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sabato, Novembre 23, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 5 Agosto.

Accadde che:

1884 (139 anni fa): la prima pietra della Statua della Libertà viene posata su Bedloe’s Island, a New York. L’opera, il cui nome completo è La libertà che illumina il mondo, è stata realizzata dal francese Frédéric Auguste Bartholdi, in collaborazione con Gustave Eiffel, che si occupò della progettazione degli interni. La Statua della Libertà rappresenta una donna con una lunga toga, che nella mano destra sorregge una fiaccola, che richiama il sapere massonico, mentre con la sinistra una tavola dove si può leggere la data del 4 luglio 1776, giorno dell’Indipendenza americana. Ai piedi della Statua si possono osservare delle catene spezzate, simbolo di liberazione da qualsiasi forma di tirannia, mentre sul capo della donna è presente una corona a sette punte, ognuna delle quali rappresenta uno dei sette mari e uno dei sette continenti. La Statua della Libertà è interamente rivestita da fogli in rame battuto con la tecnica a sbalzo, tecnica che consente di alleggerire di molto il peso della struttura. Si tratta di un dono dei francesi agli Stati Uniti d’America, in occasione del primo centenario dell’Indipendenza americana.

1938 (85 anni fa): in Italia esce sul primo numero della rivista “La difesa della razza” il Manifesto della razza. Quel giorno l’Italiasi schierò ufficialmente contro la comunità ebraica. Il Manifesto degli scienziati razzisti fu pubblicato, originariamente, in forma anonima sul Giornale d’Italia il 14 luglio 1938 col titolo “Il Fascismo e i problemi della razza”. Successivamente, un comunicato stampa, a firma del Segretario generale del Partito Nazionale Fascista Starace, nel contestualizzare e motivare il decalogo razzista attribuì a 10 scienziati l’elaborazione del testo. In questo modo, Mussolini era riuscito a dare un’autorevolezza scientifica al Manifesto. Al di là di ogni fondamento antropologico e filosofico elaborato a sostegno del Manifesto della Razza, le teorie discriminatorie assolvevano a due precise funzioni. L’una di carattere geopolitico, cioè il consolidamento dell’Impero anche attraverso la valorizzazione della purezza della razza italica. In secondo luogo, per il Duce l’antisemitismo si presentò come una carta da giocare per rilanciare la dinamica del sistema politico, da cui doveva uscire l’Uomo nuovo fascista. Il Manifesto della razza si articola in 10 brevi assunti scritti in modo chiaro, semplice ed efficace per essere rivolti a un vasto pubblico, con un notevole crescendo retorico. Fin dalle prime parole, si delinea l’assoluta predominanza dell’approccio biologico, dal quale deriva la teoria della cosiddetta “Costituzione razziale”, che spiega la diversità esistente fra i popoli. Il Manifesto sancisce l’origine ariana della popolazione italiana e della sua civiltà. Con tale supporto, il regime avviò senza indugio l’attuazione delle politiche razziste con l’emanazione di un pacchetto organico di provvedimenti, che vanno sotto il nome di leggi razziali.

Scomparsa oggi:

1962 (61 anni fa): muore, a Los Angeles (Stati Uniti), Marilyn Monroe pseudonimo di Norma Jeane Mortenson Baker, attrice, cantante, modella e produttrice cinematografica. Nata, a Los Angeles, il 1° giugno 1926 è stata tra le più celebri attrici della storia del cinema. La sua infanzia non fu propriamente rosea: sull’identità del padre non ci furono mai accertamenti e la madre, Gladys Pearl Monroe, era mentalmente instabile e finanziariamente non riusciva a prendersi cura della figlia. Iniziò la sua carriera nel mondo dello spettacolo come modella posando per la più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood, la Blu Book School of Charm and Modeling. Firmò il suo primo contratto cinematografico il 24 agosto 1946; fu allora che le fu consigliato dal regista Ben Lyon di cambiare nome in Marilyn Monroe per il tono sensuale della doppia “M”. il successo esplose nel 1953 con i successi di “Niagara”, “Gli uomini preferiscono le bionde” e “Come sposare un milionario”.  Nei film che seguirono le disavventure sentimentali, si iniziarono a notare i primi segni di una Marilyn diversa, stanca e stressata. Dopo i film “A qualcuno piace caldo”, “Facciamo l’amore” e “Gli spostati” l’attrice fu licenziata dalla 20th Century Fox.  La sua vita sentimentale è stata molto travagliata: a sedici anni sposa Jim Dougherty, da cui divorzia nel 1946. Poi arrivò il secondo marito Joe Di Maggio e il terzo Arthur Miller.  Infine, entrarono nella sua vita i fratelli Kennedy, John prima e Robert dopo, con cui intrecciò storie controverse, oscure, conflittuali, che la portarono ad un grave peggioramento del suo precario stato psicologico. Il giorno del decesso l’attrice venne trovata, a soli 36 anni, nel letto della sua abitazione, nella quale viveva da sola con la sua governante Eunice Murray. Le cause della sua morte sono avvolte nel mistero che perdura tuttora. Marilyn venne trovata nuda, a notte fonda, con in mano la cornetta del telefono. Dai controlli dell’autopsia si stabili che la causa della morte era un’overdose di barbiturici: la versione ufficiale fu sempre quella del suicidio. Ma l’idea che fosse rimasta vittima di un complotto partì subito.

 

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