I Carabinieri delle stazioni di Rizziconi e della Forestale di Cittanova hanno constatato la presenza di un deposito a cielo aperto diventato una vera e propria discarica piena di rifiuti edili, gomme, lastre eternit e parti di automobili
I Carabinieri della Stazione di Rizziconi insieme ai colleghi del Nucleo Carabinieri Forestale di Cittanova, durante un servizio volto al monitoraggio di luoghi poco frequentati, hanno trovato in località Drago-Quarantano di Rizziconi, tre siti posti a distanza ravvicinata, che di fatto costituivano una vera e propria discarica abusiva a cielo aperto, per una superficie complessiva stimata in circa 2400 metri quadrati, il tutto posto su terreno demaniale. Al momento, sono ignoti gli autori del deposito incontrollato dei rifiuti, potendo ritenere che il punto sia utilizzato tanto da privati cittadini, quanto da piccole imprese per disfarsi, in maniera del tutto illegale, di rifiuti urbani e speciali.
I Carabinieri hanno constatato la presenza, tra l’altro, di lastre in eternit, pneumatici, rifiuti provenienti dall’edilizia, gomma e persino alcune parti di auto. Il tutto a poca distanza dall’alveo del torrente Marro, in questo periodo in secca per la forte siccità. La presenza di tali rifiuti, peraltro nei pressi di un corso d’acqua, può costituire un vero e proprio rischio per il terreno dove è posta la discarica e per i terreni circostanti, anche coltivati, senza considerare la non remota possibilità che, sia in maniera dolosa che accidentale, si possano sviluppare incendi dei rifiuti stessi. Tutta la zona, opportunamente circoscritta dai militari, è stata posta sotto sequestro ed è stata informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi.
I servizi a tutela dell’ambiente dei Carabinieri dell’Arma territoriale e dei Nuclei Forestali, continuano durante tutta l’estate, sia per prevenire il rischio d’incendi – sono state previste pattuglie dedicate – sia per contrastare fenomeni illeciti, come l’abbandono incontrollato di rifiuti, molte volte posta in essere da sprovveduti abitanti del posto, i quali non si rendono conto che si tratta di una pratica pericolosissima per l’ambiente e, quindi, per la salute di tutti, compresi loro stessi.