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“Giacomo Matteotti, difensore della Libertà, nel centenario del suo assassinio

Sabato 1° giugno 2024, la Deputazione di Storia Patria per la Calabria, unitamente all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Sezione di Siderno, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha tenuto, presso la sala consiliare, una conferenza sul tema “Giacomo Matteotti, difensore della Libertà, nel centenario del suo assassinio eseguito dal Fascismo”.

I lavori sono stati introdotti e moderati dal Dr Vincenzo De Angelis, componente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e Presidente della Sezione di Reggio Calabria dell’Istituto del Risorgimento; lo storico si è soffermato sulla figura del politico, socialista, rappresentante dei principi di libertà, in continuità con il Risorgimento, coscienza umana contro ogni tipo di guerra; da Locri e dai paesi vicini, già nell’immediatezza dell’evento, si è iniziato a commemorare Giacomo Matteotti, emblema antifascista.

Il Sindaco di Siderno, Maria Teresa Fragomeni, ha sottolineato  l’importanza dell’evento e come sia dovere morale ricordare il deputato che denunciò, per primo, le barbarie del fascismo a  costo della sua vita.

Il Prof. Giuseppe Caridi, Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, ha evidenziato il compito degli storici di non fare dimenticare una figura così rilevante per la nascita della nostra democrazia, ed ha segnalato i rischi derivanti dall’autonomia differenziata, che  inciderà sull’unità della Repubblica e sul principio di uguaglianza.

L’avv. Giuseppe Oppedisano, Presidente Anpi Sezione di Siderno, ha richiamato l’attualità di Giacomo Matteotti, quale, pacifista, padre nobile dell’art. 11 della Costituzione, laddove l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti, nonché il particolare impegno nelle amministrazioni locali; ha auspicato che  i Comuni chiedano ai beneficiari di sovvenzioni o spazi pubblici la sottoscrizione di una “dichiarazione espressa di adesione ai principi costituzionali”, ossia di “adesione ai valori dell’antifascismo, posti a base della Costituzione repubblicana, affermatisi nel nostro Paese dopo una ventennale opposizione democratica alla dittatura fascista e dopo i 20 mesi della Lotta di Liberazione dal nazifascismo”.

L’avv. Domenico Romeo, saggista e componente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, ha dato risalto all’esponente del politico e al suo particolare  legame con Siderno. Nel settembre del 1920, in occasione dell’elezioni comunali e della vittoria della lista dei socialisti, Matteotti definì Siderno “la Molinella dello Ionio”,  paese del circondario di Bologna ove si ebbe altra importante affermazione  dei socialisti. Ha ripercorso le vicende del partito socialista nei vari comuni locridei ed esposto gli articoli della stampa locale dell’epoca (Gazzettino Rosso, il Socialista, Fiamme Rosse), richiamato la corrispondenza con Vincenzo De Angelis, le accuse di  violenze e brogli ai fascisti, già durante le elezioni nel 1921, il consolidamento del regime con il conseguente scioglimento delle amministrazioni socialiste locali, fra le quali Siderno, Mammola, Gioiosa, e l’arrivo dei podestà. Ha rammentato l’aspetto dello studioso, laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna, con una tesi sulla recidiva, ed i suoi contatti internazionali. Nel 1946, Sorace, Iannopollo, Zitara organizzarono una mostra socialista sulla sua attività e l’amministrazione socialista e comunista dell’epoca dedicarono le rispettive vie a Matteotti e Gramsci, entrambi martiri antifascisti.

Lo scrittore Santo Giuffré ha approfondito la biografia umana e sociale, ripercorso le vicende familiari, l’impegno nel Polesine  dove Matteotti inizia ad organizzare le prime sezioni del partito socialista e del sindacato e si fa promotore delle prime cooperative di braccianti agricoli, contro lo sfruttamento da parte degli agrari. Ha  esposto il  pensiero del  riformista che non credeva agli scioperi per prendere il potere e, invece, abbracciava  il principio  dell’educazione delle masse dei braccianti e poi sarebbe venuta la decisione se assumere il potere con la violenza, la rivoluzione oppure in modo pacifico;  ha indicato nel contrasto e nella divisione all’interno del partito socialista, predominante in Italia fino 1920, quali condizioni che permisero al fascismo di avanzare, facendo leva sulle paure. Una riflessione sull’attualità del fascismo odierno che mette a rischio i diritti. Ha indugiato sulla perdita di democrazia, per effetto delle varie riforme del sistema elettorale; il passaggio dal sistema proporzionale al maggioritario e le successive riforme consentono oggi ad una minoranza del 25% di governare l’Italia. Ha rilevato l’attualità del pensiero, criticando gli errori dell’attuale politica dedita al finanziamento delle guerre e non invece a risolvere le divergenze fra i vari territori, fra i quali la sanità. Ulteriori considerazioni sul Matteotti pacifista, che contestò l’inutile massacro della prima guerra mondiale, pagato per lo più dalla popolazione meridionale negli anni della guerra; nel 1919 le condizioni di povertà dei calabresi spinsero molti ad emigrare ed è l’anno in cui registrò il più alto numero di partenze.

L’avvocato Francesco Macrì ha risaltato non solo il ruolo del  parlamentare ma anche lo straordinario giurista, studioso del diritto penale, il suo contributo nella teoria del diritto; padroneggiava il tedesco e l’inglese; la sua autonomia della visione socialista ha quasi anticipato  la questione della separazione delle carriere, ossia il giudice terzo slegato dal potere esecutivo. Ha ricordato l’incontro fra Matteotti e il giovane Piero Calamandrei.

Lo scrittore Davide Codispoti è intervenuto sui motivi del delitto, oltre al discorso in Parlamento di denuncia delle violenze fasciste, ha segnalato la pista della corruzione e degli affari fra la Sinclair oil ed esponenti del fascismo, ritenuta attendibile da alcune pubblicazioni; l’ipotesi è di aver voluto impedire il discorso che Matteotti avrebbe dovuto tenere l’undici giugno ’24, di denuncia della corruzione del regime fascista.

Il Professore Antonio Baglio, docente di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Messina,  ha sottolineato la memoria e l’importanza anche del suo pensiero politico, oppositore, strenuo difensore della libertà nei confronti del fascismo, le partecipazioni all’internazionale socialista, i rapporti e gli incontri con i laburisti. Era un analista del fascismo, il primo a capire la natura autoritaria, in un periodo in cui alcuni invece erano abbagliati da Mussolini. Ha esaminato i vari moventi politici del delitto; l’ipotesi della Sinclair oil, compagnia petrolifera americana, che avrebbe avuta l’esclusiva nel mediterraneo;  altre ipotesi ricollegano il fatto non solo al discorso del 10 maggio ma anche al rischio di rivelare i brogli dei bilanci redatti dai fascisti. Ha richiamato l’aspetto letterario, quali le lettere alla moglie Velia, contenute nell’epistolario, curato da Stefano Caretti. Ha concluso affermando che Matteotti merita di essere riscoperto nel suo pensiero politico, nell’esempio di radicamento del parlamentare con il suo territorio, e per il coraggio e il suo sacrificio per avere affermato la verità.

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