La normativa sullo scioglimento delle amministrazioni per sospetto di infiltrazioni mafiose continua ad essere uno strumento assai importante per il contrasto alla criminalità organizzata, ma deve essere migliorata e devono essere revisionate le modalità di concreta applicazione se si vogliono raggiungere importanti e permanenti risultati positivi e se si vuole evitare che vi siano realtà in cui queste forme di scioglimento si ripetono ciclicamente.
L’istituto è stato introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 1991.
Inoltre è da tempo in vigore un complesso sistema di norme finalizzate al rafforzamento della capacità di prevenzione e contrasto dei fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e alla concreta attuazione del principio di trasparenza dell’azione pubblica. La legge n. 190/2012 (c.d. legge anticorruzione), così come modificata dal D.lgs. 97-2016 e ss.mm.ii, obbliga le Pubbliche Amministrazioni e anche gli enti locali ad adottare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (PTPCT), nel PIAO, nel cui ambito deve essere previsto anche un piano annuale di formazione del personale sui temi dell’etica e della legalità e sulla gestione delle attività a maggiore rischio di corruzione. Il contrasto alla corruzione infatti è prerogativa esclusiva di polizia e magistratura quando atti e malefatte son compiuti: i presidi posti a prevenzione dei rischi dell’attività amministrativa sono un aspetto rilevante dell’agire pubblico e la procedimentalizzazione degli ambiti amministrativi a rischio può attivare gli opportuni allarmi attraverso il monitoraggio e la prevenzione delle situazioni a rischio.
Anche alla luce della revisione del TUEL, emerge la necessità di esplorare la complessità insita nelle norme, la loro interazione, la necessità di una stretta integrazione, di riflettere sulla efficacia delle norme in materia di prevenzione del rischio corruzione, delle norme di contrasto ai condizionamenti ed alla infiltrazione mafiosa, tenendo conto delle esperienze fin qui realizzate, sui limiti dell’approccio tradizionale in termini di “malgoverno” e sulla possibile loro riforma con lo scopo di rafforzarne l’efficacia in termini di prevenzione e la capacità effettiva di permanenza degli effetti di ripristino della legalità.
La previsione di interventi “straordinari” per le amministrazioni locali in cui si registra la presenza di fattori di inquinamento mafioso continua ad essere necessaria e deve anzi essere resa ancora più incisiva sul terreno della organizzazione interna degli enti. Non si deve infatti dimenticare che l’esperienza dimostra che gli enti sciolti con questo strumento eccezionale sono quasi sempre assai deboli e carenti sul terreno del funzionamento delle macchine burocratiche e che, molto spesso, l’infiltrazione ed il condizionamento mafioso si concretizzano proprio anche attraverso debolezze e criticità della struttura burocratica.
La giurisprudenza amministrativa ha fissato in modo preciso gli ambiti entro i quali possono essere legittimamente assunti questi interventi straordinari: la fissazione e formalizzazioni di tali principi attraverso una modifica legislativa appare assai utile ed opportuna per meglio definire il punto di equilibrio tra gli spazi di apprezzamento discrezionale connessi alla natura di atti di “alta amministrazione” e la necessità di evitare errori ed utilizzazioni improprie di questo istituto. La previsione di commissioni di accesso quale momento di avvio della procedura si è rivelata come una scelta opportuna ed a cui apportare alcuni limitati miglioramenti.
Le iniziative che sono in corso per il comune di Caivano devono essere considerate come un esempio da assumere quale punto di riferimento per dimostrare la presenza effettiva dello Stato e per prosciugare lo stagno da cui la criminalità organizzata trae linfa. E’ necessario, mutuando le iniziative assunte per tale comune, mettere in campo un complesso armonico di iniziative. Il rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, l’assunzione di progetti di integrazione sociale, il potenziamento delle scuole, la realizzazione di importanti infrastrutture, l’attuazione di investimenti produttivi, il rafforzamento della polizia locale, la crescita della macchina organizzativa: sono queste le iniziative da mettere in moto. In tale ambito, la revisione dell’istituto della sovraordinazione, puntando sul rafforzamento permanente della struttura burocratica; la presenza a tempo pieno di una commissione straordinaria; la possibilità di assumere iniziative straordinarie sulle strutture amministrative e sui suoi vertici costituiscono un complesso di misure ulteriori che devono essere concretizzate.
Una particolare cura deve essere dedicata all’assunzione di iniziative che puntino al coinvolgimento della società civile, sapendo che su questo terreno devono essere recuperati ritardi e sottovalutazioni che hanno portato ad una sostanziale indifferenza dei cittadini rispetto alle potenzialità insite nell’istituto.
Sono, questi, i temi della giornata di studio e confronto sullo scioglimento dei consigli comunali per sospette infiltrazioni mafiose, promossa unitamente all’Amministrazione comunale di Polistena, con progettazione e organizzazione di coim idea, società di formazione e servizi per la pubblica amministrazione, e il patrocinio di Avviso Pubblico, dell’Associazione dei Comuni Città degli Ulivi, dell’Associazione dei Comuni della Locride e dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, che si terrà il prossimo 21 maggio, nel Salone delle Feste presso la sede municipale del Comune di Polistena, con inizio alle ore 9.00.
L’incontro è strutturato anche come momento di dialogo tra esperti, rappresentanti delle istituzioni interessate, e intende proporre una analisi collettiva della situazione e provare a tracciare i punti di convergenza.