Lettera aperta di Alfonso Marulla al sindaco del comune di Montepaone in seguito ad una multa ricevuta sulla S.S. 106.
Alfonso Marulla
Mi sono visto arrivare tre giorni fa una busta verdolina, gentile pensiero da parte del suo comune.
Il motivo? È presto detto. Era una multa per eccesso di velocità, infrazione da me commessa nei mesi scorsi mentre percorrevo la SS106, oggi E90, alla volta di Catanzaro, nel tratto ricadente nel comune di Montepaone.
Secondo la documentazione allegata avrei superato il limite di velocità. Cioè viaggiavo, secondo l’autovelox, superando di kmh 2, la velocità massima consentita, fissata in 90 kmh, calcolata tenendo conto della tolleranza del 5%. Si, è proprio così, di 2 kmh! Mi astengo dal fare considerazioni tecnico-giuridiche sulla attendibilità degli autovelox! Ma mi sento scippato.
Ho provveduto dopo appena tre giorni, a pagare la multa di 48 euro circa anche per evitare spese maggiori. Quindi, dopo avere assolto al dovere del pagamento della sanzione avrò pure il diritto di esprimere qualche considerazione al riguardo.
Il tratto di strada sul quale sono stato sanzionato è nel comune di Montepaone, ma non ricade all’interno di quel centro abitato. Se così fosse sarebbe del tutto plausibile una multa in pieno paese. Invece si tratta di un tratto della E90 che da Reggio Calabria, dopo 481 km, e dopo avere attraversato i territori di centinaia di comuni, raggiunge Taranto. È un tratto di strada rettilineo, pianeggiante, soprelevato rispetto al piano di campagna e lontano da fabbricati, delimitato da guardarail, quotidianamente percorso da pendolari e mezzi di trasporto. Nonostante le non apparenti condizioni di pericolosità, però per il comune presenta proprio le condizioni adatte per fare cassa. Mi viene in mente una situazione simile qualche decennio fa nel comune di Camini. Anche lì, stessa E90. Ma situazione molto diversa. C’era e c’è la presenza di numerose case lungo la strada, che non è delimitata da nessuna protezione, ed esistono numerosi accessi e diramazioni, gran parte dei quali conducono alla vicina spiaggia, che specie durante l’estate creano tangibili situazioni di pericoli e frequenti incidenti.
Sono queste le condizioni per ricorrere al deterrente dell’autovelox. Ma nonostante la bontà dei controlli, ciò non ha impedito a tanti automobilisti contravvenzionati di aprire dispersivi contenziosi che durano tutt’oggi.
Nel nostro caso, sicuramente il comune di Montepaone sarà in possesso delle necessarie autorizzazioni ministeriali. Anche se a mio avviso la strada, come si evince dalle foto, non presenta deficienze strutturali, né statisticamente è conosciuta per la frequenza di incidenti. Voglio anche ammettere che la strada E90 in altri tratti ha avuto una frequenza di incidenti mortali tale da essere meglio definita come “strada della morte”. Così come esistono altri tratti della stessa strada estremamente pericolosi e che si presentano tutt’oggi, dopo quasi 80 anni, come Mussolini le costruì, ma privi di rilevatori. Mi riferisco al tratto Monasterace- Davoli.
Tuttavia l’avere una strada di grande comunicazione che attraversa il proprio territorio non deve essere considerata alla stregua una gallina dalle uova d’oro da una onesta amministrazione. Perché se questo dovesse essere l’approccio col problema, più che della sicurezza, per le centinaia di comuni attraversati dalla E90, da Reggio sino a Taranto, visto la intensità del traffico, sarebbe come possedere una grande opportunità per far quadrare i conti.
Mi guardo bene da critiche e considerazioni qualunquistiche. E però il sospetto c’è.
D’altra parte della materia si è occupato anche il Parlamento.
Infatti per alcuni Comuni l’uso dell’autovelox è diventato solo uno strumento per fare cassa. Invece di adoperarlo a scopo preventivo o dissuasivo per accertare il superamento dei limiti di velocità, l’autovelox è diventato uno strumento per garantire alle amministrazioni comunali entrate supplementari. A restare vittime del comportamento dei Comuni sono gli automobilisti. Come me!
Comunque, se di sicurezza e di prevenzione si tratta, il comune di Montepaone dovrà spiegare come spende somme incassate per le multe elevate a seguito dell’accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità, con accertamento avvenuto attraverso gli apparecchi elettronici, tenendo conto che detti introiti devono essere ripartiti per il 50 per cento all’ente proprietario della strada su cui è stato effettuato l’accertamento, e per il 50 per cento all’ente da cui dipende l’organo accertatore (cioè al comune nel caso in cui l’accertamento sia stato compiuto da agenti di polizia locale).
E magari farebbe anche una cosa moralmente giusta se rendesse noto di quanto sono diminuiti gli incidenti stradali. E di quanto sono aumentate le entrate!
Solo così si potrebbe spiegare il perché della presenza dell’autovelox, e che quel tratto di strada sia come il Triangolo delle Bermude, diventando improvvisamente pericoloso appena la E90 arriva nel suo Comune!
Mi consenta il sig. Sindaco di esprimere queste perplessità ed elementari considerazioni. Penso di averne il diritto dopo aver pagato il ticket per il suo Comune!