Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 23 Settembre.
Accadde che:
1889 (134 anni fa): la Nintendo viene fondata a Kyoto da Fusajiro Yamauchi. Nintendo, il cui nome significa “lasciare la sorte al cielo”, è un’azienda giapponese specializzata nella produzione di videogiochi e console. Inizialmente la compagnia produceva carte da gioco per Hanafuda. Nel 1959 Nintendo stringe una partnership con The Walt Disney Company per commercializzare carte raffiguranti i personaggi Disney. Il successo porta l’azienda ad entrare in borsa nel 1962. Negli anni Sessanta Hiroshi Yamauchi, terzo presidente di Nintendo e nipote di Fusajiro Yamauchi, avvia una compagnia di taxi, una catena di love hotel, un’emittente televisiva ed inizia a commercializzare vari oggetti, compresi elettrodomestici. Quasi tutti i tentativi falliscono. Gli unici successi si riscontrano nel mondo dei giocattoli. Negli anni Settanta, Nintendo lavora insieme alla Mitsubishi Electric e nel 1977 commercializza la propria console, il Color TV Game.
1943 (80 anni fa): durante la Seconda guerra mondiale, il Vice Brigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto, appena ventitreenne, compie un vero atto di eroismo: decide di sacrificarsi, autoaccusandosi al posto di 22 innocenti, per un presunto attentato compiuto ai danni delle S.S. In seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, un reparto tedesco delle SS occupa una caserma abbandonata situata alla Torre di Palidoro, proprio nella zona di Torrimpietra del vicebrigadiere D’Acquisto. Durante un’esplorazione di case abbandonate, una bomba a mano scoppia uccidendo due soldati tedeschi e ferendone altri due. È probabile che l’incidente sia stato provocato dagli stessi tedeschi maneggiando del materiale bellico in modo incauto, ma i nazisti incolpano ignoti attentatori locali e chiedono alla caserma di Torrimpietra aiuto nelle indagini. Nel farlo, danno anche una scadenza: i carabinieri hanno tempo fino all’alba per indagare, dopodiché scatterà una rappresaglia. Nonostante il vicebrigadiere D’Acquisto cerchi di fargli capire della casualità dell’incidente, alla fine i tedeschi circondano Torrimpietra, sequestrano 22 persone e le portano ai piedi della Torre di Palidoro, per giustiziarle. D’Acquisto cerca di salvare quegli innocenti. Resosi conto dell’impossibilità della sua missione, allora decide di compiere il gesto eroico e di sacrificarsi al posto loro autoaccusandosi dell’incidente avvenuto alla Torre.
Scomparso oggi:
1985 (38 anni fa): viene assassinato, a Napoli, dalla camorra, all’età di 26 anni, Giancarlo Siani giornalista. La sua uccisione fu ordinata dal boss Angelo Nuvoletta, per volontà del mafioso Totò Riina, capo di Cosa nostra. Nato, a Napoli, il 19 settembre 1959 apparteneva ad una famiglia della borghesia medio-alta napoletana. Dopo il liceo classico si era iscritto all’Università e, contemporaneamente, aveva iniziato a collaborare con alcuni periodici napoletani, mostrando sempre spiccato interesse per le problematiche sociali del disagio e dell’emarginazione, individuando in quella fascia il principale serbatoio della manovalanza della criminalità organizzata. Inizio’ ad analizzare prima il fenomeno sociale della camorra per interessarsi dell’evoluzione delinquenziale delle diverse “famiglie camorristiche”, calandosi nello specifico dei singoli individui. In questo periodo ci fu il passaggio dapprima al periodico “Osservatorio sulla camorra”e, successivamente al quotidiano “Il Mattino”. Proprio in questo periodo il giornalista attuò delle inchieste sul contrabbando di sigarette e sull’espansione dell’impero economico del boss locale, Valentino Gionta. Promotore di iniziative, firmatario di manifesti d’ impegno civile e democratico, Siani era divenuto una realtà a Torre Annunziata: scomodo per chi faceva parte di quel mondo criminale, d’incoraggiamento per chi aveva una coscienza civile, ma non aveva il coraggio per urlare. Egli aveva capito che la camorra s’era infiltrata nella vita politica, della quale riusciva a regolare ritmi decisionali ed elezioni. La decisione di ucciderlo fu presa all’indomani della pubblicazione di un suo articolo, su “Il Mattino” del 10 giugno 1985 relativo alle modalità con le quali i carabinieri erano riusciti ad arrestare Valentino Gionta, boss di Torre Annunziata. Siani spiego’ che Gionta era diventato alleato del potente boss Lorenzo Nuvoletta, amico e referente in Campania della mafia vincente di Toto’ Riina. Nuvoletta aveva un problema con un altro potente boss camorristico con il quale era giunto sul punto di far scoppiare una guerra senza quartiere. L’unico modo di uscirne era soddisfare la richiesta di costui e cioe’ eliminare Gionta. Nuvoletta che non voleva tradire l’onore di mafioso, facendo uccidere un alleato, lo fece arrestare, facendo arrivare da un suo affiliato una soffiata ai carabinieri. Siani venne a conoscenza di questo particolare da un suo amico capitano dei carabinieri e lo scrisse, provocando le ire dei camorristi. Per non perdere la faccia con i suoi alleati di Torre Annunziata, Lorenzo Nuvoletta, con il beneplacito di Riina, decretò la morte di Siani. Il 19 settembre 2016, a trentuno anni dalla morte di Giancarlo Siani, è stata inaugurata un’opera di street art dedicata alla vita del giovane giornalista. Inoltre, l’attore Alessandro Siani ha scelto il suo nome d’arte in suo omaggio, infatti il vero nome dell’attore e regista napoletano è Alessandro Esposito.