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sabato, Novembre 23, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 5 Aprile.

Accadde che:

1817 (207 anni fa): il barone Karl Friederich Drais von Sauerbronn presenta pubblicamente la draisina, considerata la prima bicicletta. Aveva due ruote allineate, di cui l’anteriore sterzante, ma senza pedali né freni, per la cui propulsione era necessario che il guidatore, seduto sul sellino come nelle attuali biciclette, esercitasse una spinta puntando i piedi sul terreno.  Il nome draisina deriva appunto da Drais, il nome del suo inventore. Egli sosteneva che tale mezzo poteva sostituire il cavallo, con un conseguente risparmio dei costi di gestione, allargando quindi la possibilità di trasporto personale veloce ad una più larga fetta di popolazione, in realtà è stato utilizzato solo come mezzo di puro divertimento.

1937 (87 anni fa): a Roma, la regina Elena moglie di Vittorio Emanuele III di Savoia riceve la Rosa d’oro della cristianità concessa da papa Pio XI. La ricorrenza celebrativa offriva l’occasione per ricordare la figura di una Regina molto amata dal suo popolo, in una giornata caratterizzata da eventi a Lei dedicati. La Rosa d’Oro della Cristianità è un riconoscimento papale a personalità cattoliche di spicco istituito da Papa Leone IX nel 1049. Inizialmente la ricevevano Re e dignitari, come don Giovanni d’Austria dopo la vittoria a Lepanto, poi quasi esclusivamente Regine e altre dame che si erano distinte per la difesa della Chiesa o dei più deboli, così come alle Chiese predilette e alle città amiche. Il più antico donativo della rosa d’oro come segno di distinzione risulta essere quello che papa Urbano II fece al conte d’Angiò e d’Angers, nel 1096, in occasione della sua visita alla città. Le ultime a riceverlo furono: Isabella del Brasile reggente dell’Impero brasiliano (1888) per l’abolizione della schiavitù in Brasile, Vittoria Eugenia di Battenberg regina di Spagna (1923), Elisabetta di Wittelsbach (1925) ed Elena di Savoia (1937). Nel 1956 fu concessa alla granduchessa Carlotta del Lussemburgo.

Nato oggi:

1939 (85 anni fa): nasce, a Melito di Porto Salvo, Luigi Malafarina, detto Gigi, giornalista. Fin da ragazzino è stato attratto dall’informazione, infatti iniziò a scrivere nei giornaletti scolastici e possedeva un diario, sul quale annotava i fatti salienti che riguardavano Siderno. Scelse il mestiere di giornalista, nonostante la madre, appartenente ai Ruffo di Calabria, avesse per lui altri progetti: ingegnere o medico e, per tanti anni, si rifiutò di leggere i suoi articoli, come segno di protesta. Amava molto la sua terra, per questo decise di non lasciarla, lavorando alla “Gazzetta del Sud”, ma collaborando anche con “il Giorno” e “Il Messaggero”. La sua testa era un archivio prodigioso, non aveva bisogno di prendere appunti, ricordava fatti, persone, date. Dovunque fosse, appena succedeva qualcosa era sul posto e, un momento dopo, a scrivere per raccontare le sue cronache perfette. Amava molto il suo lavoro e soprattutto i suoi lettori, sembrava li conoscesse intimamente e per loro scriveva cronache puntuali, precise, accurate. La sua attenzione era, particolarmente, rivolta al fenomeno mafioso: risale al 1975 “Cronache mafiose”, un libro in cui ha descritto l’organizzazione mafiosa, le sue alleanze e le sue regole, dimostrando di essere avanti, rispetto agli altri, di circa venti anni. La sua curiosità lo portava a voler scavare sempre più in profondità, ciò gli causò minacce e lettere minatorie, ma niente riuscì a fermarlo. Riteneva che l’unica arma per sconfiggere la mafia fosse la cultura e coniò un nuovo termine: “Mafia dalle scarpe lucide” per sottolineare il passaggio dalla vecchia alla nuova mafia (ovvero quella imprenditoriale). Ma non ha scritto solo di mafia: quando scoppiò la rivolta a Reggio è stato il primo in piazza ad ascoltare, a cercare di capire per raccontare. Gigi era un sognatore, uno spirito libero con grande sete di conoscenza, desiderava raggiungere confini sempre più lontani. Muore, a Siderno, nella notte tra il 10 e l’11 settembre 1988.

 

 

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