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venerdì, Ottobre 18, 2024
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Il Sindaco Controverso e l’Ostracismo della Politica Locale

una lettera in cui l’autore racconta di aver incontrato Pietro Fuda a cena. Descrive Fuda come un sindaco concreto, che non temeva i mediocri né i potenti, e che ha sempre affrontato le difficoltà con coraggio. A causa del suo atteggiamento, si è attirato l’ostilità di molte persone. Ora, Fuda vive in solitudine, abbandonato anche da coloro che un tempo cercavano il suo aiuto.

E.M.

Caro direttore, ho rivisto Pietro Fuda l’altra sera, a cena. Aveva lo sguardo diverso, ma attento e la battuta sempre in canna. Il mio sindaco non è mai stato un politico così, ti potevano piacere oppure no i suoi progetti, ma era concreto e mandava al diavolo chi si metteva tra lui e le cose da realizzare. Non ha mai temuto i mediocri e i salotti del reggino: né i padroni, né i sotto. Ha snobbato dame da salotto, baroni di tenuta, malandrini di stazzo. Ha affrontato faccia a faccia le doppie facce: rigattieri, anelli al mignolo, gessati e tuniche, oratori e i peggiori di tutti, gli illuministi della Magna Grecia. Sicché negli anni s’è attirato addosso l’ira e le antipatie di una marmaglia di fegatosi, falangisti a cottimo, i quali hanno impiegato bibitari e intrallazzatori per sbarazzarsi di lui. Del resto si sa, in politica c’è sempre quell’urna paesana dove è facile trovare (o confezionare) un pelo per cremare amore e democrazia. Ti aspetta al passo quell’urna, come selvaggina di canale, e poi ti abbatte.

Ormai sono anni di solitudine per il senatore. Nessuno suona più al suo campanello, né i cacazibetti che gli portavano la borsa, tantomeno i “cani i gucceri” che salivano fin lassù, in mansarda, per chiedere ossi e raccomandazioni

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