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Antigone, tra mito e attualità: i giovani studenti incontrano l’Antica Grecia

Gli studenti degli Istituti Superiori “Ivo Oliveti, P. Panetta”, saranno ospiti al Palazzo della Cultura per il Convegno “MiTiCu”, il Festival del Mito sulla Cultura Greca che quest’anno vedrà “Antigone, tra mito e attualità”.

Una giornata intensa e ricca di cultura, quella vissuta dai ragazzi delle quinte classi dell’IIS “Ivo Oliveti – P.Panetta”, facente parte del Polo Liceale, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, che sabato 28 Settembre si sono recate al Palazzo della Cultura di Locri con i docenti: Giovanna Panetta, Maria Carmela Monteleone, Maria Teresa Scordo, Claudia Cuscunà, per assistere al Convegno “Antigone, tra mito e attualità”. L’evento rientra all’interno del Festival del Mito e della Cultura Greca “MitiCu!”, promosso dal GAL “Terre Locridee”, che unisce la tradizione classica e la cultura popolare, nell’ambito del progetto “Santi, briganti e…”. I saluti iniziali sono stati espletati dal Presidente del GAL “Terre Locridee” Francesco Macrì e dal Direttore del GAL “Terre Locridee” Guido Mignolli. Tra gli interventi: il Professore Luciano Canfora, dell’Università Cattolica di Brescia, che ha relazionato sulla storicità dell’Iliade; la Professoressa Raffaella Viccei, dell’Università Cattolica di Brescia, che ha relazionato sulle immagini ellenistiche di Antigone; il Professore Maurizio Paoletti, Dell’Università della Calabria, che ha relazionato sull’attualità di Antigone: Don Nicola Commisso Meleca, della Scuola di Formazione Teologico – Pastorale, che ha relazionato sulla critica religiosa al potere e provocazioni dal profetismo biblico e dal racconto di Antigone; la Professoressa Sotera Fornaro, dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, che ha relazionato su Antigone: percorsi nella ricezione di un mito nel XX e nel XXI secolo; la Professoressa Cristina Pace, dell’Università Tor Vergata, che ha relazionato su Antigone: il mito nella complessità del carcere; il Professore Carlo Fanelli, dell’Università della Calabria, che ha relazionato su Antigone, figlia di partigiano, tra Elsa Morante e Ascanio Celestini.

Durante l’evento sono state consegnate, anche dalla Dirigente Serafino, diverse targhe, tra cui una al figlio del Preside Guarneri e una al figlio del Preside Speziali. Simbolo di lotta e determinazione, Antigone è una giovane donna vittima e allo stesso tempo eroina, l’unica capace di sfidare il tiranno Creonte e le leggi della polis pur di dare sepoltura al suo amato fratello Polinice. Nel corso dei secoli, e in particolare nel novecento, la sua figura è divenuta sinonimo di resistenza e rivendicazione.  La sua colpa è quella di aver trasgredito il decreto che vieta di sotterrare il nemico principale della polis di Tebe, Polinice, e pure quella di aver voluto sfidare il tiranno. La giovane incarna quindi la disobbedienza civile e la lotta contro la cieca autorità, tanto che ancora ai nostri giorni viene accostata a molte polemiche che coinvolgono la politica, il femminismo, i diritti degli emarginati, la giustizia e perfino la bioetica.

Dell’Antigone di Sofocle sono rimaste impresse alcune affermazioni, che segneranno le riscritture seguenti, che riguardano in particolare due aspetti: il contrasto politico tra Creonte e Antigone e lo status di donna della ragazza. Se nella storia nulla cambia, è perché gli uomini, gli spettatori, sono stati e sono ancora carnefici, non soltanto vittime. Il colpevole ora non è unicamente Creonte, con le sue leggi che non contemplano l’amore: il colpevole è il silenzio di chi a Creonte non si oppone né si assume le proprie responsabilità individuali, come invece fa l’eroina sofoclea. Ecco quindi spiegato l’eterno fascino di questa piccola, giovane donna immortalata da Sofocle: continuerà a rivivere ogni volta che potrà sfidare le imposizioni o l’indifferenzaSempre sola, spettinata, armata di compassione e testarda, perché mossa dal sentire del proprio cuore.

Ai ragazzi presenti una grande lezione che giunge da un personaggio antico quanto attuale, perché ancora smuove le profondità di ciascuno, come volevano i nostri padri greci, eccellenti introspettori dell’animo umano, che va sempre coltivato, compreso ed educato al vivere sociale nel rispetto delle differenze. «Il pendolo del mondo è il cuore di Antigone» (Marguerite Yourcenar).

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