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venerdì, Novembre 22, 2024
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Calabria: incarichi a familiari in ente finanziato dalla Regione. Arresti

A Vibo Valentia, la Guardia di Finanza di Vibo Valentia, insieme alla Sezione di pg della Guardia di finanza della Procura e della Polizia locale hanno arrestato due persone e poste ai domiciliari per peculato, ed altre tre sono indagate per lo stesso reato e beni per 230mila euro sono stati sequestrati.

Dalle indagini sarebbe emerso che due dirigenti del Sistema bibliotecario vibonese, un servizio pubblico locale gestito e finanziato dalla Regione Calabria, si sarebbero appropriati, nel tempo, di ingenti somme di denaro – pari all’importo sequestrato – destinandole, tra l’altro, a propri congiunti tramite conferimento diretto di incarichi in palese conflitto di interesse, eludendo le disposizioni in materia di accesso al pubblico impiego.
Secondo l’accusa, è emerso che, per lo svolgimento delle attività connesse alla realizzazione dei progetti a cui ha preso parte, l’ente si è avvalso, negli anni, oltre che del personale regolarmente assunto, anche di altri soggetti con contratti di lavoro autonomo conferiti attraverso lettere di incarico prive di ogni riferimento circa la tipologia di selezione utilizzata e nelle quali non si dava atto di aver reso pubblica la ricerca di personale in quello specifico settore.

La pluralità di incarichi dal medesimo contenuto, “reiteratamente conferiti a familiari delle persone colpite da misura cautelare evidenzia, peraltro – rilevano gli investigatori – la sussistenza di esigenze non temporanee ed eccezionali, ma ordinarie e perduranti, rispetto alle quali l’amministrazione avrebbe dovuto trovare idonee soluzioni in termini di programmazione dei fabbisogni di personale, nonché di aggiornamento e formazione dei profili professionali interni”.
È emerso anche che l’ente, nel corso degli anni, ha approvato bilanci senza sottoporli al vaglio di un apposito revisore dei conti, figura mai nominata.

I bilanci, inoltre, sembrano essere stati “manipolati” con lo scopo di dare false informative economico-finanziarie, attraverso una rappresentazione fuorviante della situazione reale.
Secondo l’accusa sarebbe una gestione illecita che ha portato al dissesto dell’ente che nel periodo oggetto di indagine ha maturato una situazione debitoria quantificata in circa 700.000 euro.

 

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