Galileo Violini ci parla del rischio di governi autoritari di destra (passato in Spagna e Polonia) e di come sarebbe facile, o quasi, annullarlo anche nel nostro Paese.
Galileo Violini
In Spagna e Polonia, il rischio di governi autoritari di destra è stato sconfitto. Ricetta semplice, partecipazione massiccia alle elezioni. In Spagna, Sánchez ha dovuto superare una questione estremamente divisiva, mettendo sotto il tappeto l’esistenza, anche internamente al PSOE, di posizioni differenti sul movimento indipendentista catalano, sulla questione basca e soprattutto sulla legge di amnistia, temi tutti di politica interna. Facendolo ha persino messo in bilancio il rischio che possano aversi gravissime crisi istituzionali, qualora il Tribunale Costituzionale accetti il sicuro ricorso della destra o il re decidesse di non firmare la legge, come fece, sebbene in un contesto giuridico diverso Baldovino, per la legge sull’aborto.
In Italia, l’autoritarismo del governo ha accelerato. Le piccole punture di spillo iniziali, stanno mutandosi in ferite al sistema. Nella campagna elettorale la presidente del Consiglio aveva detto di voler esser giudicata per ciò che avrebbe fatto. Possiamo farlo già oggi senza aspettare il 2027.
Poco o nulla per i nostri principali problemi, sanità, divario economico regionale, evasione fiscale, impoerimento.
Molto invece in altri settori.
Vuole una Costituzione che toglie al presidente della Repubblica due poteri fondamentali, nomina dei ministri e, soprattutto, scioglimento delle Camere. Per l’art. 88 della Costituzione, è questo un potere AUTONOMO, che può esercitare in contrasto col Governo e la maggioranza parlamentare, quindi anche in caso di tentativi di autogolpe parlamentare.
Si approva un decreto emblematico, pur se velleitario dato che aumenterebbe il numero dei detenuti, senza però affrontare il problema dell’affollamento delle carceri. In vista un ampliamento dell’accordo con l’Albania?. Anche qui il dettato costituzionale (Art.13) pare scritto sull’acqua.
Né si salva l’articolo fondamentale, il primo, sbeffeggiato dall’atteggiamento sprezzante prima, durante e dopo lo sciopero generale del vicepresidente Salvini.
Né sono al sicuro i diritti delle minoranze etniche e religiose. Gli episodi di emarginazione culturale non si contano.
La difficoltà maggiore per bloccare questo processo con un’azione unitaria dell’opposizione pare essere la coesistenza di posizioni diverse sulle due guerre in corso. Per quanto riguarda l’Ucraina, sono certo in maggioranza coloro che, in misura diversa, appoggiano la resistenza ucraina all’attacco russo, ma c’è anche una minoranza che, non perché pagata da Putin, è fortemente critica su quanto accaduto a partire dal 2014. Per quanto riguarda il Medio Oriente, la sinistra è tradizionalmente filopalestinese, anche se la maggioranza ritiene che la strage del 7 ottobre giustifica la reazione di Israele, salvo poi dividersi sui limiti che essa debba avere e quindi sull’appoggio ad Israele.
Certo, Ucraina e Medio Oriente sono temi importanti, ma la nostra influenza su essi è nulla. Accettiamo quindi la coesistenza di posizioni differenti. Oggi è in pericolo la NOSTRA libertà, sta sparendo la classe media, i giovani emigrano, la povertà è in aumento.
Dividersi rispetto a temi internazionali o a problemi marginali è follia. Per essi che i singoli possano far uso della cosiddetta liberà di coscienza, senza scomuniche. Si sia invece monolitici sui Diritti e Costituzione. L’esperienza di 100 anni fa avrebbe dovuto vaccinarci. Finora pare non troppo, ma siamo ancora in tempo.