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venerdì, Novembre 22, 2024
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Locri: manifestazione PD per il salario minimo

Il Circolo cittadino del Pd ancora una volta aderisce all’ennesimo appello alla mobilitazione collettiva lanciato negli ultimi giorni dalla segreteria nazionale e regionale del partito, invitando nuovamente i cittadini a sostenere con la propria firma questa battaglia di libertà e dignità a tutela dei settori più fragili del mondo del lavoro, portata avanti insieme alle altre forze parlamentari di opposizione.

Domenica 8 ottobre, infatti, sul lungomare di Locri, in piazza Nosside, dalle ore 18 alle ore 20, verrà allestito un banchetto per fornire le opportune informazioni sul tema e offrire la possibilità ai cittadini di aderire alla petizione intrapresa ai sensi dell’art. 50 della Costituzione italiana.

Dalle ultime stime Svimez, invero, emerge un quadro fortemente preoccupante secondo cui in Italia tre milioni di lavoratori, di cui un milione nel mezzogiorno, guadagnano meno di nove euro lordi all’ora.

Una situazione che ha visto le retribuzioni reali italiane subire, a seguito della pandemia, una decrescita del 7,5% a fronte del 2,2% della media dei paesi Ocse.

In Italia, insomma, siamo di fronte ad una perdita del potere d’acquisto e ad un aumento dell’inflazione che ha sensibilmente peggiorato le condizioni generali delle famiglie, in modo particolare dei lavoratori poveri, specie al sud.

Una spirale in cui i salari reali non riescono a tenere il passo dell’aumento dei prezzi – dovuta, tra l’altro, anche ai ritardi che a volte si registrano nella contrattazione collettiva sindacale, agli spostamenti strutturali dell’economia verso settori meno sindacalizzati, al calo delle adesioni ai sindacati e all’aumento delle forme di lavoro precarie e atipiche – che rischia di inghiottire a breve anche il cd. ceto medio e che tende a proiettare in futuro una forbice sempre più ampia tra lavoratori tutelati e lavoratori poveri.

Tutto questo avviene nonostante l’art. 36 della Costituzione affermi che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Un diritto che, attualmente, in Italia non trova piena attuazione per alcuni lavoratori – che per ricevere tutela sono sempre più spesso costretti a rivolgersi al Giudice del lavoro – e che ha spinto le forze parlamentari di opposizione ad unirsi firmando la proposta di legge unitaria Atto Camera n° 1275 del 4 luglio 2023 la quale, tra le altre cose, prevede che il trattamento economico minimo orario stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, non può comunque essere inferiore a 9 euro lordi.

Una tutela, quella del salario minimo, già presente in 22 dei 27 Paesi dell’Unione Europea, la cui introduzione è stata sollecitata peraltro anche dalla Direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea (GU L 275 del 25.10.2022, pag. 33) – che dovrà essere recepita nel diritto nazionale entro il 15 novembre 2024 – con la quale l’Europa intende migliorare le condizioni di vita e di lavoro nell’Unione europea istituendo un quadro per l’adeguatezza dei salari minimi legali; la promozione della contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari; il miglioramento dell’accesso effettivo di lavoratori e lavoratrici al diritto alla tutela garantita dal salario minimo ove previsto dal diritto nazionale e/o da contratti collettivi.

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