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Il Fascino dei Caffè Storici: Sant’Eustachio e Altri

L’articolo di Bruno Gemelli esplora la storia e l’importanza culturale dei caffè storici in Italia, con un focus particolare su Sant’Eustachio, una caffetteria romana vicino al Pantheon. Fondata nell’Ottocento e modernizzata nel 1938, è stata un luogo di ritrovo per intellettuali e antifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. L’articolo menziona anche altri celebri caffè letterari italiani, come l’Antico Caffè Greco a Roma e il Caffè Florian a Venezia, sottolineando il ruolo dei caffè come centri culturali e sociali.

Bruno Gemelli 

Sant’Eustachio, martire romano durante il regno di Adriano, oltre ad essere patrono di Acquaviva delle Fonti, Belforte del Chienti, Campo di Giove, Ischitella, Madrid, Matera, Mordano, Poli, Scanno, Sesto Campano, Tocco da Casauria e Torella dei Lombardi, è protettore dei cacciatori e delle guardie forestali. 

Piazza Sant’Eustachio, che si trova nel centro di Roma, ha dato il nome a uno dei bar più frequentati della Capitale, vicino al Pantheon e a due passi del Senato. 

Il locale esisteva già nell’Ottocento. Allora si chiamava “Caffè e Latte”. Il nome Sant’Eustachio e arrivato dopo, con la prima modernizzazione nel 1938. La caffetteria prende il nome dalla piazza che a sua volta prende il nome dalla chiesa di S. Eustachio. Sin dal principio, il prodotto centrale è sempre stato il caffè e il locale estremamente di tendenza, principalmente perché si distingueva dagli altri. In un’epoca di bar completamente fatti di legno, gli spazi di Sant’Eustachio erano tutti bianchi e in muratura. Talmente di tendenza, che era anche il ritrovo dell’allora squadra giallo-rossa. 

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, la centralità del caffè aumenta e Sant’Eustachio acquista una macchina tostatrice e diventa torrefazione, oltre che caffetteria. Nel 1999 alla guida di Sant’Eustachio è subentrata la famiglia Ricci. 

Uno dei Ricci, Roberto, è stato parlamentare del Pci e presidente nazionale dell’Anpi. Francesco Caridi ha ricordato che, «nel 1943, nella cantina del Caffè Sant’Eustachio, complice il proprietario, si vedevano in segreto gli antifascisti Brosio, Franco Antonicelli, Giorgio Arbarello, Leone Cattani, Francesco Costa e Manlio Lupinacci». 

A Roma erano famosi i caffè letterari a partire dall’Antico Caffè Greco in via Condotti, fondato nel 1760 da un certo Nicola della Maddalena e frequentato da gente come Byron, Andersen, Wagner, D’Annunzio, Leopardi, Levi, Delaroche. Fra gli italiani, Carlo Goldoni, Giacomo Leopardi, Gabriele D’Annunzio, Renato Guttuso che dipinse il Caffè Greco, oggi in mostra a Madrid. 

Sempre a Roma, in Piazza del Popolo, c’erano, dirimpettai, i caffè Canova e Rosati, frequentati dall’intellighenzia felliniana, a partire da Ennio Flaiano, divennero frequentatori abituali di questi caffè, musicisti, storici, principesse e cardinali. 

 Artisti e intellettuali come Vincenzino Talarico di Corigliano, Mario Monicelli, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Alberto Moravia, Goffredo Petrassi, Mario Soldati, Mafai, Carlo Levi, Renzo Vespignani, Vitaliano Brancati, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Aldo Palazzeschi, Cesare Zavattini, Carlo Levi, Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Vittorio Gassman. 

 Tutta l’Italia ha vantato caffè storici come il Caffè Pedrocchi a Padova, il Caffè Meletti ad Ascoli Piceno, il Caffè Al Bicerin a Torino, il Caffè Gambrinus a Napoli, l’Antico caffè Spinnato di Palermo, il Florian di Venezia che è il più antico caffè italiano e del mondo, ecc. ecc. 

 Anche la Calabria ha avuto ed ha i suoi simboli: il Gran Caffè Renzelli a Cosenza, il Caffè Imperiale a Catanzaro, il Gran Caffè Massimo – Teatro Comunale a Reggio Calabria. 

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