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mercoledì, Novembre 27, 2024
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Ecomafia ancora regina, quarta per crimini ambientali

2.912 reati, 15 arresti e 2.758 denunce: la regione sprofonda nell’illegalità

 

La Calabria si conferma tristemente tra le regioni con il maggior numero di crimini ambientali in Italia. Secondo il rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente, la regione registra un preoccupante aumento di illeciti in quasi tutte le filiere analizzate, balzando dal quinto al quarto posto nella classifica nazionale per numero di reati.

 

Un quadro desolante, con quattro province su cinque nelle prime venti d’Italia per illegalità: Cosenza (ottava con 697 reati), Crotone (sedicesima con 515), Reggio Calabria (diciassettesima con 513) e Vibo Valentia (diciannovesima con 507). Fanalino di coda Catanzaro, che con 315 reati si posiziona fuori dalla top 20.

 

Il ciclo illegale del cemento vede la Calabria al quarto posto con 1.046 reati, mentre per quello dei rifiuti è terza con 828 illeciti. A livello provinciale, spiccano Vibo Valentia (201 reati) e Crotone (177) per i rifiuti, mentre Cosenza (266) e Reggio Calabria (182) primeggiano nell’edilizia abusiva.

Nonostante la Calabria non sia tra le prime regioni per furti di opere d’arte (quindicesima con 6 furti), la situazione peggiora per quanto riguarda i reati contro gli animali, dove si posiziona sesta con 424 illeciti. I dati evidenziano un’incidenza preoccupante di abusi, soprattutto a Reggio Calabria (137 reati), Crotone (124) e Cosenza (78).

Nonostante l’abbattimento di alcuni ecomostri, come il Palazzo Mangeruca di Torre Melissa nel dicembre 2023, e la recente demolizione di una villa abusiva a Stalettì, le demolizioni eseguite restano insufficienti.

“I dati del dossier Ecomafia 2024 – denuncia Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – rivelano un quadro allarmante. Non solo la Calabria sale nella classifica delle illegalità ambientali, ma ben quattro province sono tra le peggiori d’Italia. Serve un’azione decisa da parte delle istituzioni per contrastare questo fenomeno e tutelare il nostro territorio”.

 

Prosegue l’applicazione della legge 68 del 2015 sugli ecoreati, che nel 2023 ha superato quota 600 contestazioni, seppur con un leggero calo rispetto all’anno precedente (637). Tale diminuzione sembra però associata ad un calo dei controlli, passati da 1.559 a 1.405. Il delitto di inquinamento ambientale resta comunque il più contestato (111 volte nel 2023), con 210 denunce e 21 arresti.

 

I dati del rapporto Ecomafia 2024 tracciano un quadro preoccupante per la Calabria, evidenziando la necessità di un’inversione di rotta decisa e urgente per contrastare i crimini ambientali e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. Un impegno che richiede la collaborazione di tutte le istituzioni, dalle forze dell’ordine alla magistratura, fino alle amministrazioni locali e ai cittadini stessi.

 

 

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