La politica, almeno nell’ideale che deve tornare reale, non è propaganda, ma azioni concrete rivolte al benessere della cittadinanza. Chi non fa questo, non fa politica. Quindi, secondo me, la cultura è politica pura.
Mario Alberti
Può la cultura essere sutura per le piccole e grandi lacerazioni che vive una comunità? Il ruolo di chi promuove la cultura sul territorio, degli intellettuali, di chi esprime le diverse forme di arte è un ruolo politico?
Siamo abituati a dare al termine politica un’ accezione negativa, perché la leghiamo ai politici, alle promesse, alle distanze che si creano tra i governanti e i governati. La politica, sappiamo, è un’altra cosa, almeno nell’ideale che deve tornare reale; non è propaganda, ma azioni concrete rivolte al benessere della cittadinanza, chi non fa questo, non fa politica. Quindi, secondo me, la cultura è politica pura e base indispensabile per ogni altra azione, in qualsiasi ambito e settore.
Vi sono dei luoghi più di altri che hanno bisogno di bellezza, le relazioni umane, piegate dalla maldicenza e dall’equivoco, si sono incrostate come fango rattrappito sul tessuto e il tessuto si lacera, esattame come i rapporti. Come si aggiusta tutto ciò?
Con buon libro letto insieme, un murales, una musica pazza, una poesia declamata in un angolo dove gli incivili gettano la spazzatura. La bellezza che deve riconquistare gli spazi rubati dalla bruttezza.
Utopie, eppure qualcuno ci crede.