Non approda in aula la proposta avanzata dai capigruppo di minoranza di Pd, M5S e del gruppo misto al Consiglio regionale della Calabria di chiedere il referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata.
La prima commissione consiliare che doveva discutere la proposta ha, infatti, deciso di rinviare la trattazione, mentre all’esterno sindaci e amministratori favorevoli al referendum ha dato vita ad un sit-in al quale hanno partecipato anche una delegazione del Movimento 5 Stelle ed un presidio della Uil.
“E’ stata una iniziativa utile e positiva” ha detto il sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
Ha dichiarato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: “Ringrazio i consiglieri regionali che l’hanno promossa e per avere stimolato un ulteriore momento di confronto e di presenza rispetto al tema dell’autonomia. La politica è anche questo. Sono battaglie che vanno fatte nelle sedi istituzionali, ma che vanno portate soprattutto fuori dai palazzi perché occorre il più possibile confrontarsi con la cittadinanza e fare capire concretamente quali sono gli effetti negativi dell’autonomia. Mi sembra che questa attività stia già dando ottimi frutti, rispetto a quelle che sono le firme raccolte in tutta Italia nei vari banchetti ed in altre iniziative utili a far comprendere quanto il tema dell’autonomia differenziata sta diventando percepito in maniera concreta dalla cittadinanza”.
Tra gli amministratori presenti anche il neo-sindaco di Vibo Valentia Vincenzo Romeo ed il vicesindaco di Catanzaro Giusy Iemma. Ad accoglierli, i consiglieri firmatari della proposta di Referendum.
Ha affermato Giusy Iemma: “Il nostro no all’Autonomia è un no convinto. Lo diciamo da sempre, ma la cosa che ci soddisfa di più è che lo dicono le italiane e gli italiani. Sono trecentomila le firme finora raccolte a dimostrazione che sta crescendo la consapevolezza e la convinzione che è una legge sbagliata; che non è soltanto una legge spacca-Italia, ma che compromette l’unità d’Italia, la coesione sociale e aggredisce quelli che sono i principi fondamentali della Costituzione e della democrazia”.