il candidato giudice della Corte Costituzionale. Il candidato di Meloni è sul filo, ora la maggioranza dovrà trattare.
Bruno Gemelli
Servivano 363 voti per eleggere il nuovo giudice della Corte Costituzionale in sostituzione di Silvana Sciarra, cessata dal mandato quasi un anno fa. Sull’esito del voto ha pesato l’incognita quorum: per dare l’ok al candidato in pectore, Francesco Marini, servivano appunto 363 voti, ovvero i tre quindi dei 605 parlamentari italiani. I gruppi di opposizione avevano annunciato la loro diserzione e, al centrodestra non avendo i numeri, è toccato votare scheda bianca. Il centrodestra partiva da 360 voti, quelli dei 355 parlamentari di FdI, Lega, Forza Italia e Noi moderati, a cui si aggiungevano i parlamentari del Gruppo Misto e le ultime uscite di Azione. All’appello finale sarebbero mancati comunque tre voti, più le defezioni obbligate (tra impegni istituzionali, problemi di salute ecc.).
Sicché, alla fine, dopo le verifiche sui voti a disposizione, alla maggioranza non è restato che decidere di frenare, per evitare di bruciare definitivamente il proprio candidato. Il candidato bruciato, per adesso, del centrodestra è Francesco Saverio Marini, Consigliere giuridico del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Cui prodest? Il beneficiario doveva essere Francesco Saverio Marini, meloniano di ferro, realizzatore teorico e pratico del premierato, che non ha ottenuto i voti della maggioranza di governo che era stata precettata a tale scopo. Si temevano agguati, e puntualmente, ci sono stati. Francesco Marini, Avvocato cassazionista, Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” componente e Vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Corte dei Conti, è figlio d’arte. Suo padre Annibale, nato a Catanzaro il 5 dicembre 1940, è stato Presidente della Corte Costituzionale dal 10 novembre 2005 al mandato il 9 luglio 2006. Il padre di Annibale, nonno di Francesco, Giuseppe Marini fu eletto Consigliere Regionale della Calabria nella prima Consiglio con il Msi nella circoscrizione di Catanzaro.
Dunque, una famiglia tradizionalmente di destra nella filiera Msi-Alleanza Nazionale-Fratelli d’Italia. Su 64 presidenti della Consulta, quattro sono stati Calabresi, pari al 6,25 per cento. I presidenti calabresi, in ordine cronologico, sono stati: Aldo Corasaniti di San Sostene (Catanzaro) dal 15 luglio 1991 al 14 novembre 1992, Cesare Mirabelli di Gimigliano (Catanzaro) dal 23 febbraio 2000 al 21 novembre 2000, Cesare Ruperto di Filadelfia (Vibo Valentia), dal 5 gennaio 2001 al 2 dicembre 2002, e poi il citato Annibale Marini.