Lettera aperta di un abitante di Staiti in merito alla distruzione della storica trebbia, simbolo del lavoro contadino in Calabria
Era il simbolo di una Calabria contadina dedita al lavoro. Era quell’attrazione che induceva i visitatori a fermarsi. La “trebbia” rappresentava la parte buona di una Calabria che lotta, resiste e che resta.
Non trovo le parole giuste per descrivere le mani di chi ha distrutto il simbolo della forza e della fatica di chi ama, chi lotta per rimanere, per migliorare la sua terra, di chi non getta mai la spugna. Il fatalismo ha il sopravvento, nulla di buono può esistere qui a queste latituni e nulla può giustificare, una lotta che non vede la speranza di una possibile vittoria. Forse é più giusto e sano di mente chi getta la spugna, rispetto a chi continua a lottare su un ring dove nessuna regola esiste. “A cussi vorsi u Signuri” questa è la frase che riassume la rassegnazione e l’impotenza della resilienza calabrese…