Il gruppo consiliare Siderno2030 riflette su dimensionamento scolastico e sulle iniziative dell’attuale amministrazione comunale, evidenziando errori, mancanze e opportunità sprecate
Mai così pertinente fu la locuzione latina “nemo propheta in patria”, nessuno è profeta nella propria patria, neppure noi che lo avevamo ampiamente previsto, riguardo alla piega che sta prendendo la questione del dimensionamento scolastico relativamente alla città di Siderno.
Ai primi di luglio presentammo un o.d.g da inserire nel primo consiglio comunale utile, in cui chiedevamo, unitamente al gruppo di minoranza La nostra Missione, di poter discutere degli effetti che avrebbe avuto il dimensionamento scolastico nella nostra città e portare in seno alla città metropolitana, organo competente in tema di istruzione scolastica superiore, una proposta che salvaguardasse la presenza e l’autonomia amministrativa e giuridica degli istituti scolastici superiori tradizionalmente presenti a Siderno. Nel Consiglio Comunale svoltosi alle fine dello stesso mese di luglio, sulla scorta di quella nostra idea, fu approvato all’unanimità un nuovo OdG che sostanzialmente dava ampio e largo mandato alla Sindaca di trattare i termini della vicenda con gli esponenti amministrativi e politici dei comuni viciniori e alla metrocity.
Detta proposta obiettivamente equilibrata e concretamente realizzabile, prevedeva:
- l’accorpamento dell’ITG Pitagora, l’ITC Marconi, l’Ipsia e il Liceo Artistico in un unico Polo Tecnico-Artistico, laddove sarebbe prevalso il criterio della densità demografica: Siderno è l’unico comune della Locride con la popolazione superiore a 15mila abitanti;
- in subordine, nel caso invece si volesse seguire il criterio della creazione dei poli liceali e dei poli tecno-professionali, criteri tutti stabiliti dalle Linee Guida emanate dalla Regione, si suggeriva la creazione di un polo tecno-professionale mediante l’accorpamento dell’ITG Pitagora, dell’ITC Marconi, dell’Ipsia, dell’Istituto Alberghiero Dea Persefone e dell’Istituto per il Turismo Zanotti-Bianco.
Certi che il progetto di redistribuzione della rete scolastica e delle autonomie giuridiche e amministrative da noi pensato sarebbe stato accolto per la sua validità, ma pure per le capacità persuasive della nostra Sindaca e per l’omogeneità politica tra l’amministrazione comunale e la città metropolitana, nostro malgrado, ci siamo invece dovuti scontrare con quello che sembrerebbe un vecchio campanilismo, che porta a pensare che tutto possa e debba svolgersi entro gli stretti confini paesani da un lato e con una sorta di inerme e prona accettazione dei desiderata dei vicini di casa dall’altro.
Infatti, immediatamente dopo la riunione del 13 settembre u.s. tenutasi presso la città metropolitana di R.C. e soprattutto dopo aver letto la delibera del comune di Locri in cui si proponeva sostanzialmente di concentrare a Locri tutte le dirigenze scolastiche presenti sul territorio dell’intera Riviera dei Gelsomini, da Bovalino a Caulonia, saltando inspiegabilmente Roccella, scrivemmo che era necessario “darsi una mossa”, poiché c’era il rischio che Siderno perdesse anche le ultime dirigenze ancora presenti in città.
Noi che abbiamo una certa idea della politica, ci saremmo aspettati che i sindaci della Locride, prima di presentare le singole proposte alla Città metropolitana che, avrebbe dovuto redigere sulla scorta, appunto, delle indicazioni fornite dai comuni, il piano di dimensionamento scolastico da presentare alla Regione, si fossero incontrati per realizzare una distribuzione equa degli istituti e soprattutto delle loro autonomie amministrative e giuridiche, sì da assicurare la presenza in continuità di quegli istituti scolastici alla luce della importante decrescita demografica che colpisce il Paese e in particolare i nostri territori che, si stima si aggirerà intorno al 15 % ripercuotendosi inevitabilmente sulla popolazione scolastica. Solo dopo tale opportuna pianificazione si sarebbe potuto dialogare con la città metropolitana politicamente amica dell’Amministrazione Comunale di Siderno.
