Luciana Littizzetto, conduttrice televisiva, ha scritto una lettera indirizzata alle tre bambine che, alcuni giorni fa, a Reggio Calabria, hanno salvato la madre dalla violenza del padre.
“Tre bambine a Reggio Calabria, 12, 10 e 8 anni, non so come si chiamino, le chiamerò io Marta, Marcella e Martina: Il padre stava prendendo a pugni la mamma perché pretendeva che lei pulisse la cenere che lui aveva buttato per terra. La piccola Martina prende il cellulare della mamma, scrive 113 e glielo da, poi vanno sul balcone con un cartello “Help”, fanno il gesto dell’aiuto e salvano la mamma. E fanno insieme il segno dell’aiuto per richiamare l’attenzione. E così salvano la mamma. Se non ci fossero state loro, sarebbero tre le vittime da piangere questa settimana. Ecco. Sono, Marta, Marcella e Martina il segno del cambiamento. Queste bambine ci hanno detto che la strada è giusta. Che sarà un cammino lungo ma ce la faremo. Ecco a cosa è servita la morte di Giulia, e a cosa servono le nostre parole, in tv, sui giornali, sui social. Servono a far crescere piccole donne consapevoli, volitive, audaci e coraggiose. Insieme alla scuola naturalmente, un luogo dove imparare la matematica, la geometria e la grammatica, anche quella dei sentimenti. Il luogo dove un bambino e una bambina può capire che quello che fa papà non è nè giusto nè normale e forse trovare il coraggio di cambiare le corse. Perché l’educazione affettiva e sentimentale non è una ‘nefandezza’ come ha detto un illuminato parlamentare, ma lo strumento per scardinare la violenza dalla base e non quando è troppo tardi. Per crescere coscienti che l’amore è un’altra cosa, e per stare alla larga da quelle famiglie tradizionali che di tradizionale hanno solo il potere di un uomo che si sente re e padrone di chiunque viva con lui. Grazie Marta, Marcella e Martina, siete state tre bambine coraggiose, ed è solo grazie a voi se questa settimana c’è ancora TRA NOI UNA DI NOI”