Filippo Veltri ci parla della statale Jonica, la strada della morte, e della lotta che si deve fare per cambiare finalmente questa strada che così tanti morti ha provocato e provoca ancora.
CGIL CISL UIL per rivendicare l’urgenza del completamento di tutta la Statale 106 hanno organizzato martedì scorso in contemporanea quattro sit in a Bianco e Locri per la provincia di Reggio Calabria, Mirto Crosia per la provincia di Cosenza e Torre Melissa per la provincia di Crotone.
Spente le luci della ribalta sulla cascata di miliardi portata dalla premier Meloni nella sua recente visita a Gioia Tauro, torna d’attualità e di lotta, in maniera prepotente, quello che giustamente i sindacati considerano uno dei nodi che blocca lo sviluppo in Calabria, che è costituito dall’insufficienza delle infrastrutture materiali di cui la strada statale 106 è un esempio eclatante. Occorre infatti un’urgente modernizzazione ed è proprio per questo che rimane il punto fondamentale della vertenza Calabria ed e’ il motivo della mobilitazione di oggi.
C’e’ stato, senza dubbio, l’interesse da parte del presidente Occhiuto nel volere inserire tale infrastruttura nell’allegato infrastrutturale al DEF che ha portato ad ottenere nella Legge di Bilancio del 2022 un finanziamento di 3 miliardi con il quale sono state finanziate le due tratte Catanzaro-Crotone e Sibari-Rossano, più un importo pari a 500 milioni che arriva in parte dal fondo di coesione regionale e in parte da quello nazionale. Ma ovviamente non basta. Per una viabilità moderna e sicura, per togliere tutta la fascia ionica calabrese dal cosentino al reggino dall’isolamento, CGIL CISL UIL rivendicano il completamento e l’ammodernamento di tutta la S.S.106, che è priorità della Vertenza Calabria sulla quale sono impegnate le Segreterie Nazionali dei sindacati.
L’ intervento per i complessivi 174 km deve riguardare infatti le tratte Catanzaro-Roccella Jonica 74 km, Siderno-Palizzi 60 km e Bova-Reggio 44 km. Su tutte queste tratte e quindi su tutto l’asse Catanzaro-Reggio Calabria vi è solo lo studio di fattibilità. In fase di avvio il Progetto di fattibilità tecnica economica riguarda invece le tratte Montepaone-Copanello 4 km, Bovalino Gerace 14 km, Capo Pellaro-Saline 10 km e Saline-Marina di San Lorenzo 13 km. La mancata progettazione del prolungamento della variante dall’abitato di Palizzi verso Ardore rappresenta inoltre il sintomo evidente di una confusione. Troncare un’opera viaria così importante appena fuori il centro abitato del piccolo paese dell’Area grecanica è infatti un torto non solo per i reggini ma per tutti i calabresi. Senza queste risposte concrete, il territorio metropolitano, proprio per mancanza di infrastrutture materiali, non potrà agganciare il treno della ripartenza.
Occorre inoltre proseguire l’infrastrutturazione avviata con i lavori del lotto Roseto-Sibari a sud, definendo le procedure autorizzative e bandendo le gare per la realizzazione della tratta Sibari-Rossano, opera fondamentale per connettere un’area dinamica come la Sibaritide e lo Jonio Cosentino, collegando le aree interne della Sila Greca con il completamento della Longobucco-Mare.
La tratta Sibari-Rossano è di circa 30 km e il costo preventivato è di circa 1 miliardo. Ci sono poi i tratti da Corigliano Rossano a Crotone e Catanzaro-Crotone e non si può perdere insomma altro tempo: il Governo ha il dovere di garantire ai calabresi strade moderne e soprattutto sicure con fatti e non a parole.
È innegabile che la priorità della Vertenza Calabria sia rappresentata dall’ammodernamento a quattro corsie della famigerata e tristemente nota “strada della morte”. Continuare a sfuggire da questa realtà significa inevitabilmente assumersi la responsabilità di essere moralmente complici delle tante tragedie già avvenute e di quelle che purtroppo verranno.
La lotta per la 106 è percio’ una lotta per l’intera Calabria che, tra l’altro, consentirebbe di contare su una infrastruttura in grado di favorire la competitività territoriale e di conseguenza attrarre e creare sviluppo economico-produttivo, oltre a rispondere alle indifferibili esigenze sociali.