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lunedì, Novembre 25, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 28 Luglio.

Accadde che:

1914 (109 anni fa): scoppia la Prima guerra mondiale: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia, dopo che questa non è riuscita a rispettare tutte le condizioni dell’ultimatum del 23 luglio, che gli era stato posto a seguito dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip. La decisione arrivò al termine di quella che è definita “Crisi di luglio”. Ciò determinò l’irrimediabile acuirsi della crisi e la progressiva mobilitazione delle potenze europee per il gioco delle alleanze tra i vari stati. La Russia, in nome dell’amicizia etnica ed economica con la Serbia, iniziò la mobilitazione del proprio esercito. Allarmata dalla mobilitazione della Russia, la Germania le dichiarò guerra il 1º agosto 1914 e, seguendo lo schema del piano Schlieffen, due giorni dopo attaccò la Francia. Con l’invasione tedesca del Belgio, anche la Gran Bretagna il 4 agosto dichiarò guerra alla Germania. La diplomazia aveva ormai lasciato il posto alle armi. Con la dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria alla Serbia del 28 luglio 1914, per l’Italia si pose il problema di decidere o meno sulla neutralità contemplata dal trattato della Triplice, ma l’l’esercito italiano era del tutto impreparato ad una guerra su vasta scala, pertanto dichiarò la sua neutralità. La Grande Guerra si concluse l’11 novembre 1918, il bilancio in vite umane e feriti fu senza precedenti: 8,5 milioni i morti e 20 milioni i feriti gravi.

2013 (10 anni fa): si verifica il più grave incidente stradale della storia d’Italia: un autobus, con a bordo 47 persone, cade da un viadotto dell’autostrada, uccidendo sul colpo 38 persone, nel viadotto dell’Acqualonga lungo l’A16, all’altezza di Monteforte Irpino. Altre due moriranno in ospedale, otto i feriti. Si tratta di persone che rientravano da Pietrelcina per arrivare a Pozzuoli a bordo di un autobus di una ditta privata. L’autobus, ad un certo punto del suo viaggio, entra nel tratto della cosidetta “salita di Monteforte”, dove i passeggeri avvertono dei rumori provenire dall’interno del mezzo. Alle 20.30 circa l’autobus, in discesa, inizia a prendere velocità e diventa subito ingovernabile. Si scoprirà poi che un giunto cardanico dell’albero di trasmissione si era rotto, tranciando l’impianto frenante. Con i freni che non rispondono, l’autobus inizia a sbandare, colpisce le altre automobili presenti sulla carreggiata,  colpisce una prima volta il guardrail, ma l’autista riesce in qualche modo a rientrare in carreggiata. Ma l’urto con gli altri veicoli fa sì che l’autobus finisca nuovamente contro il guardrail, che non tiene, si sfonda e finisce nel vuoto: un volo di trenta metri, nel nulla. Lo schianto è tremendo, l’autobus è letteralmente distrutto. Ai funerali delle prime 38 vittime si presentano anche le più alte cariche dello Stato. Oltre ai parenti in lacrime, anche semplice cittadini e le istituzioni si stringono attorno al dolore dei familiari.

Scomparso oggi:

2004 (19 anni fa): muore, a Orsigna (Pistoia), Tiziano Terzani giornalista e scrittore. Nato, a Firenze, il 14 settembre 1938, è stato un profondo conoscitore del continente asiatico e uno dei giornalisti italiani di maggior prestigio a livello internazionale,
autore, inoltre, di reportage e racconti tradotti in tutto il mondo. Un grande maestro di vita, soprattutto negli ultimi anni del suo percorso, quando con il suo atteggiamento, la sua profonda comprensione della vita e della morte insegnò come si possa vivere e morire con infinita serenità. Terzani non fu molto conosciuto in Italia, durante la sua attività giornalistica, poiché la testata per la quale lavorava principalmente era un periodico tedesco, ma oggi è ampiamente riconosciuto quale uno dei massimi scrittori italiani di viaggi del XX secolo, appassionato cronista del proprio tempo, entusiasta ricercatore della verità degli avvenimenti e dei suoi protagonisti. Una mente tra le più lucide, progressiste e non violente di inizio XXI secolo. Lo scrittore ha esposto il grande problema della società occidentale, la presunzione dell’uomo bianco che crede di essere superiore a tutti gli altri abitanti della Terra, ha chiarito come la civiltà occidentale, che si considera più evoluta di altre, abbia cancellato tradizioni millenarie come quelle legate alla popolazione aborigena. In questo monologo sulla felicità ribadisce che tutto il nostro mondo è fondato sul profitto; che fin da piccoli, già dai primi anni di scuola, ci insegnano a sopraffare gli altri, con qualsiasi mezzo, per primeggiare. Ci spiega come le distorsioni del sistema economico moderno ci abbiano portato all’infelicità.

 

 

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