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lunedì, Novembre 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 27 Luglio.

Accadde che:

1921 (103 anni fa): un gruppo di ricercatori dell’università di Toronto, sotto la guida del biochimico Frederick Banting, isolano l’ormone dell’insulina. È stata la prima molecola ad essere sequenziata, di cui cioè è stata tracciata la sequenza degli amminoacidi che la compongono. Ed è stata anche la prima ad essere prodotta da ‘fabbriche di batteri’ con le tecniche dell’ingegneria genetica. I ricercatori per i loro esperimenti utilizzavano il pancreas di alcuni cani, riuscendo così a isolare l’ormone prodotta dalle isole di Langerhans del pancreas e a studiarne la funzione. A gennaio 1922, il quattordicenne Leonard Thompson fu il primo essere umano a ricevere un’iniezione di insulina. In condizioni normali l’ormone, prodotto dal pancreas, regola la concentrazione di glucosio nel sangue. Se invece una persona è malata di diabete, come appunto il giovane Thompson, questo non accade. Dopo aver ricevuto una seconda iniezione, di insulina più pura, il ragazzo, che si trovava in condizioni disperate, cominciò a migliorare. Il diabete era infatti una malattia incurabile e che causava rapidamente la morte, prima che l’insulina iniziasse a essere usata come farmaco. Gli scienziati presentarono il caso di Thompson e di altri pazienti in un articolo dal titolo “Estratti pancreatici nel trattamento del diabete mellito” e, da quel momento, iniziò una nuova era per il trattamento del diabete. L’ormone che serve a regolare lo zucchero nel sangue, ha rivoluzionato la gestione dei pazienti con diabete e salvato un numero incalcolabile di vite.

1993 (31 anni fa): l’Italia è colpita da tre auto bomba esplose quasi contemporaneamente dopo le 23.15: una a Milano, nei giardini di Via Palestro; due a Roma, danneggiando gravemente la Chiesa di San Giorgio al Velabro e la Basilica di San Giovanni in Laterano. Si tratta di un attentato terroristico, compiuto da Cosa nostra. La sera del 27 luglio l’agente di polizia locale Alessandro Ferrari notò la presenza di una Fiat Uno parcheggiata in via Palestro, di fronte al Padiglione di arte contemporanea, da cui fuoriusciva un fumo biancastro e quindi richiese l’intervento dei vigili del fuoco, che accertarono la presenza di un ordigno all’interno dell’auto; tuttavia, qualche istante dopo, l’autobomba esplose e uccise l’agente Alessandro Ferrari e i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, ma anche l’immigrato marocchino Moussafir Driss, che venne raggiunto da un pezzo di lamiera, mentre dormiva su una panchina. L’onda d’urto dell’esplosione frantumò i vetri delle abitazioni circostanti e danneggiò anche alcuni ambienti della vicina Galleria d’arte moderna, provocando il crollo del muro esterno del Padiglione di arte contemporanea. Quarantatré minuti dopo l’attentato a Milano, alle 23.58, un’altra autobomba esplode davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano e, quattro minuti più tardi, è la volta della deflagrazione della Fiat una piazzata all’esterno della chiesa di San Giorgio al Velabro, a pochi metri dal Campidoglio e dai Fori Imperiali. I due attentati non provocano vittime, ma ci sono 22 feriti e gravissimi danni alle due chiese. Secondo Gaspare Spatuzza, uno dei protagonisti degli attacchi diventato, anni dopo, collaboratore di giustizia, l’obiettivo erano i monumenti, non le vite umane.

Nato oggi:

1835 (189 anni fa): nasce, a Pietrasanta (Lucca), Giosuè Carducci poeta, scrittore e critico letterario. Fu il primo italiano a vincere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1906. Fino al 1839 vive immerso nel meraviglioso paesaggio toscano della Maremma, nella sua esperienza personale, questi anni rivestono un ruolo fondamentale per la formazione della sua sensibilità: l’immagine di una natura incontaminata, energica e vitale accompagnerà tutta la sua produzione poetica. Laureato in Filologia, nel 1856, negli anni successivi partecipa agli incontri della società “Amici Pedanti”, che si batteva per un immediato ritorno al classicismo della letteratura, contro la modernità e le nuove idee del Romanticismo. Arrivano anni duri, però, per il giovane Carducci: suo fratello muore suicida e presto anche il padre passa a miglior vita lasciando il poeta responsabile per la madre e per l’altro fratello. Sono, comunque, anni di intensa attività editoriale, non si da per vinto, cura varie edizioni di classici italiani e, negli stessi anni, sposa Elvira Menicucci da cui ebbe quattro figli.  In questo periodo, sale in lui una crescente delusione verso la nuova classe dirigente dello Stato Unitario e comincia ad appoggiare ideali repubblicani e giacobini fino ad un aspro anticlericalismo, tutti atteggiamenti questi che lo metteranno in cattiva luce davanti al governo ufficiale, che arriverà addirittura a sospenderlo dall’insegnamento. Pian piano, però, comincia ad accettare il ruolo dei monarchici Savoia come garanti dell’Unità italiana e, dopo l’incontro con la regina Margherita, fu tanto grande per lui il fascino esercitato dalla donna, che scrisse un’ode “Alla regina d’Italia” avviandosi così, definitivamente, verso gli ideali monarchici, diventando il vate dell’Italia umbertina e  nominato senatore del Regno. Gli ultimi anni furono caratterizzati da una febbrile attività editoriale e poetica consacrando la sua posizione di poeta ufficiale dell’Italia monarchica. Giosuè Carducci così descriveva se stesso: «Sono superbo, iracondo, villano, soperchiatore, fazioso, demagogo, anarchico, amico insomma del disordine ridotto a sistema; e mi è forza fare il cittadino quieto e da bene.» Tra le sue produzione poetiche ricordiamo: “Juvenilia”, “Levia Gravia” e “ Giampi ed Epodi”. Muore, a Bologna, il 16 febbraio 1907.

 

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