È stato presentato ieri, venerdì 11 agosto, a Reggio Calabria, il protocollo d’intesa tra l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, e l’associazione regionale “Allevatori Calabria”.
Si è tenuta, venerdì 11 agosto, a Reggio Calabria, un’importante conferenza stampa con i rappresentati dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, il presidente Leo Autelitano, ed il consigliere Carmelo Nucera e l’associazione “Allevatori Calabria” rappresentata dal presidente Provinciale, Domenico Tripodi.
Il progetto vorrebbe consolidare l’intesa tra Ente Parco e associazione allevatori, che sarà parte attiva delle azioni future relative allo sviluppo sostenibile che rappresenta una forma di sviluppo economico, compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e dei beni liberi, per le generazioni future.
L’Associazione Allevatori Calabria intende realizzare dei progetti che permettano la valorizzazione del patrimonio zootecnico e ambientale dell’area dell’Aspromonte, attraverso la realizzazione di una serie di eventi di natura promozionale, culturale e ambientale, legate alla valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale, enogastronomico e alla valorizzazione delle tradizioni.
Il presidente Autelitano ha ritenuto utile questa collaborazione con i pastori che svolgono un ruolo fondamentale tutto l’anno, visto che in montagna ci vivono. Loro sono i custodi della biodiversità, dell’enogastronomia rurale che rappresenta una varietà eccezionale di prodotti tipici, dalla cura del territorio dove fanno pascolare i loro animali, all’artigianato che porta i segni del tempo della montagna. Tutti elementi che oggi vengono richiesti oggi dal turismo ed in particolar modo da quello esperienziale.
Ma, secondo Tripodi, molti sono i problemi che minacciano la categoria degli allevatori: primo fra tutti, il problema della peste suina, la malattia che ha messo in ginocchio molte aziende suinicole. Su tale tema, ci sono molte domande a cui gli enti preposti tardano a dare risposta. Nessuna strategia, nessun tavolo tecnico serio, né sussidio reale verso gli allevatori che hanno perso interi branchi di maiali. Queste le lamentele sollevate dai molti allevatori presenti che hanno manifestato il loro più sincero rammarico per le azioni, sin ora, intraprese nel tentativo di bloccare la malattia. Tripodi ha voluto porre l’accento anche in merito al problema dei lupi o, meglio, degli ibridi. Gli allevatori hanno, infatti, sottolineato i massacri che i “finti lupi”, ovvero gli ibridi cane-lupo, compiono sistematicamente alle mandrie e alle greggi in tutto l’Aspromonte.
In uno degli interventi dei pastori presenti è stato spiegato esaustivamente come, il problema ibridi, sia particolarmente complesso, in quanto abbraccia diverse specie. Dai cinghiali incrociati con i maiali alla stata brado, alla lepre “Ungherese” che ha inquinato quella Italica. Oppure l’introduzione dei Cinghiali Ungheresi che a loro volta hanno creato ulteriori ibridazioni, sino al caso dei lupi ibridati. È evidente che la legge protegge le specie autoctone e non gli ibridi, per cui il lupo, specie protetta va tutelato in quanto tale.
L’incontro è stato caratterizzato da un forte interesse partecipativo, positivo perché ha aperto interessanti punti di dialogo e di confronto sulle tutte le problematiche dell’allevamento in Calabria. Non resta, adesso, che attendere e osservare su quali punti si deciderà di intervenire e in che modo, tenendo sempre a mente che la nostra Regione ha nell’allevamento una delle sue realtà più vive e preziose.
Ci si è lasciati con l impegno di organizzare un apposito convegno sul lupo in autunno al fine di analizzare in maniera esaustiva la problematica a partire da uno studio serio e rigoroso del problema
Alla fine, questo incontro è stato celebrato con una foto ricordo di tutti gli allevatori, corredata dall’abbigliamento da indossare per i “Pastori custodi”.