Veniamo invece a sapere che la nostra Sindaca neppure si è recata ai due incontri tenuti a Palazzo Alvaro, quello del 13 settembre dove i comuni hanno presentato le proprie idee e quello del 2 ottobre in cui la metrocity, nel tentativo di trovare una soluzione che mettesse d’accordo i singoli comuni, ha chiamato in aiuto i sindacati.
Pare che neppure con il contributo delle sigle sindacali si sia riusciti a trovare la quadra, essendo rimasti tutti sulle proprie posizioni e ci si stia avviando verso l’accettazione del disegno tratteggiato dal comune di Locri che vuole la creazione di due poli liceali: il liceo Mazzini ed il liceo scientifico Zaleuco, accorpando ad esso il Liceo Classico Oliveti ed il Liceo Artistico di Siderno, nonchè la creazione di un polo tecnico/professionale mediante l’accorpamento all’Istituto Alberghiero di Locri, dell’Istituto per il Turismo di Marina di Gioiosa ed addirittura dell’Istituto Agrario di Caulonia distante 30 Km, polo che peraltro nascerebbe già sottodimensionato con i dati degli iscritti dell’a. s. 2023/2024 pari a n. 820
Il tutto senza che la nostra Sindaca batta ciglio, limitandosi a mandare solo l‘Assessora alla Cultura sulla quale magari far cadere la responsabilità del fallimento del tentativo di ottenere quanto spetta a Siderno, anche in virtù di quanto stabiliscono all’uopo le Linee Guida.
Quanto preteso da Locri infatti, è, oltre che pretestuoso, in palese contrasto con quanto suggerito dalle Linee Guida della Regione Calabria, le quali statuiscono che siano i comuni superiori a 15.000 abitanti da preferire quali sede ove costituire/mantenere le autonomie scolastiche con un numero di almeno 1000 alunni.
Ciò vuol dire che sotto la soglia dei 1000 alunni si sarebbe soggetti a nuovo dimensionamento e quindi si perderebbe l’autonomia amministrativa e giuridica.
Pertanto, se passasse la determinazione che pare stia prendendo forma nelle intenzioni della città metropolitana di lasciare a Siderno solo l’ITC Marconi e l’ Ipsia accorpandoli, i quali assieme totalizzano oggi 1228 alunni, vorrebbe dire che nell’arco di un paio d’anni, soprattutto qualora dovesse attuarsi la riforma degli istituti tecnico/professionali con ciclo quadriennale, l’Istituto nascente sarebbe soggetto a nuovo dimensionamento con il rischio di perdere anche la personalità giuridica e l’autonomia amministrativa con tutto ciò che comporterebbe una tale perdita in termini di organizzazione e di qualità dell’offerta formativa sul territorio.
Inoltre, a sostegno della nostra proposta vi è la previsione delle Linee Guida di favorire la permanenza/costituzione/accorpamento di istituti scolastici superiori in tutti quei comuni considerati aree critiche, considerati tali in virtù della presenza di quegli indicatori di criticità (di cui Siderno ne possiede 3 e Locri 0) forniti dall’Osservatorio Istruzione e Diritto allo studio su dati del Ministero dell’Interno per individuare le aree maggiormente critiche quali:
- Percentuale di contribuenti con reddito inferiore a 15.000€ (2022)
- Percentuale di laureati rispetto alla popolazione residente (2021)
- Percentuale di occupati 15-64 anni rispetto alla popolazione 15-64 anni (2021)
- Comune commissariato per infiltrazione mafiosa
Ribadiamo il nostro convincimento in virtù del quale Siderno, come centro più popoloso della Riviera dei Gelsomini abbia il diritto e il dovere di preservare la presenza nell’ambito del proprio territorio degli Istituti Scolastici esistenti, perno cruciale del tessuto socio-economico della Città, onde incentivare la creazione di filiere formative che si possano incontrare con le esigenze professionali e lavorative della nostra Regione e non solo, mantenendo e accrescendo quell’importante indotto economico costituito dalla presenza giornaliera di un importante numero di studenti.
Certamente, non consentiremo a nessuno e in particolare a chi ha la responsabilità della gestione amministrativa della città, un disinteresse sulla problematica che invece esige un forte e deciso impegno per chiedere e ottenere quanto legittimamente spetta alla nostra Città, né permetteremo che la responsabilità politica di un eventuale grave fallimento venga scaricata su chi si è semplicemente immolato per non ben precisati motivi.