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giovedì, Settembre 19, 2024
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Papa Francesco e la volgarità

Il nostro Matteo Lo Presti ci scrive: caro Direttore mi permetto di trasmetterle queste note del severo Vescovo di Vieste, Manfredonia e San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, già generale dei padri somaschi, seguaci del Santo veneziano Gerolamo Emiliani, protettore dell’infanzia abbandonata. 

Papa e Presidente del Consiglio appaiono come volgari imbonitore di brutte parole: il Papa vittima di chiacchiere malsane, la Meloni protagonista di volgarità vendicativa.

Caro Direttore mi permetto di trasmetterle queste note del severo Vescovo di Vieste, Manfredonia e San Giovanni Rotondo, padre Franco Moscone, già generale dei padri somaschi, seguaci del Santo veneziano Gerolamo Emiliani, protettore dell’infanzia abbandonata.  Viaggiatore per costruire ed organizzare strutture nei paesi più poveri del mondo con la missione di creare una società migliore e solidale, il Vescovo Moscone non difende, ma cerca di spiegare le accuse che a Papa Francesco sono state rivolte in occasione di un suo dialogo privato con altro vescovo, nel quale ha usato un termine ,inconsueto sulla bocca di una autorità prestigiosa e che si riferiva al mondo rappresentato dagli omoseulai. Viviamo momenti difficili nella vita socio-politica del Paese.

La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nell’incontrare in questi giorni a Caivano di Napoli il presidente della Regione Campana, De Luca,, memore di antichi insulti ricevuti si è presentata così “ Sono quella STRONZA della Meloni”.

Così Papa e Presidente del consiglio appaiono esibiti su tutti gli strumenti di informazione del mondo come volgari imbonitore di brutte parole. Il Papa vittima di chiacchiere malsane, la Meloni protagonista di volgarità vendicativa.

La lettera del vescovo Moscone mette in chiaro i termini di valutazioni assai diverse. Da difendere il Papa, da ignorare la Meloni nella sua insulsa volgarità che offende i cittadini del paese che governa.

Matteo Lo Presti

 

PAPA FRANCESCO  e gli arbitri della pubblica opinione.

“E’ entrata nel mondo della comunicazione  la chiacchiera maldicente :il piacere  di trovarsi d’accordo  ai danni di qualcuno .Il proposito malevolo  di danneggiare il prossimo non è mai esplicito .Quel prossimo  è di solito un conoscente,  un amico, un uomo legato  alle nostre relazioni anche istituzionali .Si deplorano aspetti della sua personalità ,si criticano  certi atteggiamenti fuori posto ,si prospettano  atti che avrebbe dovuto compiere  e non ha compiuto. Ha luogo una facile demolizione della personalità di chi sa discernere .E la chiacchiera divenuta maldicenza  si copre il volto : si è parlato nell’interesse dalla persona criticata e prevale l’idea che anche la chiacchiera superficiale  indichi la verità.

A voler chiamare le cose con il loro nome,nella misura in cui la chiacchiera  degenera in maldicenza assomiglia ad una delazione.

Così  è avvenuto con il Papa Francesco per una riflessione sulla omosessualità estranea alle modalità dell’incontro , che aveva come obiettivo riflettere sulle conclusioni della VISITA AD LIMINA dei vescovi di Italia:  la riduzione delle diocesi italiane e il percorso  del sinodo sia italiano sia ujiversale.

Tra le domande che sono state rivolte al Papa ,in modo incongruo  e non pertinente con il dialogo corrente ,c’è stata la richiesta, in un momento marginale, di un vescovo che chiedeva come comportarsi  nelle modalità di accoglienza di chi chiede di entrare in seminario essendo gay.

Il Papa con una battuta ,che non aveva motivazione di essere divulgata, precisava che il fenomeno della omosessualità era straripante  e che occorreva vigilare . Non c’era nessuna volontà di risolvere il problema in modo definitivo ,né c’era la necessità di affrontare il tema  in un incontro nel quale si parlava di altro

Tanto è vero che nessun nome si è offerto responsabile di testimoniare quanto avvenuto. Ma è bastato che la chiacchiera diventasse il primo nucleo di pubblica opinione non verificata .La chiacchiera rapidamente e voluttuosamente è stata  diffusa per l’incapacità congenita degli uomini a tacere,che crea distonie ,che provocano pregiudizio, che elimina la responsabilità personale di averlo promosso e diffuso. E la pubblica opinione ha basi anonime e irresponsabili. Simile alla rossiniana calunnia,  la chiacchiera è una valanga  che acquista nel suo corso sempre maggior volume.

Più è diffusa ,meno si sente la necessità  di controllare se essa risponda  a verità.

Papa Francesco sull’argomento ha posto riflessioni concrete,coraggiose ,caritatevoli. Nessun arretramento,nessuna volgarità,nessun sproloquio .Il mondo adora  le affermazioni perentorie , dogmatiche ,assolute e disdegna la via lenta e incerta della ricerca . Per questo le chiacchiere  hanno tanta fortuna  e ci vuole tempo  per accorgersi che erano soltanto chiacchiere e non sta a me solo testimoniare che le ferme colonne della dignità e dei diritti umani hanno nella figura del Papa Francesco solidità non effimera.
Mi piace pensare lontano da Genova ,che la verità non sempre viene a galla da sola. Per farla emergere  si richiede il lavoro  paziente e pericoloso del palombaro”.

Padre Franco Moscone Vescovo di Manfredonia e San Giovanni Rotondo

Già generale dei padri Somaschi e preside del liceo Emiliani di Nervi

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