Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 13 Agosto.
Accadde che:
1940 (83 anni fa): durante la Seconda Guerra Mondiale, avviene la battaglia d’Inghilterra, in cui la Luftwaffe scatena l’Adlertag “Il giorno dell’aquila”. La battaglia d’Inghilterra fu la prima grande campagna di guerra a essere combattuta interamente da forze aeree e fu anche la più grande e intensa azione di bombardamento aereo fino a quella data. Luftwaffe iniziò a colpire gli aeroporti e le infrastrutture della RAF. Con il progredire della battaglia, iniziò a bombardare anche le fabbriche aeronautiche e altre infrastrutture, anche per annientare la volontà di resistenza della popolazione civile. Alla fine, la Luftwaffe si concentrò su aree di significato politico utilizzando la strategia del bombardamento strategico. Il fatto che la Germania nazista avesse fallito nei suoi piani, non riuscendo né a distruggere il sistema di difesa aerea britannico, né a obbligare il Regno Unito a negoziare un armistizio o una resa, fu la prima significativa sconfitta tedesca durante la guerra. Nel complesso la battaglia d’Inghilterra fu una significativa vittoria britannica, se fosse stata vinta dai tedeschi, la storia si sarebbe svolta in maniera profondamente diversa. La vittoria britannica segnò il primo fallimento della macchina da guerra di Hitler e generò un netto cambiamento di orientamento dell’opinione pubblica statunitense, sino ad allora dubbiosa circa la capacità britannica di resistere ancora a lungo contro la Germania.
1942 (81 anni fa): va in scena, a Londra, la prima del cartone animato Bambi di Walt Disney, basato sul romanzo “Bambi, la vita di un capriolo” dell’autore austriaco Felix Salten, considerato il 5º classico Disney secondo il canone ufficiale. Fu un film sofferto: Walt Disney cambiò spesso team e sceneggiatura e l’acquisizione dei diritti del romanzo non fu semplice. Alla sua uscita non recuperò i costi di produzione; lo sciopero del 1941 aveva bloccato a lungo la lavorazione dei film e Walt Disney aveva licenziato sindacalisti e scioperanti, tra cui alcuni dei migliori disegnatori, anche se poi, dopo un intervento governativo, aveva dovuto fare delle concessioni. Bambi fu un lungometraggio molto dispendioso in termini economici; nel 1940, quando venne definita completamente la sceneggiatura, era costato già 858 mila dollari. Quando “Fantasia” e “Pinocchio” non ottennero il successo previsto come incassi al cinema, per paura che la crisi si facesse insormontabile, gli studi decisero di realizzare e distribuire subito “Dumbo” e il corto “Il Drago Recalcitrante”. Gli incassi dei due film permisero di continuare la realizzazione di Bambi, anche se c’erano ancora problemi economici, scioperi, licenziamenti e Guerra da fronteggiare. La Guerra, infatti, incise notevolmente sugli incassi del film negli Stati Uniti e anche sulla sua distribuzione all’estero. I protagonisti sono Bambi, un cervo dalla coda bianca, i suoi genitori, i suoi amici Tamburino (un coniglio dal naso rosa), Fiore (una moffetta) e la sua amica d’infanzia e futura compagna Faline. Per il film, la Disney si prese la libertà di cambiare la specie di Bambi in un cervo dalla coda bianca dalla sua specie originale di capriolo, dal momento che i caprioli non abitano gli Stati Uniti d’America e il cervo dalla coda bianca sarebbe stato più familiare per il pubblico locale.
Scomparsa oggi:
2019 (4 anni fa): muore a Brescia, all’età di 40 anni, Nadia Toffa conduttrice televisiva e giornalista. Nata, a Brescia, il 10 giugno 1979, è nota soprattutto per il ruolo di inviata e conduttrice del programma televisivo di Italia 1 “Le Iene”. Apparve la prima volta in televisione, all’età di 23 anni, su Telesanterno, un’emittente televisiva locale dell’Emilia-Romagna. Nel 2009 diventò un’inviata del programma televisivo “Le Iene”, registrando numerosi servizi. Il 2 dicembre 2017, durante la preparazione di un servizio a Trieste, ebbe un malore e fu ricoverata all’ospedale, ciò comportò un suo momentaneo allontanamento dalla vita lavorativa. L’11 febbraio 2018 ritornò alla conduzione del programma, rivelando che l’assenza era dovuta a un tumore celebrale. Dichiarò anche di aver seguito i protocolli di radioterapia, chirurgia oncologica e chemioterapia che le erano stati consigliati, affermando con vigore che non c’era nulla di cui vergognarsi, nemmeno nel dover portare una parrucca. A partire da maggio 2019 le sue condizioni di salute avevano iniziato ad aggravarsi, tanto che non fu più in grado di partecipare all’ultima puntata domenicale de “Le Iene” e, ad alcuni suoi amici bresciani, aveva confessato di sentirsi sempre più debole. Ha combattuto con grande forza e coraggio la malattia che l’aveva colpita, combattuto a modo suo, anche attraverso un racconto minuzioso su Instagram: i ricoveri, le terapie anticancro, le piccole conquiste come la ricrescita dei capelli dopo la chemio. Affrontò la malattia con la stessa energia senza riserve che metteva nei servizi televisivi. Nadia è stata una persona coraggiosa, sincera e soprattutto generosa, perché ha donato agli altri la forza della sua storia, aprendosi al mondo proprio nel momento più difficile, in cui sarebbe stato più scontato isolarsi nel dolore. Nadia Toffa sapeva che il cancro al cervello l’avrebbe uccisa. Il retroscena è stato raccontato da Azzurra Barbuto, che su “Libero” ha raccontato di una cena in cui erano presenti lei, Vittorio Feltri, Piero Chiambretti e appunto Nadia. La giornalista ha spiegato che dopo due ore la Toffa parlò della sua malattia, questo perché il racconto di una storia d’amore di Chiambretti l’aveva commossa. “Ci spiegò che i medici le avevano detto che non avrebbe più potuto essere operata, poiché il cancro si era spinto in un’area del cervello in cui non si sarebbe più potuto intervenire chirurgicamente. Non le restava che continuare a bombardarsi di chemioterapia”. La giornalista ha riportato anche le parole di Nadia Toffa sul cancro al cervello: “Lo so che devo morire. Non piango per me. Sto piangendo per mia madre, perché mia mamma resterà senza una figlia e questo non è naturale, non si può accettare”. Tanta la commozione al tavolo, con gli altri che hanno provato a rassicurarla, come si fa in quelle circostanze. “La cosa che mi stupì di più era il suo desiderio di crederci, nonostante tutto. Ci si attacca strenuamente alla vita e alla speranza”, ha concluso la giornalista.