Trekking e laboratorio di comunità, un abbraccio reale con un ulivo secolare custodito in un orto nel centro storico, la scoperta di un paese che si snoda in verticale tra scalinate, mulattiere e vicoli incastonati tra il Monte San Pietro, meglio noto come Tre Pizzi, la Vallata delle grandi pietre e la Motta di Gerace: è stata questa l’esperienza suggestiva di Italea Calabria ad Antonimina, in provincia di Reggio Calabria.
«La passeggiata urbana a cura dell’Associazione Boschetto Fiorito, così come il laboratorio di comunità, ci hanno permesso di tracciare la storia di luoghi e persone che abitano Antonimina – dice Angelo Carchidi, responsabile degli eventi di comunità del progetto -. Ma anche di quanti il paese lo hanno lasciato e della massiccia emigrazione in Argentina degli antoniminesi. Del compaesano che lì, in Sud America, è divenuto maestro di tango tanto talentuoso da diventare l’istruttore di ballo della rockstar Madonna (al secolo Veronica Ciccone) per il film Evita. O che qui si viveva di un artigianato specializzato, ora perduto, tanto quanto di agricoltura e pastorizia. Che Antonimina ha dato i natali a magistrati e politici noti e che per Rosella Staltari, giovane religiosa del posto morta a soli 22 anni, la Chiesa cattolica ha aperto il processo di beatificazione. Ogni spazio, insomma, – conclude Carchidi – ci ha raccontato tante storie e queste storie ci aiutano a ricostruire una sorta di mappa identitaria del luogo».
Dopo il trekking, nell’ aula magna dell’ Istituto secondario di Primo grado, si è svolto l’incontro di laboratorio, preceduto dai saluti del Sindaco di Antonimina Giuseppe Murdaca e dagli interventi di Cristina Porcelli e Serena Franco, coordinatrice regionale la prima e referente di Italea Calabria la seconda. «Abbiamo scelto Antonimina – ha sottolineato Serena Franco – per la collaborazione consolidata con questo comune e grazie al partenariato siglato in fase di elaborazione del progetto. Le peculiarità naturalistiche del paese, porta di ingresso al Parco Nazionale d’Aspromonte, ci forniscono un contesto importante – continua la Franco – l’ascolto attivo delle comunità, la voglia di raccontarsi degli abitanti del posto fanno il resto, rivelandosi tasselli preziosi dell’identità di questo territorio». «Questo lavoro di ricerca e ascolto sul campo – conclude Serena Franco- ci permette di strutturare un’ offerta turistica co-progettata con le comunità locali, di incamerare un valore aggiunto da proporre a quei viaggiatori che vorranno vivere un’ esperienza di ricongiungimento con le proprie radici e, non per ultimo, di tramandare digitalmente storie che altrimenti rischierebbero di andare perdute».
La giornata è stata l’occasione per lasciare anche alcune tracce del progetto Italea che sono la promessa di ritrovarsi. Nel mese di agosto infatti, in occasione della festa dell’emigrante – evento che sarà realizzato dall’Amministrazione comunale grazie alla linea di finanziamento del MAECI sul turismo delle radici rivolta ai comuni – Italea Calabria tornerà ad Antonimina per continuare il viaggio delle radici e per restituire alla cittadinanza un pannello urbano con le informazioni turistico – antropologiche acquisite nel corso di questo laboratorio di comunità.
Il PROGETTO ITALEA
Italea è il programma di promozione del turismo delle radici, lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale all’interno del progetto PNRR e finanziato da NextGenerationEU per il periodo 2022-2025.Il progetto mira ad attrarre italiani all’estero e italo-discendenti intenzionati a scoprire i luoghi e le tradizioni delle proprie origini, fornendo un insieme di servizi per agevolare il viaggio in Italia, grazie anche all’organizzazione capillare costituita da 20 gruppi, ognuno per una regione italiana, che avranno cura di informare, accogliere e assistere i viaggiatori delle radici.
Italea è un progetto dedicato sia a chi conosce già le proprie origini italiane e vuole organizzare un viaggio per scoprire e ritrovare i luoghi, i costumi e la cultura dei propri avi, sia a chi le deve identificare, e che potrà avvalersi di una rete di genealogisti affidabili.
Il nome Italea deriva da “talea”, una pratica con cui si consente ad una pianta di propagarsi. Recidendo una parte e ripiantandola, le si può dare nuova vita, facendo crescere nuove radici: proprio come accade con le migrazioni.
Questo programma rappresenta la riconoscenza della “pianta madre” al proprio fiorire nel mondo.”