Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 18 Marzo.
Accadde che:
1940 (84 anni fa): durante la seconda guerra mondiale, Hitler e Mussolini si incontrano al Passo del Brennero, concordando di formare un’alleanza contro Francia e Regno Unito. Gran parte del colloquio è dedicata alla situazione militare dei due paesi e all’inevitabile, ma non imminente, intervento italiano. Mussolini incontrando Hitler decise che l’Italia fascista avrebbe combattuto le “plutocrazie” al fianco della Germania nazista. Decise proprio in quel giorno. Un uomo, un uomo solo, il dittatore, prese la decisione che gettò l’Italia nell’olocausto e causò la tragedia che costò al popolo italiano atroci sofferenze. La cronaca della giornata è fissata nei famosi Diari di Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini diventato a 33 anni Ministro degli Affari Esteri: “Mussolini attende l’ospite con un senso di ansioso piacere: sempre più, in questi ultimi tempi, sente il fascino del Führer. I successi militari, i soli che Mussolini veramente apprezza e desidera, sono di ciò la causa. Nell’attesa, mi narra di aver fatto durante la notte un sogno che del futuro gli squarciò il velame. Ma non mi dice quale sogno sia. Racconta, invece, che gli è avvenuto altre volte”.
1964 (60 anni fa): in Italia, viene aperto al traffico il Traforo del Gran San Bernardo, che attraversa la catena alpina al di sotto dell’omonimo valico, posto sul confine italo-svizzero, a 2.469 m di quota. Il nome del passo si deve a San Bernardo di Mentone il quale fondò un ospizio come rifugio per i pellegrini, in territorio svizzero, nell’XI secolo. L’inizio dello scavo avvenne, sotto la guida dell’ingegnere Giorgio Dardanelli, nel 1958, e in 6 anni fu portato a compimento. Il cavo è rivestito da uno spesso strato di cemento armato gettato in opera e la struttura ospita un’unica carreggiata a doppio senso di marcia. Su entrambi i versanti una strada coperta conduce agli accessi del tunnel.
Scomparso oggi:
1983 (41 anni fa): muore, a Ginevra (Svizzera), Umberto di Savoia, ultimo Re d’Italia. Nato, a Racconigi (Cuneo) il 15 settembre 1904, figlio di Vittorio Emanuele III, è stato comandante del gruppo di armate disposte sul fronte occidentale (1940), nel 1942 comandò le armate del sud e assunse la carica di maresciallo d’Italia. Il 5 giugno 1944, il giorno dopo la liberazione di Roma, fu nominato luogotenente del regno; salì al trono il 9 maggio 1946 in seguito all’abdicazione del padre, e vi rimase solo fino al referendum del 2 giugno 1946, che istituì la Repubblica; di qui l’appellativo di “Re di Maggio”, datogli polemicamente dai repubblicani. Il 13 giugno abbandonò l’Italia e prese dimora a Cascais, presso Lisbona, sotto il nome di conte di Sarre. L’ultimo Re del Regno d’Italia non sapeva che non avrebbe rimesso più piede nel Paese. Pensava, infatti, si trattasse di un allontanamento temporaneo, com’era stato per altri regnanti europei, che dopo un breve esilio avevano fatto poi ritorno nei rispettivi paesi. Non poteva immaginare che nel 1947 sarebbe stato pubblicato un articolo della Costituzione che recitava: “I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno sul territorio nazionale“. Nel suo quasi quarantennale esilio, Umberto II svolse opera di aiuto e sostegno verso gli italiani indiscriminatamente, in occasione di bisogni personali o di eventi drammatici. Si impegnò particolarmente per la causa della Venezia Giulia e dell’Istria indirizzando numerosi messaggi di vicinanza agli istriani e ai giuliani e criticando il trattato di Osimo. Tramite suoi rappresentanti fu presente, anche come sponsor, a manifestazioni culturali, patriottiche o sociali. A Cascais, ricevette decine di migliaia di italiani in visita e a tutti coloro che gli scrivevano rispondeva.