Aldo Polisena, Coordinatore area Piana del PSI, pone l’attenzione su alcune questioni inerenti le condizioni della piana di Gioia Tauro.
Aldo Polisena
In particolare l’idea che mi sento di suggerire consiste nel rigenerare ,con la nuova agenda urbana, nella Piana di Gioia Tauro (33 comuni,160 mila abitanti) la ferrovia di tipo regionale che fu pensata sul finire dell’800 e completata negli anni ’20 e chiusa nel 2011 dall’allora Governo Regionale calabrese. Il momento è ideale visto le dichiarazioni da parte del Governatore Roberto Occhiuto di alcuni mesi fa e in considerazione dell’accordo firmato qualche giorno fa dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni con il Presidente Occhiuto proprio a Gioia Tauro, nel quale, 620 milioni del fondo di coesione, sono destinati ad investimenti per strade, mobilità e trasporti.
L’idea è quella di realizzare una Metropolitana, ecologica, in un territorio che è sprovvisto di trasporto pubblico locale al servizio del territorio, una ferrovia che oltre per la mobilità dei cittadini, sappia valorizzare le bellezze dei paesi della Piana e sia di collegamento con il Porto di Gioia Tauro.
SANITA’.
Un nuovo assetto della rete delle strutture ospedaliere che punti al rilancio degli Ospedali esistenti come Polistena, Gioia Tauro, Oppido Mamertina e Cittanova, la creazione di un centro per cure palliative e la costruzione del nuovo Ospedale di Palmi ,partendo dall’utilizzo dei 156 milioni già previsti nel 2011 ,oggi insufficienti, con l’integrazione di una parte del fondo di 68 milioni previsti nel DCA 45 del 14 febbraio 2024 per “attività sanitarie anche nella costruzione di strutture sanitarie pubbliche e per il completamento dei nuovi ospedali”.
ACQUA, ENERGIA, AGRICOLTURA.
Nella Piana, nelle montagne aspromontane e delle serre, nel 2013 è stata collaudata, sul fiume Metramo, (nei comuni di Galatro e San Pietro di Caridà) un grosso invaso, una Diga di proporzioni enormi che racchiude 26 milioni di metri cubi di acqua.
Una infrastruttura a 900 metri del livello del mare che potrebbe irrigare 20 mila ettari di suolo agricolo (riducendo i costi per i produttori agricoli che in questi giorni hanno lanciato un segnale d’allarme) e realizzare energia idroelettrica attraverso la costruzione di due centrali a valle della Diga.
L’infrastruttura è finita e collaudata, basterebbe utilizzare i fondi del Pnrr per realizzare un grande progetto di irrigazione dell’agricoltura e di fornitura ai comuni di acqua per usi civici.
BORGHI CALABRESI-AREE INTERNE -SVILUPPO TURISTICO E CULTURALE.
Nel piano nazionale di ripresa e di resilienza, che mette in campo 240 miliardi di euro, i borghi vengono citati otto volte e nel documento si legge” tanti piccoli centri storici offrono un enorme potenziale per un turismo sostenibile alternativo, grazie al patrimonio culturale, alla storia, alle arti e alle tradizioni che li caratterizzano”.
In Calabria, le aree interne (AI), hanno un peso enorme nel quadro territoriale complessivo: su 404 comuni con popolazione residente totale, 1.915.516 abitanti ,326 comuni, rientrano nella categoria delle Aree Interne.
La pandemia ha accentuato lo spopolamento dei borghi a causa della crescente difficoltà per i residenti di ricevere adeguata assistenza sanitaria.
Anche per i borghi, l’idea è quella della rigenerazione di spazi culturali e di attività tradizionali, partendo dall’idea che “ il borgo non esiste per se stesso, ma come parte integrante di un tessuto territoriale diffuso”.