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venerdì, Novembre 22, 2024
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HomeApprofondimentiCi si abitua a tutto, pure alla pubblica gogna

Ci si abitua a tutto, pure alla pubblica gogna

Ilario Ammendolia ci parla di un’intervista alquanto singolare fatta al gesto del Parco dei Principi a Roccella.

Siamo a Roccella Jonica una bella e civile cittadina della Locride nel cui territorio sorge il “Parco dei Principi”. Un grande albergo che, come si evince dal nome, avrebbe voluto essere un punto di riferimento per una clientela ricca. La struttura però è stata sequestrata dalla DDA perché, secondo l’accusa, sarebbe stata costruita e gestita con i soldi della ndrangheta.

Fin qui nulla di nuovo.

Ma ora si fa sentire il gestore a cui è stato affidato il locale, con una intervista pubblicata sul più diffuso quotidiano della Regione.

Ci fa sapere che l’azienda confiscata “cammina con le sue gambe” ma che lui non è contento e, “se potesse tornare indietro non rifarebbe l’esperienza di venire in Calabria. (ma detto senza offesa potrebbe anche andarsene. O no?).

Perché tale pentimento?

È stato minacciato?

Hanno sparato contro il locale?

Hanno messo qualche bomba?

“Grazie a Dio” niente di tutto questo. I motivi veri sono altri e Lui, il gestore, non ha paura di sgranarceli in pieno volto: “…la Calabria, il cambiamento lo chiede ma non lo vuole ” perché questa terra è impregnata della cultura della comparanza”.

Ma Lui non ci sta! E di più non dice.

Ma chi è questo gestore?

“Mi piace definirmi un imprenditore istituzionale(?)… Perché nello Stato io ci credo e con lo Stato ho anche lavorato”. (e con questo?)

Insomma, è un lavoratore di Stato. Cosa realmente significhi non si sa. Si potrebbe capire che è un imprenditore che, forse, gestisce appalti di Stato.

Non è il massimo di eroismo ma ci sta pure.

Comunque, i calabresi, nuova vil razza dannata, sono andati in giro a dire: “Non andate al Parco dei Principi perché è un covo di sbirri”.

Quindi i calabresi non vanno al Parco dei Principi perché sarebbero tutti mafiosi o loro amici e compari ma una domanda è d’obbligo: se l’azienda “cammina con le sue gambe” chi sono gli avventori del ristorante? Americani? Tedeschi? Colombiani?

Infine, a dire del gestore, la sua è l’unica azienda del territorio ad avere il Durc e l’unica a fa gare di appalto con le istituzioni.

Tutto il resto è fuori legge.

Resta un mistero: spiegare come si fanno i pagamenti senza Durc.

E gli amministratori?  Meglio non parlarne.

Ma il colpo scuro di tutta l’intervista, il gestore del Parco dei Principi lo conserva per ultimo.

Leggete bene : “…resta il fatto che poi ti ritrovi come se fossi in un isolotto circondato da alligatori”.

Dio lo protegga!

Ovviamente, gli alligatori saremmo proprio noi calabresi e “compari” che al ristorante di lusso, non mangiamo proprio.

Il mio parere sull’ intervista?

Il gestore non ha responsabilità. Lo assolverei, quantomeno perché si è avvelenato bevendo 40 anni di calunnie contro noi calabresi.

Senza eccezioni.

L’ intera ‘intervista è una lampante dimostrazione che siamo sconfitti su tutta la linea.. fino al punto di consegnarci proni alla bramosia altrui.

Concludo:

Non è l’intervista ad indignarmi e ad offendermi.

Ci farei una risata se non ci fosse il rumoroso silenzio di coloro (e sono tanti ed a vario livello) che non dovrebbero e non potrebbero stare zitti o non ne avrebbero alcun diritto. Il loro silenzio è grave e senza dignità! Un’intervista è solo un’intervista ma circola tra di noi, togliendoci l’autostima e circola a Roma, a Milano o Udine rubandoci la stima, fierezza e dignità.

Ma che importa?

Siamo pronti a partecipare (pagando) alla prossima fiera per attrarre i turisti. Ma solo quelli che amano le palude dove vivono gli alligatori.

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