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domenica, Novembre 24, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 16 Ottobre.

Accadde che:

1978 (45 anni fa): il cardinale polacco Karol Wojtyła viene eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II. Alle 18.18, dal comignolo della Cappella Sistina si leva la fumata bianca, dopo sette nere. Dopo poco meno di mezz’ora, alle 18:45, il cardinale protodiacono Pericle Felici annuncia l’elezione del cardinale Karol Wojtyla, con il nome di Giovanni Paolo II, come 264.mo Papa della Chiesa cattolica, vescovo di Roma e successore di Pietro. Sembra che in un primo momento, l’arcivescovo di Cracovia si volesse chiamare Stanislao I in onore del santo patrono della Polonia. Quando gli fu fatto notare che era un nome che non rientrava nella tradizione romana, Wojtyła scelse Giovanni Paolo, in ricordo del predecessore e per tenere viva la memoria del predecessore, Albino Luciani, scomparso dopo soli 33 giorni di Pontificato. Affacciandosi dalla Loggia delle benedizioni della Basilica vaticana il nuovo Papa si presenta alla folla riunita in piazza San Pietro, ha pronunciato queste parole: “Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete. E così mi presento a voi tutti, per confessare la nostra fede comune, la nostra speranza, la nostra fiducia nella Madre di Cristo e della Chiesa e anche per incominciare di nuovo su questa strada della storia e della Chiesa, con l’aiuto di Dio e con l’aiuto degli uomini”.

2005 (18 anni fa): a Locri, viene assassinato Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. Sono le 17.30 del pomeriggio, quando l’esponente della Margherita Francesco Fortugno, viene freddato da cinque colpi di pistola, esplosi dalle armi di due sicari. Fortugno aveva appena votato e si era fermato a parlare con due persone all’ingresso di Palazzo Nieddu, quando i killer gli si sono avvicinati, ed hanno sparato. Diverse le persone che hanno assistito all’agguato, ma nessuno è in grado di riconoscere gli assassini. I sicari hanno il volto coperto e fuggono via, senza lasciare tracce. Il vicepresidente si accascia a terra, di rianimarlo, di tenerlo in vita fino all’arrivo dei soccorsi, ma è tutto inutile. Muore durante il tragitto in ospedale. Francesco Fortugno, aveva 54 anni, era un medico prestato alla politica. Era primario ospedaliero, oltre che professore a contratto presso la facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro. E anche nella sua carriera politica, aveva sempre prestato attenzione ai temi della salute e della sanità. Eletto nel 2005 nelle file della Margherita nella circoscrizione di Reggio, aveva totalizzato oltre 8mila voti. Ma questa non era stata la sua prima volta in Consiglio regionale, dove era già stato nella scorsa legislatura, subentrando a Luigi Meduri, eletto deputato il 13 maggio 2001. Al suo funerale, uno dei momenti più toccanti è stata l’omelia del vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Brigantini: “Perchè tanto sangue? Perchè questa uccisione? Chi l’ha così proditoriamente pensata, organizzata, ed attuata? Perchè proprio nei confronti di questo uomo, che si è sempre distinto per umanità, tanto ascolto, amabilità, vicinanza alla gente, spessore umano e politico, senso religioso della vita in lui e nella sua famiglia cui siamo affettuosamente vicini e solidali? Perchè?” Oggi,  si svolgerà, a Locri, la giornata commemorativa che ogni anno ricorda la figura di Francesco Fortugno, Anche quest’anno l’appuntamento intende proporsi quale momento di partecipazione e riflessione che pone al centro il percorso di riscatto civile che l’intera Calabria ha intrapreso all’indomani di quello che la Magistratura ha accertato essere, in via definitiva, uno dei più gravi delitti politico-mafiosi della storia repubblicana, oltre che un attacco alle fondamenta delle istituzioni democratiche calabresi.

Scomparso oggi:

1965 (58 anni fa): muore, a Montopoli in Val d’Arno (Toscana), Enrico Piaggio imprenditore. Nato, il 22 febbraio 1905 la sua è una importante famiglia di imprenditori genovesi da generazioni. Dopo la laurea in Economia e Commercio, conseguita a Genova nel 1927, Enrico fa il suo ingresso nel mondo del lavoro nell’azienda di famiglia Piaggio. Alla morte del padre, sono Enrico ed Armando Piaggio (suo fratello maggiore) ad ereditare l’attività.  Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli impianti della Piaggio, adibiti alla costruzione degli aerei, sono danneggiati. Enrico Piaggio, però, inizia a sviluppare un’idea indirizzata al popolo che vuole ricominciare, pensa alle donne che i tempi volevano sempre chiuse in casa a cucinare e che per spostarsi dovevano dipendere dai mariti o dai padri, così pensa ad un mezzo che metta l’Italia su due ruote, ma non la solita motocicletta.  Quando vede che il primo prototipo esibisce una parte centrale ampia, spaziosa, ma sottile e il motore emette un ronzio, esclama: “Sembra una Vespa”. Così, nasce il nome dello scooter che vede la luce nel 1946. Costa 98 mila lire, che all’epoca era una cifra considerevole. Tuttavia si può pagare a rate, con un anticipo di 10 mila lire. Consuma poco, ha una velocità di 60 km/h e mette a disposizione una ruota di scorta, da usare all’occorrenza. Inoltre, la pedana che permette di appoggiare i piedi e la lamiera frontale che ripara dalle raffiche di vento, rende l’uso piacevole anche alle donne.

 

 

 

 

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