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venerdì, Novembre 22, 2024
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HomeCalabriaIl potere, nasconde dietro questo giornalismo “modello Presa diretta” le proprie responsabilità!

Il potere, nasconde dietro questo giornalismo “modello Presa diretta” le proprie responsabilità!

Per un solo secondo mettiamoci dal punto di vista dei cittadini della Locride che hanno guardato la trasmissione Presa Diretta e che perdono mediamente QUATTRO anni di aspettativa di vita a causa della malasanità e che per tutta risposta viene rinfacciato loro la sinistra fama che li precede. Che non solo è un’infame bugia ma anche un  modo per giustificare storici ritardi che si sommano alle attuali e gravi inadempienze verso questa Terra. La Locride è metafora di un Sud che muore perché da molti anni anticipa i processi di decomposizione della società che si accompagnano sempre a fenomeni di violenza, di frustrazione, di rassegnazione che gli occhi di giornalisti distratti non riescono a cogliere.

Nei giorni scorsi la trasmissione “Presa Diretta” si è occupata della Calabria puntando i riflettori sulla disastrata sanità calabrese. La parte centrale del servizio è stata occupata all’intervista della dottoressa Di Furia, direttrice generale dell’ASL di Reggio, che ha esordito dicendo “al momento della mia nomina non conoscevo la Calabria ma conoscevo la Locride.”

A questo punto,, due domande sarebbero state d’obbligo :a) perché a guarire la malmessa sanità calabrese sia stata inviata una persona che, per sua stessa ammissione, non  conosce la Calabria? ; b) se il riferimento della direttrice alla” “fama” della  Locride, inchiodata alla sua immaginaria ed esclusiva dimensione criminale, non costituisca esso stesso un chiaro pregiudizio culturale che offusca la vista e fa perdere l’orientamento?

Per un solo secondo mettiamoci dal punto di vista dei cittadini della Locride che hanno guardato la trasmissione Presa Diretta e che perdono mediamente QUATTRO anni di aspettativa di vita a causa della malasanità e che per tutta risposta viene rinfacciato loro la sinistra fama che li precede. Che non solo è un’infame bugia ma anche un  modo per giustificare storici ritardi che si sommano alle attuali e gravi inadempienze verso questa Terra.

Sia chiaro, nessuna responsabilità ha la Di Furia per il marchio di criminali impresso a fuoco sulla nostra pelle ma, quantomeno per fare buon giornalismo, dovremmo spiegarci come mai in QUARANTA ANNI di “lotta” alla ndrangheta in cui sono stati dispiegati da un lato i magistrati antimafia più famosi e più scortati del mondo e  dall’altro  mandati a dirigere la sanità  ammiragli, generali, questori e prefetti. Spesso incompetenti ma pur sempre graduati,  i cittadini della Calabria e della Locride hanno ottenuto come risultato:  1) una sanità di gran lunga peggiore rispetto a 40 anni fa ; 2) una ndrangheta diventata la più potente organizzazione a delinquere del mondo ; 3) una fama criminale che è un’ infamia; 4) l’applicazione di leggi eccezionali. 5) una spesa sanitaria pro capite decisamente inferiore alla media nazionale.

A qualcuno bisognerebbe pur ascrivere tutti questi “meriti” che messi insieme costituiscono un’abile strategia per lasciare il Sud in perenne agonia.

La Locride è metafora di un Sud che muore perché da molti anni anticipa i processi di decomposizione della società che si accompagnano sempre a fenomeni di violenza, di frustrazione, di rassegnazione che gli occhi di giornalisti distratti non riescono a cogliere.

Per esempio, qualche anno fa, scriveva Imma Vitelli su Vanity Fair a proposito della  Locride “è il Medio Oriente d’Italia. Un luogo aspro e remoto dove le persone non parlano con i forestieri e in fondo neppure tra di loro, dove gli agenti in divisa venuti da lontano sono consapevoli che questo è il vero Far West italiano. La terra più violenta d’Italia.”

Dietro questo giornalismo, il Potere, in tutte le sue sfaccettature, si camuffa e nasconde le proprie responsabilità.

Qualcuno rimpiange i briganti.

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