Pasquale Aiello ci dona il suo punto di vista sull’immigrazione e su come il modello “Lucano” potrebbe essere una buona soluzione a questo fenomeno umano
Se in Europa o anche nel mondo ci fossero 10-100-1000 Mimmo Lucano, l’emigrazione non sarebbe sicuramente un problema o un’emergenza per come vogliono far credere questi potentati europei compresi gli italiani, che non sanno o non vogliono affrontarlo e gestirlo. Il modello Riace per come lo ha concepito e interpretato Mimì era un esempio reale di come dovrebbe essere governato questo fenomeno che è sempre esistito e che si ripresenta ciclicamente. I popoli emigrano, fuggono per costrizione a causa di guerre e carestia o anche si spostano per cercare lavoro e condizioni di vita migliori oppure ancora, perché no, solo per viaggiare. Essere cittadini del mondo dovrebbe essere un diritto di tutti senza barriere e frontiere. Lucano ha molto umanamente sfruttato le facoltà, le capacità e i mezzi che, in qualità di sindaco disponeva, magari non curandosi troppo di certa burocrazia, e per questo andando incontro a sbagli e errori (una vita umana vale più di mille leggi), affinché i migranti non diventassero merce di scambio, ma per aiutarli e accoglierli, integrandoli nella propria comunità, così da arricchirla e ripopolarla, facendola diventare un esempio edificante di collettività multietnica magari da replicare in altri paesi e nello stesso tempo restasse da monito per tutte le ‘democrazie’ capitalistiche d’occidente che da sempre colonizzano l’Africa, mentre ai popoli che loro stessi governano impongono tagli e austerità per tutelare gli interessi della borghesia industriale. Mimì, mentre altri popoli, Italia inclusa, invadevano “casa loro”, cacciandoli via dalle proprie terre per invaderle e depredarle, per accaparrare petrolio, gas, minerali e molte altre risorse, lui i profughi li faceva accomodare nelle case disabitate del suo paese ridando loro quella dignità che altri avevano rubato. Mentre i governi reazionari succedutisi alla guida dell’Italia negli ultimi anni, pianificavano l’annientamento del modello Riace perché scomodo e non funzionale agli interessi del capitale, anche una relazione ispettiva del ministero confermava la bontà del progetto di accoglienza e integrazione che si era realizzato nella cittadina ionica.“…Si ritiene, per concludere, che l’esperienza di Riace sia importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene di questa Regione”. Ora, proprio per tutto ciò, il modello Riace e il suo fautore sono sotto processo, di cui si attende la sentenza di appello per l’uno ottobre, con l’accusa di reati contro la PA. Un processo di chiara matrice politica, visto che nessuno finora è riuscito a dimostrare l’illecito arricchimento di Lucano. Si sta cercando di ‘criminalizzare la solidarietà’ distruggendo il ‘modello Riace’ magari senza averlo mai visto da vicino nella realtà, ma niente potrà mai cancellare quanto di straordinario Mimmo ha fatto e ancora adesso, nonostante tutto, con il ‘Villaggio globale’ di cui è ideatore e attivista, continua a fare per gli ultimi e gli indifesi. Stanno cercando di condannare Mimì per aver avuto il coraggio di dimostrare, nei fatti, che un altro mondo è possibile e indicarne la via per realizzarlo. Una strada che rimane l’unica percorribile, quella dell’umanità, dell’accoglienza e della solidarietà, sulla quale si incontra la vera Politica, quella che si occupa dei problemi senza fare demagogia, che garantisce i diritti di tutti, che parla al plurale, mettendo in pratica la vera fratellanza e costruendo inclusione e integrazione tra i popoli e le varie culture. Oggi, in tutto questo can can di strategie, di probabili ghetti o, peggio, campi di ‘raggruppamento’, per essere buoni e non usare termini che farebbero venire i brividi e persino relative ‘tangenti di stato’ per rimanerne fuori, ‘quel gran genio del mio amico, lui saprebbe come fare’. Basterebbe rimanere umani con la consapevolezza che il nodo non si scioglie rimandando indietro gli immigrati, come dice padre Bregantini nella presentazione del libro ‘AHLAM’ e altri uomini di pace come Alex Zanotelli, e intellettuali come Wim Wenders insieme a tante altre migliaia di persone della politica, della cultura, della giustizia e della scienza che hanno sempre sostenuto il progetto, ma accogliendoli come ha fatto il popolo di Riace. Un esempio che potrebbe di nuovo brillare per scongiurare la barbarie e offrire una vera risposta a una civiltà, quella occidentale, forse avviatasi sul viale del tramonto.