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domenica, Novembre 24, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 10 Luglio.

Accadde che:

1943 (81 anni fa): le forze Alleate britanniche, americane e canadesi sbarcarono sulle spiagge della Sicilia, ancora controllata dalle forze dell’Asse, nell’ambito della cosiddetta “Operazione Husky”. Esattamente 180 mila soldati sbarcarono lungo 160 chilometri di costa: fu il più grande sbarco di tutta la storia per numero di uomini scesi a terra e per dimensioni della costa assaltata. La decisione di sbarcare in Sicilia e da lì invadere l’Italia fu il frutto di un compromesso tra gli ambiziosi piani dell’esercito statunitense e quelli più modesti dell’esercito inglese. Nella primavera del 1943, era chiaro a tutti gli alleati, che era necessario impegnare da qualche parte in Europa la Germania nazista. La guerra era in corso oramai da quattro anni e la gran parte dello sforzo militare fino a quel momento era stata sostenuta dall’esercito russo. Stalin premeva da anni, affinché gli alleati sbarcassero in forze in qualche punto dell’Europa, preferibilmente in Francia. I generali americani erano favorevoli a questa alternativa: la loro filosofia, condivisa in buona parte dal presidente Franklin D. Roosevelt, era che la guerra andava finita il prima possibile. Gli alleati decisero di lanciare l’assalto nel corno meridionale della Sicilia. Il loro compito era conquistare alcuni ponti strategici e disturbare tedeschi e italiani, confondendoli e attaccando le loro retrovie. Dal punto di vista strategico la campagna ebbe un esito deludente per gli Alleati, che non riuscirono a impedire la ritirata delle truppe italo-tedesche verso l’Italia continentale. Da un punto di vista politico, invece, l’invasione della Sicilia ebbe decisiva influenza in Italia: favorì la destituzione di Benito Mussolini, la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile, con cui le forze armate italiane cessarono le ostilità contro gli anglo-statunitensi.

1991 (33 anni fa): avviene il Delitto dell’Olgiata: Alberica Filo Della Torre, nobildonna napoletana sposata con un costruttore romano, viene trovata strangolata nella stanza da letto nel quartiere Olgiata, a Roma, mentre nella villa fervevano i preparativi per il decimo anniversario del suo matrimonio. Il caso della contessa è rimasto uno dei grandi cold case italiani fino al 2007, quando a sorpresa, i reperti del caso hanno cominciato a raccontare una assurda storia. Quella mattina nel festoso via vai nei corridoi della villa si nota l’assenza della contessa, così una domestica bussa alla sua porta e non ricevendo risposta apre e trova il corpo senza vita della donna, con la faccia sul pavimento e un lenzuolo insanguinato intorno alla testa. La curiosità dei media si riversa sulla vita privata della nobildonna napoletana, nella quale si fruga senza riguardo a caccia di amanti, scandali, scheletri nell’armadio al fine di trovare un movente. Tuttavia per ben 16 anni il nulla, ma grazie alla tenacia del marito che ha sempre combattuto per conoscere l’assassino di sua moglie, le ricerche sono andate avanti e nel 2011 viene isolato dal lenzuolo della contessa il DNA di un uomo, identificato come Manuel Winston, di nazionalità filippina, ex dipendente della contessa con il quale vi erano stati degli attriti. L’uomo interrogato confesserà l’omicidio. Il movente? Winston avrebbe avuto un confronto con la contessa per un debito che la nobildonna avrebbe reclamato da lui. Nella furia del litigio l’avrebbe colpita con uno zoccolo per poi strangolarla.

Nato oggi:

1871 (153 anni fa): nasce, a Parigi, Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust, ricordato semplicemente come Marcel Proust scrittore, saggista e letterario. È celebrato fra i maggiori scrittori francesi per aver dato vita al monumentale romanzo “Alla ricerca del tempo perduto”, capolavoro indiscusso della letteratura del Novecento. Grazie all’agiata condizione sociale ed economica della famiglia, lo scrittore trascorre le proprie giornate fra i salotti dell’alta borghesia e dell’aristocrazia parigina, che ritrae con raffinata ironia e con uno stile letterario enfatico e inconfondibile. Favorito da un eccezionale talento imitativo e da una brillantezza di spirito più unica che rara, delinea un dettagliato resoconto delle trasformazioni sociali in corso durante la Terza Repubblica francese; dipinge alla perfezione vizi e virtù degli ambienti del bel mondo parigino, offrendo al lettore un’importante testimonianza storica e un prodotto artistico di inestimabile valore. Noto al grande pubblico come autore di riflessioni sulla memoria e sul tempo, Proust affronta tematiche varie ed eterogenee: dal ruolo consolatorio della figura materna all’ipocrisia della mondanità parigina, dalla malattia reale o immaginaria all’amore come esperienza dolorosa e ingannatrice. Nella sua opera trovano posto descrizioni di avvenimenti storici di importante valore testimoniale, come il discusso caso Dreyfus, ma anche racconti privati della desolata vita notturna nelle strade della Ville Lumiere durante il coprifuoco della Prima Guerra Mondiale. Dure e meno note sono le pagine dedicate al tema dell’omosessualità, considerata una pratica per “Invertiti”, e alla religione ebraica, apostrofata con parole gravi. Il suo capolavoro è “Alla ricerca del tempo perduto”. In quest’opera è racchiusa tutta l’evoluzione del pensiero dell’artista: tra i moltissimi temi trattati, spicca il ritrovamento del tempo perduto, del ricordo, della rievocazione malinconica del passato perduto. Esso è, quindi, legato al passato, ma al contempo è un tempo verso il quale tende il presente. L’opera fa parte del Guinness dei Primati, essendo il romanzo più lungo del mondo, con circa 9.609.000 caratteri, scritti in 3724 pagine.  Muore, a Parigi, il 18 novembre 1922, all’età di 51 anni, per una bronchite mal curata.

 

 

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