La Calabria svuotata dai suoi giovani, ogni anno la fuga di cervelli aumenta. Sono giovani compresi dai 15 ai 34 anni quelli che ogni anno lasciano i nostri paesi, città, province che sono oggi svuotate, con flusso sempre più costante di gente che non ritorna. Secondo i dati allarmanti della Cgia di Mestre, rispetto al 2013 in Calabria ci sono 92mila abitanti in meno tra i 15 e i 34 anni, e secondo Istat sono 74 mila i giovani laureati che hanno lasciato l’Italia per trasferirsi all’estero.
G. A. è una delle tante ragazze calabresi che ha studiato fuori dalla sua Regione. Il suo nome non ha importanza, ma la sua storia si. Ha conseguito la laurea in “Relazioni Internazionali” all’Università di Milano, dopo l’Erasmus in Spagna, con il massimo dei voti e diritto di menzione. Ha discusso una tesi sulle note questioni legate al Sahara occidentale dopo aver frequentato un tirocinio formativo in Giordania. Per ragioni di studio ha viaggiato molto all’estero soprattutto nei paesi arabi. Mercoledì scorso presso la Camera dei deputati a Roma, la Fondazione “ITALIA-USA ” le ha conferito un prestigioso riconoscimento per il “talento Universitario dei laureati di eccellenza”.
Ovviamente sarebbe interesse della Calabria che i giovani non fuggano via da una terra che ha bisogno di tante cose ma che non avrà alcun futuro senza la sua gioventù. Purtroppo le cose vanno diversamente. G. A. è in Andalusia dove ha ricevuto un’offerta di lavoro per 350 euro al mese più vitto e alloggio. Pochi! Ma le consentiranno di approfondire i suoi studi e di entrare in un circuito lavorativo ricco di opportunità e, in fondo, è proprio questo che i giovani chiedono ai governi: creare delle opportunità di crescita senza obbligarli a perdere la propria dignità e la propria libertà.
Senza spegnere la propria creatività.
So bene che molti giovani calabresi ci sono riusciti senza lasciare la propria Regione ma basta guardarsi intorno per capire che la fuga dei nostri ragazzi è diventata un’imponente emorragia. Centomila sono i giovani laureati che ogni anno vanno via dall’Italia, credo che in rapporto alla popolazione residente, i ragazzi calabresi siano al primo posto. La “classe dirigente” calabrese sembra assistere impotente così come ha fatto in passato quando a partire sono stati centinaia di migliaia di lavoratori senza far più ritorno. Si perde ogni giorno vita, ricchezza, creatività, entusiasmo.
Si perde la speranza!
Si discute molto della fuga dei cervelli all’estero.
Senza alcun costrutto.