Il catanzarese Luca Ursano che, qualche giorno fa, ha gareggiato ai campionati europei di atletica leggera, a Roma, ha ricordato le performances del sidernese Francesco Panetta.
Bruno Gemelli
Ai campionati europei di atletica leggera conclusisi, qualche ora fa, a Roma ha gareggiato il catanzarese Luca Ursano nei 10 mila metri classificandosi al decimo posto nella finale. Qualcuno ha ricordato le performances di Francesco Panetta nel mezzofondo.
Panetta campione mondiale dei 3000 metri siepi a Roma 1987 e campione europeo a Spalato 1990, nel 1987 si rese protagonista di un’epoca vicenda che spinse il resista Luigi Comencini a dedicargli un film, “Il Ragazzo di Calabria”.
Nel 1994, agli Europei di Helsinki, Panetta si presentò ormai a fine carriera, quasi comprimario rispetto agli altri azzurri Lambruschini e Carosi che partivano con ambizioni di vittoria. Alla finale arrivarono tutti e tre gli atleti italiani, ma il favorito Lambruschini dopo pochi giri di gara cadde su un ostacolo. Panetta lo aiutò a rialzarsi e a riportarsi nel gruppo dei migliori. Lambruschini vinse la gara e l’oro europeo, Panetta finì fuori dal podio, ma il suo gesto d’altruismo è rimasto nella memoria degli sportivi italiani anche più delle sue medaglie passate.
Scrisse Michele Spezia: «Francesco Panetta, tu ora stai correndo per liberarti. Per liberare il tuo vento. Lo cerchi, quell’alito che ti spinga sopra, oltre l’ennesimo podio di una carriera feconda ma ormai finale, oltre quello sfavillìo di medaglie europee e mondiali che hanno trasformato quel ragazzo di Siderno timido, miope e capellone nel “Ragazzo di Calabria”. L’atleta che insieme a Cova, Mei e Antibo, ha reso l’Italia locomotiva del mezzofondo mondiale in un decennio d’oro, quello a cavallo tra la metà degli anni ’80 e ‘90. Anni di campioni, idoli, esempi».
Retorica a parte, Francesco resta un esempio.