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lunedì, Novembre 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 4 Luglio.

Accadde che:

1776 (245 anni fa): tredici colonie britanniche della costa atlantica nordamericana dichiararono la propria indipendenza dall’Impero britannico, esponendovi le motivazioni che le avevano indotte a questo atto; con questo trattato nacquero quindi ufficialmente gli Stati Uniti d’America. Ecco uno dei passi più famosi: «Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità». Tale atto è molto importante perché, oltre a sancire la nascita degli USA e a contenere formali accuse nei confronti del sovrano inglese Giorgio III, la Dichiarazione utilizza per la prima volta nella Storia i principi dell’Illuminismo come ideali fondanti della nuova nazione. Concetti come libertà personali e uguaglianza erano un’enorme innovazione per quei tempi, in cui nella maggior parte degli Stati vigevano ancora regimi assolutisti, in cui un sovrano deteneva quasi tutto il potere. La guerra durò dal 1775 al 1778 e gli americani, nonostante armi e mezzi meno potenti, riuscirono a imporre decisive sconfitte agli inglesi. Nel 1783, a Versailles (Francia), Londra fu costretta a riconoscere l’autonomia degli Stati Uniti d’America. Il 17 settembre 1787 la Convenzione di Filadelfia adottò così l’attuale Costituzione degli Stati Uniti, compresa di Carta dei diritti, che garantisce a tutti la libertà di espressione. L’anno dopo nacque definitivamente la Repubblica degli Stati Uniti d’America.

 1865 (156 anni fa): viene pubblicato “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” scritto da Charles Lutwidge Dodgson, sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll. Racconta di una ragazza di nome Alice che cade attraverso una tana di coniglio in un mondo fantastico popolato da strane creature antropomorfe. Il racconto gioca con la logica, dando alla storia una popolarità duratura sia negli adulti che nei bambini. È considerato uno dei migliori esempi del genere letterario nonsenso. Il suo corso narrativo, struttura, personaggi e immagini sono stati enormemente influenti sia nella cultura popolare che nella letteratura, specialmente nel genere fantasy. Alice nel paese delle meraviglie non è solo una favola: sono tanti i significati nascosti dietro i personaggi e l’avventura di Alice, tanto che il romanzo ha dato il nome alla cosiddetta sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie.   Carroll ha sfruttato tutta una serie di metafore, similitudini e figure allegoriche per raccontare, probabilmente, il percorso di crescita di Alice e l’eterna lotta tra l’essere bambino e l’età adulta, creando così il terreno per diverse interpretazioni e significati nell’ambito psicologico, letterario o sociologico. Si ritiene infatti che le avventure di Alice, rappresentino in realtà la lotta contro il tempo, dove razionalità e immaginazione si scontrano sempre in quello che è il cammino verso il diventare grandi e l’età adulta. Parallelamente a questa crescita temporale, si affianca anche una crescita interiore, dove Alice conosce sé stessa e le emozioni dell’animo umano. Quasi tutti i personaggi (o le situazioni) che incontriamo nel romanzo, hanno un significato che corrisponde con il suo percorso interiore e di crescita, che hanno un impatto importante nello svolgersi della narrazione. È infatti lo Stregatto  che suggerisce ad Alice di dirigersi dal Cappellaio Matto, o che difende la carta da Gioco che la Regina di cuori vuole decapitare nell’ultima scena e in qualche modo salva la stessa Alice. Questi incontri offrono ad Alice uno spunto di riflessione su determinate decisioni e situazioni della sua vita, rendendo evidente e costante il rapporto tra immaginazione e realtà e tra l’età dell’innocenza e l’età adulta.

Scomparso  oggi:

2014 (7 anni fa): muore a Torino Giorgio Faletti scrittore, attore, cantautore, comico e cabarettista. Nato ad Asti il 25 novembre 1950, è stato uno di quei talenti come raramente se ne sono visti. Si è laureato in Giurisprudenza, ma l’idea di chiudersi in uno studio legale non gli piaceva affatto. Forte del suo carisma istrionico, ci prova con lo spettacolo e dopo un breve approccio col mondo della pubblicità si dedica al cabaret, approdando quasi immediatamente al locale culto per eccellenza, il “Derby” di Milano. Il debutto televisivo arriva nel 1982 con la trasmissione “Pronto Raffaella” condotto dall’inossidabile Raffaella Carrà. I personaggi creati da Faletti sono letteralmente irresistibili, la sua fantasia è sfrenata e scoppiettante. Il successo viene confermato con “Emilio”, la trasmissione con Zuzzurro e Gaspare. Dopo esserci cimentato, con successo, anche come attore e cantante,  l’ultima metamorfosi del sorprendente Giorgio è quella che lo ha portato a scrivere scegliendo un genere tipicamente “Made in USA”. Il suo thriller “Io uccido”, pubblicato nel 2002, ha venduto un numero record di copie. Jeffery Deaver  maestro del thriller, autore di numerosi best-seller, ha detto di lui e del suo lavoro: “Uno come Faletti dalle mie parti si definisce “larger than life”, uno che diventerà leggenda”.il 5 ottobre 2004 esce il suo romanzo “Niente di vero, tranne gli occhi”. Il lavoro è un nuovo grande successo oltre che una positiva conferma. Nel novembre del 2005 Faletti riceve, dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il Premio De Sica per la Letteratura. Seguiranno altri libri si successo tra cui “Appunti di un venditore di donne”, primo romanzo ambientato in Italia, e  “Tre atti e due tempi”, ambientato nel mondo del calcio. Tra le sue frasi più famose: “Ma il coraggio è anche questo. La consapevolezza che l’insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai”. Nel 2019, nel quinquennale della morte, la Fondazione Italia USA gli ha attribuito, presso la Camera dei deputati, il Premio America alla memoria.

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