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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 22 Luglio.

Accadde che:

1970 (53 anni fa): si verificò, a Gioia Tauro, il deragliamento di numerose vetture del treno Freccia del Sud diretto da Palermo a Torino. Il disastro provocò la morte di sei persone, che si stavano recando a Lourdes e il ferimento di altre 70 circa. Nella prima fase delle indagini, si ritenne che il fatto fosse stato dovuto al cedimento strutturale di un carrello del treno; più tardi, alla negligenza del personale che era alla sua guida. Solo molti anni dopo, sentenze definitive accerteranno che si era invece trattato di un attentato dinamitardo, compiuto collocando esplosivo sui binari ferroviari e accettando «il rischio del deragliamento e delle sue conseguenze mortali». Accerteranno anche che il fatto era stato organizzato nell’ambito dei moti verificatisi a Reggio Calabria a causa della designazione di Catanzaro a capoluogo della Regione e nel corso dei quali elementi della criminalità organizzata collegati a frange dell’estremismo di destra avevano ideato e organizzato azioni dirette a colpire le vie di comunicazione e gli elettrodotti realizzando oltre quaranta attentati a tralicci, rotaie e stazioni ferroviarie. Due di questi interessarono anche la linea ferroviaria Gioia Tauro-Villa San Giovanni, appena qualche mese dopo la strage sulla Freccia del Sud. Anche per ragioni strettamente procedurali o per la morte di alcuni imputati, i processi celebrati in relazione all’attentato del 22 luglio 1970 non hanno condotto alla condanna degli esecutori materiali e dei presunti mandanti.

1981 (42 anni fa): viene condannato all’ergastolo  Mehmet Ali Ağca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II. Dopo tre giorni di processo per direttissima, i giudici della corte di Assise lo condannarono all’ergastolo per tentato omicidio di Capo di Stato Estero. Ali Ağca rinunciò a presentare appello contro la sentenza di condanna che motivava la pena, esplicitando che l’attentato “Non fu opera di un maniaco, ma venne preparato da un’organizzazione eversiva rimasta nell’ombra”. La difesa sostenne, invece, che Ali Ağca aveva agito da solo, in preda a una schizofrenia paranoica, mossa dal desiderio di diventare un eroe del mondo musulmano. Il 13 maggio 1981, pochi minuti dopo l’ingresso di Wojtyła in piazza San Pietro per l’udienza generale, Ali Ağca sparò tre colpi di pistola al Papa. Pur riuscendo a raggiungere il colonnato di piazza San Pietro con l’intento di fuggire dal luogo dell’attentato, venne costretto a fermarsi da alcuni astanti. Facendo cadere inavvertitamente la pistola a terra urtando con il braccio una suora lì presente e rimanendo, quindi, disarmato poté essere arrestato facilmente dalle forze dell’ordine. Wojtyła fu soccorso e riuscì a sopravvivere. Il 27 dicembre 1983, recluso nel carcere romano di Rebibbia, l’attentatore riceverà la visita del Papa, che gli concesse il perdono cristiano. Il 13 giugno del 2000 il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, gli  concesse la grazia dopo che la Santa Sede si era dichiarata “non contraria” al provvedimento.

Nato oggi:

1958 (65 anni fa): nasce, a Gerace, Nicola Gratteri magistrato e saggista. La sua determinazione lo porta, dopo aver frequentato con profitto il liceo scientifico, a laurearsi in soli quattro anni presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania. Ne 1986 entra in magistratura. si dimostra sin da subito fortemente impegnato contro la ‘ndrangheta, per questo motivo vive sotto protezione sin dai primi mesi del 1989. Nel 2000, viene nominato procuratore aggiunto presso il Tribunale del capoluogo di regione. Nel febbraio del 2014, il premier Renzi propone il nome del magistrato come papabile nomina per il Guardasigilli. Tuttavia, per ragioni di bilanciamento tra le varie componenti della maggioranza, nonché per una contrarietà del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, viene scelto Andrea Orlando. Nello stesso mese Rosy Bindi, che si trova a capo della commissione parlamentare Antimafia, vuole garantire a Gratteri un posto di consigliere all’interno della commissione stessa, ma egli sceglie di rifiutare, poiché lo trova incompatibile con le sue mansioni in procura. Il 21 aprile 2016, il Consiglio Superiore della Magistratura vota a maggioranza per nominarlo Procuratore della Repubblica di Catanzaro, per sostituire il precedente professionista, che nel frattempo opta per andare in pensione. In questo periodo, si ricordano le operazioni del 2018 contro i clan di Cirò Marina e quella dell’anno successivo contro la sezione di Vibo Valentia. Dal 2007 al 2020 ha pubblicato oltre 20 libri, perlopiù scritti in collaborazione del giornalista Antonio Nicaso. Nelle sue interviste ha sempre sottolineato la passione che lo spinge a fare il suo lavoro. Durante una di queste ha detto: “Sono abituato a dire sempre quello che penso, dico sempre la verità e se non posso dire la verità sto zitto.”

 

 

 

 

 

 

 

 

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