Bruno Gemelli ci parla del giornalista e scrittore Marzio Breda e della sua ultima opera con la quale ricorda Giacomo Matteotti.
Bruno Gemelli
Ho conosciuto Marzio Breda, decano dei quirinalisti italiani e firma del Corriere della sera, nel 2005 al Valentianum di Vibo Valentia. Lui era al seguito del presidente Ciampi, e, a noi cronisti di provincia, parve un’autorità vera. In realtà era molto autorevole, ma anche cordiale e disponibile a dispensare consigli.
Oggi Breda si cimenta, insieme a Stefano Caretti, ordinario di storia contemporanea a Siena, nel saggio “Il nemico di Mussolini. Giacomo Matteotti, storia di un eroe dimenticato” (Solferino, 2024). L’abstract editoriale recita: «L’assassinio di Giacomo Matteotti il 10 giugno 1924 segna l’inizio della parabola più sanguinosa e totalitaria del fascismo eppure, a cento anni di distanza dai fatti, il caso non appare chiuso in modo definitivo. Tanto che sono nate contese su chi avesse diritto di commemorarlo e fiorite ipotesi revisioniste che hanno relativizzato il ruolo di Mussolini come mandante dell’omicidio, avallando tesi come quella di una Tangentopoli in camicia nera che viene ridimensionata in queste pagine. Il risultato è che sappiamo molto della leggenda di Matteotti ma poco della sua breve eppure intensa parabola di vita: le origini e la famiglia di agrari, la formazione intellettuale, l’imprinting europeo maturato in viaggi di studio (da Vienna a Berlino, da Oxford a Parigi), le sue idee per un socialismo riformista, l’intransigenza e l’integrità etica. E pure il carattere, che fece di lui l’avversario più pericoloso per il duce, come dimostrò la sua denuncia in Parlamento dei brogli elettorali e delle violenze compiute dai fascisti.
A ricostruirne la figura a tutto tondo mira questa biografia che, anche sulla scorta di documenti inediti, mette in luce due cose essenziali: com’era l’uomo prima di diventare un martire, nei 39 anni che ha vissuto in maniera appassionata, e come è diventato un simbolo dell’antifascismo. Perché come è stato scritto: “Prima di lui c’era stata l’opposizione al fascismo, ma l’antifascismo come valore, come scelta consapevole e prioritaria nasce solo con l’estate del 1924, nel suo nome”».
Tra i più stretti collaboratori di Matteotti ci fu Lina Merlin, madre costituente, autrice dell’articolo 3 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».