«Il Greco. Lo chiamavano così perché veniva dalla Jonica. Secondo alcuni somigliava ai Bronzi di Riace, in particolare a quello con un occhio solo, il vecchio guerriero».
Le mirabolanti avventure di Antonio il Greco, raccontate nel romanzo d’esordio di Vincenzo Reale, “La fortuna del Greco” appena edito da Rubbettino,, sembrano essere state baciate una per una dalla fortuna. Ma non è di un novello Faust che racconta Vincenzo Reale, scavando dentro e attorno al personaggio ci si troverà davanti a un uomo costretto a partire in cerca di fortuna da Carafa Nuova, oggi città fantasma dell’Aspromonte, e che la fortuna, non solo ha imparato a conoscerla, ma ha dovuto costruirla da zero, mattone su mattone, proprio come la casa dei suoi sogni. Conscio del microcosmo di migrante nel quale si troverà a vivere, Antonio il Greco diventa involontario spettatore di alcuni dei più grandi sconvolgimenti della storia d’Italia. È il punto di vista di un sopravvissuto e di un sopravvivente quello del Greco, di un uomo in grado di scampare al bombardamento di Napoli, allo scontro tra una truppa Alleata e un manipolo di tedeschi, a una faida sanguinosa e alle follie di Antonio il Tòzzolo, suo cugino nonché iconico coprotagonista del romanzo. Ultimo testimone di un passato straordinario e favoloso, ricco di spiriti, briganti e magia, per quasi cento anni Antonio il Greco guarderà il mondo cambiare, trasformarsi e mutare resistendo a tutto, persino ai lutti più dolorosi.
In questo turbinìo di avvenimenti la voce narrante è quella di un nipote che inizialmente dà l’impressione di voler raccogliere quasi ingenuamente le memorie del nonno, ma in realtà cela con maestria, acutezza e precisione filologica una vera e propria collazione di ascolti, tradizioni orali e racconti di un’infanzia lontana già elevati a mito e leggenda.
Ed ecco che il Sud di Reale diventa il Sud di Marquez o di altri scrittori latinoamericani nella cui scrittura la realtà si fonda con il mito in un universo reale e magico. Ed è proprio attraverso la sua scrittura onirica e favolosa che Reale restituisce al lettore l’aurea leggendaria che pare avvolgere Antonio il Greco, ampliandone la storia e consegnandola al mito.