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sabato, Novembre 23, 2024
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Il ritorno di Tano: il travolgente pecoraio di Liotta e Mazzone

“Mio padre era figlio unico” è il nuovo libro scritto da Beppe Liotta e Loredana Mazzone, edito da Corsiero Editore. In questo nuovo romanzo ritorna il simpatico pecoraio siciliano, Tano, protagonista del precedente romanzo “Ho scritto Tano sulla sabbia”. Questa volta sarà impegnato in un’indagine approfondita sulle proprie radici, iniziando dalla nascita del nonno paterno, con lo scopo di rispondere ai tanti interrogativi che circondano la sua famiglia. Abbiamo intervistato i due scrittori per conoscere dietro le quinte di questo nuovo romanzo.

Promessa mantenuta, Tano è tornato. Perché, secondo voi, piace tanto ai lettori?

La giusta risposta potrebbero darla proprio loro, i lettori. Comunque, crediamo che l’interesse sia determinato dalla semplicità del personaggio in cui su diversi tratti o situazioni, anche se in contesti totalmente diversi, è possibile riconoscersi o riconoscere qualcuno che si ha vicino. Tano è un buono, uno che si è fatto da solo, ma che non ha mai perso quella genuinità che lo rende una persona di famiglia, l’amico che, nel bisogno, non si tira mai indietro.

Quale caratteristica nuova scopriremo di Tano che, nel libro precedente non si è vista?

Nel libro precedente, Tano si trova, suo malgrado, a vivere una situazione al limite del paradosso, in cui lo scontro principale è con l’ambiente circostante. Ci si riconosce in lui, perché a tutti è capitato di essere osannati se si è generosi e le persone hanno bisogno per interesse personale. oppure messi in croce se un problema qualunque rende impopolari. Nel primo libro emerge la caparbietà, la forza di un uomo che si è fatto da solo; nel secondo le sue fragilità. Andare indietro nel tempo, provare a comprendere le scelte fatte dai propri familiari, può essere doloroso, perché porta a scavare nella propria emotività. Tano fa i conti con il proprio passato, e ognuno di noi, leggendolo, rivive la propria storia personale.

Vi siete ispirati a qualche personaggio in particolare nel tratteggiare questo personaggio?

Non proprio a un personaggio in particolare, ma ad un insieme di caratteristiche che appartengono all’umanità con specifica inclinazione alla cultura Siciliana. Un mix tra serio e faceto, genio e mediocrità, arroganza e umiltà. Tano è uno di noi, un uomo del Sud, ma potrebbe essere nato in centro o al Nord Italia, non cambierebbe nulla, perché grazie alla sua immensa e disarmante umanità, è possibile collocarlo ovunque.

I valori espressi da Tano, in particolare quelli della famiglia, stridono un po’ con i mancati valori della società attuale?

Crediamo che questi valori siano presenti nella società attuale, anche se sopiti. Talvolta sono le circostanze a farli riemergere, soprattutto se la famiglia è unita e fa quadrato attorno ai componenti del nucleo familiare. Tano, assieme ai membri del suo vivace contorno, rappresenta la tipica famiglia dove è difficile parlarsi, perché tutti urlano e nessuno ascolta. Le incomprensioni, i rancori, nascono così, perché nello sforzo di aver ragione a tutti i costi, nessuno vince, nascono i silenzi, si alzano i muri e ci si allontana.

Scontro tra padri e figli, la colonna portante del romanzo sembra essere la famiglia. Quale messaggio volete lasciare con questo romanzo?

Noi crediamo che le famiglie di oggi non siano molto diverse da quelle del passato. Anche se con caratteristiche diverse, lo scontro tra padri e figli c’è sempre stato. In questo libro emerge con forza, portando a galla le tensioni che lo stesso Tano aveva vissuto con suo padre e quelle che il padre viveva con il nonno. Talvolta, si perde il nesso con il passato, un passato che, se recuperato, può aiutare a comprendere meglio scelte familiari, magari criticate, ma che hanno contribuito a fare di noi ciò che siamo. Questo andare indietro con occhi diversi, aiuta a comprendere situazioni, magari dolorose, ma necessarie al benessere di tutto il nucleo familiare. Siamo stati figli, ma soltanto nel momento in cui il nostro ruolo è cambiato, abbiamo compreso a fondo i nostri genitori, le scelte fatte a fin di bene, che siamo obbligati a fare anche noi in veste diversa. I problemi e i relativi scontri, in ogni famiglia, possono diventare opportunità per diventare migliori, è questa la lezione che emerge nel libro.

Quali saranno i vostri prossimi progetti?

Nell’ambito della scrittura il coinvolgimento è ormai un impegno costante, stimolati soprattutto dai lettori che già ci chiedono il terzo libro di Tano. Sicuramente continueremo su questa strada, ma con l’intenzione di ampliare anche in altri generi letterari. Siamo in costante fermento e con parecchi progetti in cantiere.

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