Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 28 Novembre.
Accadde che:
1919 (104 anni fa): Lady Nancy Astor diventa la prima donna eletta al parlamento britannico di Westminister, l’unica presenza femminile fino al 1921. L’unica donna eletta prima di lei, l’irlandese Constance Markiewicz non approvò mai la candidatura e l’elezione della Astor. Le due donne provenivano da ambienti politici molto diversi: combattente indipendentista la prima, borghese la seconda. La Markiewicz non mancò di definire la Astor “Non rappresentativa delle donne “, “un’aristocratica che non ha alcun contatto con i problemi e difficoltà della donna media“. Già interessata alla politica, Nancy aveva in precedenza contribuito alla carriera politica del marito, risultando strumentale alla sua elezione alla camera bassa nel dicembre del 1910. Waldorf Astor era già un membro della Camera dei Comuni e, quindi, passando alla camera alta, lasciò libero un seggio, che dovette essere occupato. Lady Astor vi si candidò, dato che, a partire dal 1918, era consentito anche alle donne di sedere nel Parlamento. Inoltre, con la promulgazione del Representation of the People Act nel 1918, alle donne di età superiore ai trent’anni era concesso il diritto di voto. Nei primi anni la politica della Astor si caratterizzò soprattutto per il suo impegno a favore delle donne, in particolare di quelle divorziate, e della protezione dell’infanzia. Condusse, inoltre, senza successo una campagna contro il consumo dell’alcool, a cui voleva imporre limiti e divieti, che la rese impopolare presso gli stessi conservatori. Nel corso degli anni Trenta la sua figura divenne sempre più controversa, a causa delle sue simpatie per il regime autoritario della Germania Nazista. Queste posizioni diventarono sempre più impopolari con lo sviluppo degli eventi e nel 1945 il partito e lo stesso marito indussero Nancy a ritirarsi dalla vita politica. Morì nel 1964, controversa e reazionaria, ma comunque una delle prime paladine dei diritti delle donne.
1969 (54 anni fa): i Rolling Stones pubblicano il classico Let It Bleed. Il disco venne molto ben accolto dalla critica e fu premiato dalle vendite confermando il momento d’oro dei Rolling Stones. Gli anni ’60 stanno finendo e a salutarli resta uno scenario tutt’altro che piacevole. Gli omicidi di Robert Kennedy e Martin Luther King, avvenuti l’anno precedente, furono presagio di un disastro imminente. La guerra in Vietnam, intanto, proseguiva senza risparmiare vittime e le conseguenti proteste nel mondo infuocavano le strade e i notiziari. La scia di morte del ’69 non risparmiò nemmeno la famiglia degli Stones: il 3 luglio, infatti, Brian Jones viene ritrovato morto nella sua piscina, affogato in seguito ad un eccesso di droghe. Tutte le inquietudini di questo periodo tormentato, il sangue e il dolore, la paura e il desiderio, la passione e la distruzione, la violenza e l’amore, confluiscono nelle note di Let It Bleed, nelle sue sonorità oscure e brillanti in bilico tra il british sound e quello americano, tra il Blues e il Country. la vera peculiarità di Let it Bleed sono i testi: basti pensare a Gimme Shelter, che tratta temi scottanti come guerra, omicidio e stupro, o ancora la title track Let it Bleed, le cui liriche sono una totale allusione al sesso e agli eccessi di droga. Ultima, ma non per importanza, You Can’t Always Get What You Want, uno dei brani più epici mai composti dai Rolling Stones: introdotto da un coro di voci angeliche, Mick Jagger canta di delusione e rimpianto sullo sfondo di una chitarra acustica, alla quale si unisce una malinconica nota di corno francese. La tematica della canzone è stata indicata come una metafora delle continue delusioni provocate dagli anni Sessanta, ma anche come un monito pseudo-moralista verso l’abuso di droga.
Nato oggi:
1907 (116 anni fa): nasce, a Roma, Alberto Moravia pseudonimo di Alberto Pincherle, scrittore, giornalista, sceneggiatore, saggista, drammaturgo, poeta, reporter di viaggio, critico cinematografico e politico. Nel 1916 si ammala di una tubercolosi ossea che lo costringerà a frequentare in modo irregolare la scuola. Dal 1921 al 1923 Moravia è costretto dalla malattia a trascorrere la degenza a casa. Compone dei versi in francese e in italiano. Dal 1924 al 1925 è ricoverato al sanatorio Codivilla di Cortina d’Ampezzo. Si trasferisce poi per la convalescenza a Bressanone, ed inizia la stesura de “Gli indifferenti”, romanzo sul quale lavorerà per tre anni. Seguono altri racconti, tra cui “L’imbroglio”, prima rifiutato da Mondadori, poi pubblicato da Bompiani che resterà il suo editore per gli anni a venire. Nel 1940 pubblica “I sogni del pigro”, nel 1941 “La mascherata”, che viene sequestrato. Gli viene impedito di scrivere sui giornali col suo nome; pubblica allora diversi articoli utilizzando vari pseudonimi: Pseudo, Tobia Merlo, Lorenzo Diodati e Giovanni Trasone. Nell’aprile del 1941 sposa in chiesa Elsa Morante. Autore non gradito dal regime fascista, Moravia è costretto a lavorare, per il proprio sostentamento, a numerose sceneggiature cinematografiche, senza poterle firmare a causa delle leggi razziali. Negli anni della guerra escono le raccolte di racconti “L’amante infelice” bloccato dalle autorità, “L’epidemia” per Bompiani e il breve romanzo “Agostino”. Dopo l’8 settembre 1943, viene a sapere che il suo nome è sulla lista stilata dai nazisti delle persone da arrestare, Alberto Moravia fugge da Roma con Elsa Morante, fino a quando l’avanzata dell’esercito alleato li libera. Tra il 1945 e il 1951, per guadagnarsi da vivere scrive articoli, collabora a riviste e programmi radiofonici e continua a lavorare per il cinema come sceneggiatore. Nel 1957 pubblica “La ciociara “, uno dei suoi capolavori. Nel 1962 Moravia si separa definitivamente da Elsa Morante e va a vivere con Dacia Maraini, conosciuta nel 1959. Nel 1975 muore assassinato l’amico Pier Paolo Pasolini. Nel periodo che segue subisce minacce da parte di estremisti di destra; per alcuni mesi viene protetto da una scorta Nel 1984, si presenta per le elezioni europee come indipendente nelle liste del Pci, e diventa deputato al Parlamento Europeo. Muore, a Roma, il 26 settembre 1990.