Il rispetto per le persone, gli animali e le cose lo si impara da piccoli e l’educazione che ti impartiscono i genitori. In casa Grillo e La Russa ha funzionato così?
Arturo Rocca
I miei genitori non hanno dovuto spiegarmi come ci si comporta con le ragazze, perché́ mi hanno insegnato come ci si comporta con le persone, ma anche con le cose e con gli animali; con tutta la natura insomma! Con rispetto!
In casa non ho ascoltato discorsi di prevaricazioni, di furbizie o di vendette e odio verso alcuno o alcunché̀.
L’insulto è rimasto ai margini della mia educazione, tanto meno la violazione della altrui volontà̀; il biasimo per comportamenti amorali sempre presente nei discorsi degli adulti nelle occasioni di incontri familiari fossero di gioia o di dolore. A volte per un mio comportamento scorretto nei confronti di compagni di scuola o di gioco venivo indotto alle scuse al cospetto dei loro familiari. Figuriamoci se avessi mancato di rispetto ad un adulto o ad un professore. Mi beccavo uno scappellotto in diretta scusante. Questi sono stati gli indirizzi di vita e gli esempi ricevuti, non mi hanno detto come vivere la mia vita, ma mi hanno permesso osservarli, mentre hanno vissuto la loro. Anche l’istituzione era sacra in casa nostra: lo Stato, la Scuola, la Parrocchia e la famiglia. Noi ne facevamo parte e rispettarle ha significato avere rispetto per noi stessi. Nel contesto familiare non mi è capitato di ascoltare discorsi sessisti o discriminatori, sono cresciuto alla luce di questo e questo ho trasmesso ai miei figli. Ricordo che un giorno tornarono a casa con lo scooter danneggiato per una caduta accidentale e mi esortavano, guidati da altri più̀ furbi, a fare una denuncia fasulla all’assicurazione. Li condussi dal meccanico e pagai di tasca mia la riparazione. Furono irrisi dai loro suggeritori, ma da adulti hanno apprezzato.
In casa Grillo e La Russa ha funzionato così?