Prende il via il 19 novembre la mostra “Caravaggio. Non c’è energia senza colore” ad ingresso gratuito fino al 14 gennaio 2024, è realizzata da dall’Associazione Eos Sud nell’ambito della Rassegna Eos Arts XIII, all’interno del Complesso Monumentale di Catanzaro, finanziata dalla Regione Calabria, con i fondi P.S.C. Avviso Pubblico Attività Culturali 2022, con il Patrocinio del Comune di Catanzaro e la Collaborazione con Palazzo Chigi di Ariccia.
La direzione artistica è a cura di Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia.
L’inaugurazione della mostra si terrà il 18 novembre alle ore 18.00, il Direttore Francesco Petrucci terrà una lectio magistralis su Caravaggio e a seguire la conferenza stampa.
La mostra, dedicata a Caravaggio, mette in scena il ciclo di opere originali Storie caravaggesche di Guido Venanzoni (molto apprezzate dalla critica d’arte italiana e in particolare da Vittorio Sgarbi che le ha volute esporre a Sutri) che seguono, in modo fedele, le vicende e gli episodi più suggestivi della vita di Caravaggio, oltre ad alcune copie delle opere più celebri.
In un continuo connubio tra reale e virtuale, la mostra è affiancata da un progetto multimediale che vede la proiezione immersiva del dialogo tra Orazio Gentileschi (padre di Artemisia Gentileschi) e Maddalena Antognetti (cortigiana e musa di Caravaggio) e inoltre ci sarà l’animazione digitale del dipinto di Caravaggio “La presa di Cristo”, dopo 72 anni dall’ultima esposizione; un “racconto digitale” completo e innovativo.
Il visitatore, quindi, sarà proiettato nella Roma di inizio Seicento in cui Caravaggio ha trascorso la sua vita professionale e personale, segnata da una parte dall’incapacità di rispettare etica, regole, decoro e dall’altra dalla capacità di intercettare la sensibilità inquieta del secolo breve che si insedia nell’immaginario artistico contemporaneo come maestro di inesauribile ricchezza poetica.
L’originale idea di Guido Venanzoni (Roma, 27 marzo 1951) è quella di raccontare la vita di Caravaggio in pittura: un unicum nel suo genere.
Del ciclo di opere ne scrive Vittorio Sgarbi: “Le Storie della vita di Caravaggio raccontate da Guido Venanzoni sono episodi essenziali della biografia di Caravaggio, illustrati con spirito manzoniano. È un gusto narrativo ottocentesco, con la descrizione di ambienti e caratteri creati con una suggestione descrittiva che nasce in un cenacolo di caravaggisti. Venanzoni lavora come lo scenografo e il costumista di un film su Caravaggio, con maniacale attenzione al dettaglio in un racconto evocativo con momenti essenziali, come la formazione con Simone Peterzano; la frequentazione di osterie a Roma; la riflessione e il confronto nello studio del Cavalier d’Arpino; lo spettacolo per la decollazione di Beatrice Cenci; l’assassinio di Ranuccio Tomassoni; l’arresto a Palo laziale; e infine la morte. Sequenze di un film con l’identificazione di Venanzoni in Caravaggio. La ricostruzione di Venanzoni è filologica e insieme pittoresca, non romanzata e neppure letteraria, dal momento che abbiamo fonti, in particolare Giovanni Baglione, molto puntuali sulla vita avventurosa di Caravaggio. Così la pittura di Venanzoni obbedisce più alla passione che all’aneddoto ed è insieme un atto d’amore e un atto critico”.
Caravaggio è uno degli artisti italiani più conosciuti al mondo. La straordinaria tecnica pittorica e l’intensità dei suoi dipinti ne hanno fatto un testimone del tormentato periodo storico in cui è vissuto, quello della Controriforma e del Barocco, ma soprattutto un maestro assoluto della luce. La sua tecnica innovativa ha superato le epoche e i generi, influenzando nel ‘900 fotografi e cineasti. Non a caso nel corso della mostra di Catanzaro sarà organizzata una serie di eventi collaterali dedicati, tra l’altro, all’influenza del maestro sul cinema e su artisti internazionali e italiani.
Luce, innovazione, genio e arte: il rapporto tra colore, luce ed energia è al centro dell’esposizione che mira ad esaltare da una parte la vita dell’artista, contrassegnata da tanti e spettacolari colpi di scena e dall’altra, anche grazie all’utilizzo delle più moderne e apprezzate tecnologie, di entrare nel mondo dell’energia e del colore di Caravaggio.
È noto quanto l’artista prediligesse le ambientazioni buie per ricreare quell’atmosfera a lui indispensabile in cui la luce, che filtrava dai lucernai in modo diretto e puntiforme, gli consentiva di inscenare composizioni dal forte pathos chiaroscurale.
La curatela della mostra è affidata all’Arch. Francesco Petrucci, uno dei massimi esperti e conoscitori dell’arte del XVII sec. Attualmente ricopre la carica di Conservatore del Palazzo Chigi in Ariccia (dal 1998) e direttore del Museo del Barocco (dal 2007). Oltre a ciò, è anche Professore affiliato di Storia dell’arte presso la Auburn University, College of Human Science (USA, Al), con sede a Palazzo Chigi in Ariccia (dal 2002); Direttore della rivista storica “Castelli Romani. Vicende, uomini, folclore”, fondata nel 1955 (dal 1995); Presidente dell’Accademia degli Sfaccendati; Ispettore Onorario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per l’Archeologia.