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Dottoressa Amalia Cecilia Bruni: una vita dedita alla ricerca di una cura per l’Alzheimer

La Dottoressa Amalia Cecilia Bruni ha dedicato la sua vita come scienziata e medico per una cura contro l’Alzheimer e i suoi effetti. Oggi, come consigliere regionale lavora a livello politico e sociale per informare e sensibilizzare sulla grave malattia che attacca non solo i malati ma anche le loro famiglie.

di Mario Murdolo

Gradito pensiero e invito ricevuto dalla dottoressa Amalia Cecilia Bruni, eccezionale e impegnata ricercatrice e studiosa nel campo della cura e sconfitta del terribile e devastante morbo dell’Alzheimer. Malattia che crea disagi e sofferenze inimmaginabili nel malato che viene costretto ad una situazione di incoscienza che gli fa dimenticare il passato e cosa ancora più insopportabile non riesce a riconoscere più neanche i familiari più stretti che dovendolo accudire e assistere continuamente vivono in uno stato di grande disagio, sofferenza e dolore inimmaginabili e inaccettabili.

La scienziata, ora in pensione e impegnata in politica in qualità di consigliere regionale, trova il tempo e gli stimoli per organizzare e partecipare a convegni e conferenze atti a sensibilizzare e informare sempre più la gente sulla grave malattia della demenza e sui risultati conseguiti in tanti anni di lavoro e di ricerca per debellare questa invalidante malattia. Infatti lo scopo dell’iniziativa di cui al suddetto invito organizzata dal’Associazione per la ricerca neurologica, per tantissimi anni presieduta dalla dottoressa Bruni ed ora guidata dal suo impegnato e bravo collaboratore Antonio Laganà sotto forma di concorso è quello di coinvolgere giovani under 30 che sono disposti a raccontare le loro storie che meritano di non essere dimenticate a causa della demenza. Il concorso si effettuerà a Lamezia e la premiazione del vincitore sarà il 18 ottobre al chiostro durante l’Alzheimer Fest.

Amalia Ceciia Bruni ha conseguito la laurea in medicina presso l’Università degli studi di Napoli, frequentando la clinica neurologica. Ha ricoperto l’incarico di Dirigente di primo livello neurologico presso il servizio di neurologia dell’ospedale di Lamezia Terme. Fondatrice del Centro di Ricerca Neurogenetica fondata nel 1991 e di cui fu Direttrice per 25 anni, una struttura regionale che in questi anni ha assistito oltre tredicimila persone. La ricostruzione delle genealogie e delle popolazioni ha prodotto una banca dati di oltre 160 mila unità ottenuto con un solo paziente e un certosino lavoro di ricerca. Nel 1995 ha finalmente individuato il gene che causa la demenza. I risultati importanti e peculiari dell’impegno e del lavoro della nostra scienziata fecero così clamore nel mondo scientifico da interessare anche le Università degli Stati Uniti che le finanziarono una borsa di studio per condurre un lavoro di ricerca in America durato 3 anni. Da quel momento inizia la sua ascesa professionale che le permette di prendere contatto con i più famosi nomi della neurologia tra questi, il Premio Nobel Rita Levi Montalcini.

Gli studi della ricercatrice Bruni risalgono al 1981 con la scoperta del primo caso di Alzheimer. Non si contano le numerose onorificenze e attestati medico-scientifici ricevuti meritatamente durante la sua eccellente e lodevole carriera. Anche la popolazione di Bivongi è stata oggetto di studio e di ricerca da parte della Dottoressa Bruni, avendo scoperto una intensa presenza di persone affette dal terribile e imperdonabile morbo di Alzheimer. In quella occasione ebbi la fortuna e il piacere di incontrarla e conoscerla e per il suo grande impegno, sacrificio e grande disponibilità, aggiudicandosi il conferimento della cittadinanza bivongese da parte dell’Amministrazione del compianto Sindaco Felice Valenti, Dopo molti anni sono stato felice di ritrovarla in occasione della presentazione di un libro a Pazzano. E proprio perche il romanzo della scrittrice Romina Leotta è incentrato sul caso di una famiglia al cui interno c’è un congiunto malato di Alzheimer che la Presidente della Pro Loco Teresa Verdiglione ha voluto la onorevole presenza della Dottoressa Bruni.

Mentre ringrazio lei per l’invito riservatomi mi auguro e sono certo che quanto prima ritornerà a Bivongi per onorarci della sua nobile presenza durante un eventuale convegno scientifico. Concludo con un doveroso ossequio ringraziandola per tutto il bene che ha fatto e continua a fare per eliminare il rischio di ammalarsi di questa malattia di cui ne ha fatto la ragione della sua vita con sacrificio, competenza e tanta professionalità.

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